Massimo Fini: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Massimo Fini==
*Ad ogni buon conto se si poteva avere qualche dubbio sulla "linea della fermezza" all'epoca in cui si svolsero i fatti, oggi non è più lecito. Non è infatti un caso che il terrorismo abbia cominciato a perdere colpi proprio dopo il [[caso Moro]] e si sia liquefatto in pochi anni. È la dimostrazione che la linea della fermezza era giusta non solo dal punto di vista etico e giuridico ma anche da quello pratico. Se avessimo dato retta ai [[Bettino Craxi|Craxi]], ai Mancini, ai Signorile, ai [[Lanfranco Pace|Pace]], ai [[Paolo Liguori|Liguori]] e ai [[Enrico Deaglio|Deaglio]], cioè a tutta quell’area che civettava col terrorismo, oggi [[Renato Curcio]] sarebbe il padrone del Paese.<ref name="Moro">
*[[Barack Obama]], [[premio Nobel]] per la Pace, ha dichiarato di "''non escludere un attacco militare all'Iran''". Il presidente israeliano [[Shimon Peres]], premio Nobel per la Pace, ha affermato: "''L'attacco all'Iran è sempre più vicino''". Perché non diamo anche un bel premio Nobel per la Pace, alla memoria, al vecchio [[Adolf Hitler]]?<ref>Da ''[http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/19/adesso-tocca-ai-giorni-delliran/171705/ Adesso tocca ai giorni dell'Iran]'', ''il Fatto Quotidiano'', 19 novembre 2011.</ref>
*[[Bruno Vespa]] fu un giornalista a totale e completo servizio della Prima Repubblica; nelle veste di bardo della Democrazia Cristiana, remunerato con la direzione del Tg1, prono agli ordini dei suoi padroni di turno e veri datori di lavoro, vale a dire i vari segretari del Biancofiore, e il cui unico atto di coraggio di una vita da domestico fu di' ammettere di esserlo quando (ma erano ormai gli ultimi giorni di' Saigon) disse «il mio editore di riferimento è la Dc». Bruno Vespa sta alla prima Repubblica come Mario Appelius sta al [[Fascismo]].<ref>Da ''[http://www.massimofini.it/1840list.las?-nothing=&-Token.XK=X002190088&-Token.XKAction=.search&-Token.XKError=9000%2F9040Response.las&-Token.moreID=&-Database=iOrgDBmassimofini&-Table=Txt&-Response=1840list.las&-MaxRecords=10&-Token.XMessID=0A00230304f5625481NoW35F075E&Web=massimofini&-op=eq&Web=massimofini&-op=eq&Section=10&Status=3&Klass=1&-op=lt&InDate=2010-02-03+15%3A27%3A05&-op=gt&OutDate=2010-02-03+15%3A27%3A05&Type=Visitatori&-sortField=AcquireDate&-sortOrder=Descending&-MaxRecords=8&-Token.Key=Pensiero&-Token.SubKey=Giornalista&-Token.MenuLevel=2&-op=cn&Title=&-op=cn&Abstract=&-op=cn&Text1=&-op=cn&Text2=&-Operator=gte&AcquireDate=1997-7-16+00%3A00%3A00&-Operator=lte&AcquireDate=1997-7-16+23%3A59%3A59&-Operator=&AcquireDate=&-Operator=&AcquireDate=&-op=eq&-op=eq&P9=2&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq Goebbels fra i Padri della Patria]'', ''Il Borghese'', 16 luglio 1997.</ref>
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*Da noi esiste un signore, [[Adriano Sofri]], che è stato condannato a 22 anni di reclusione per l'assassinio sotto casa di un commissario di polizia, dopo nove processi, di cui uno, caso rarissimo in Italia, di revisione, avendo quindi goduto del massimo di garanzie che uno Stato può offrire a un suo cittadino. Eppure Sofri ha scontato solo sette anni di carcere e, senza aver potuto usufruire dei normali benefici di legge, che non scattano dopo solo sette anni su ventidue, è libero da tempo, e scrive sul più importante quotidiano della sinistra, La Repubblica, e sul più venduto settimanale della destra, Panorama, e da quelle colonne lui ci fa quotidianamente la morale ed è onorato e omaggiato dall'intera intellighentia che, ad onta di tutte le sentenze, lo ritiene, a priori e per diritto divino, innocente.<ref>Da ''[http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01/04/in-difesa-del-brasile/84775/ In difesa del Brasile]'', ''Il Fatto Quotidiano'', 4 gennaio 2011.</ref>
