Evelyn Franceschi Marini: differenze tra le versioni

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→‎Antichi pittori italiani: il Sodoma: soprannominato mattaccio
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*{{NDR|[[Andrea del Castagno]]}} Di carattere impetuoso, aspro e violento, – vero tipo dell'uomo dei monti, un po' solitario e selvaggio, – sembrava che, perfino nei suoi lavori, si riflettesse l'indole sua burrascosa ed irrequieta. (p. 116)
*{{NDR|Andrea del Castagno}} Questo pittore fu soprannominato Andrea ''degli Impiccati'' perché venne incaricato dalla Signoria di Firenze di dipingere sulla facciata del Palazzo del Podestà i ritratti di quei cospiratori contro i Medici, che furono ivi giustiziati. (p. 117)
*{{NDR|[[Il Sodoma]]}} [...], come artista fu impareggiabile, come uomo era moralmente molto imperfetto! Di umore stravagante e capriccioso, venne soprannominato il «''Mattaccio''». Amante del lusso, del piacere, del dolce far niente, egli campava spensieratamente, senza curarsi dell'indomani e lavorando sul serio solo quando ne veniva costretto dalla necessità, e come dice il Vasari «il suo pennello ballava secondo il suon de' denari». (pp. 362-363)
*[...] a destare la vera e feconda scintilla dell'arte quattrocentista in Venezia giunse il soave pittore {{sic|umbro}} [[Gentile da Fabriano]]<ref>Gentile, pur se attivo in varie regioni italiane, tra cui l'Umbria, la Lombardia, il Veneto, la Toscana e il Lazio, era nato nella marchigiana Fabriano.</ref> il quale dipinse nel palazzo pubblico di Venezia, per ordine del Senato, una grande battaglia navale. Quel bell'affresco andò poi distrutto, forse nel famoso incendio del 1577; ma l'influenza del delicato pittore umbro fu feconda ed ispirò il primo ''vero'' periodo dell'arte Veneta; [...]. (p. 492)
*Il modo di dipingere ad olio, (già praticato, come sappiamo, a Firenze, sul principio del quattrocento, dal grande pittore [[Domenico Veneziano]]) era stato introdotto a Venezia circa la stessa epoca da un certo [[Antonello da Messina]] che l'aveva, alla sua volta, imparato dai Fiamminghi. Si racconta in proposito, che Antonello essendo assai geloso di questa sua nuova arte, non voleva insegnarla ad alcuno; e che, per potergli rapire il prezioso segreto, [[Giovanni Bellini]], travestito da ricco patrizio veneto, si fece ritrarre da lui, e così, durante la posa, riuscì ad imparare il metodo. (pp. 492-493)