*E chissà se [[Vasco Rossi]], con le parole semplici delle canzoni, non finirà per essere più convincente dei tanti intellettuali che, derisi e vilipesi, da decenni denunciano e annunciano il crepuscolo della Modernità.<ref>Da [http://www.massimofini.it/2008/il-crepuscolo-della-modernita-e-ora-di-fare-un-passo-indietro «Il crepuscolo della modernità. È ora di fare un passo indietro.»], 2008.</ref>
*È vergognoso che ancora oggi si accusi la [[Democrazia Cristiana]] per l'unica occasione in cui, sacrificando il suo leader, dimostrò quel senso dello Stato che sempre le si è rimproverato di non avere.<ref name="Moro">Da ''[http://ribook.it/archivio-editoriali-fini/2009/2/10/ma-quel-di-giulio-difese-lo-stato.html Ma quel dì Giulio difese lo Stato]'', ''L'Indipendente'', 16 dicembre 1995.</ref>
*Eppure la [[guerra]] ha avuto un ruolo determinante nella storia dell'uomo. Sia dal punto di vista politico e sociale che, e forse soprattutto, esistenziale. Soddisfa pulsioni e bisogni profondi, in genere sacrificati nei periodi di pace. La guerra consente di liberare, legittimamente, l'aggressività naturale, e vitale, che è in ciascuno di noi. È evasione dal frustrante tran tran quotidiano, dalla noia, dal senso di inutilità e di vuoto che, soprattutto nelle società opulente, ci prende alla gola. È avventura. La guerra evoca e rafforza la solidarietà di gruppo e di squadra. Ci si sente, e si è, meno soli, in guerra. La guerra attenua le differenze di classe, di ceto, di status economico che perdono importanza. Si è tutti un po' più uguali, in guerra. La guerra, come il servizio militare, l'università, il gioco regolato, ha la qualità del tempo d'attesa, del tempo sospeso, la cui fine non dipende da noi, al quale ci si consegna totalmente e che ci libera da ogni responsabilità personale. La guerra riconduce tutto, a cominciare dai sentimenti, all'essenziale. Ci libera dall'orpello, dal superfluo, dall'inutile. Ci rende tutti, in ogni senso, più magri. La guerra conferisce un enorme valore alla vita. Per la semplice ragione che è la morte a dare valore alla vita. Il rischio concreto, vicino, incombente, della morte rende ogni istante della nostra esistenza, anche il più banale, di un'intensità senza pari. Anche se è doloroso dirlo la guerra è un'occasione irripetibile e inestimabile per imparare ad amare ed apprezzare la vita.<ref>Da ''Elogio della guerra'', Marsilio, 1999.</ref>
*{{NDR|Su [[Giuliano Ferrara]]}} Evidentemente Manzoni quando disegnava l'immortale figura dell'Azzeccagarbugli conosceva già il ciccione.<ref>Citato in [http://www.massimofini.it/articoli/cancellare-la-concussione-il-premier-monti-non-avalli-questa-porcata MassimoFini.it] Da ''Il Fatto Quotidiano'', 20 marzo 2012.</ref>
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*Il potere politico di una Rete TV non sta solo e tanto nell'informazione direttamente politica, ma nella cultura che diffonde col suo intero palinsesto. Se nel 1994 l'imprenditore Berlusconi, nonostante si presentasse per la prima volta e politicamente fosse un carneade, pote' vincere le elezioni con percentuali simili a quello di un grande partito di massa come la Democrazia cristiana, non è perché i suoi tre network fecero campagna per lui (tre network, in quel momento, li controllava anche il suo avversario), ma perché per una dozzina d'anni, possedendo l'intero sistema televisivo privato nazionale, aveva potuto educare gli italiani alla sua cultura e alle sue preferenze.<ref>Da ''Sudditi'', Marsilio, 2004, p. 74.</ref>
*I sedicenti "democratici e antifascisti" che vogliono impedire il corteo dei ragazzi di Casa Pound, perché "fascisti", prima di sparare cazzate demagogiche dovrebbero almeno cercare di capire che cos'è realmente una democrazia. Ma temo che sia un'impresa disperata e che avesse ragione Mino Maccari quando affermava: "I fascisti si dividono in due categorie: i fascisti propriamente detti e gli antifascisti".<ref>Da ''il Fatto Quotidiano'', 24 novembre 2012.</ref>
*In ogni caso il Governo, presieduto da [[Giulio Andreotti|Andreotti]], e la Dc, con l'appoggio determinante del [[Partito Comunista Italiano|Partito comunista]], decisero di dire no al ricatto delle Br e di Aldo Moro. Ed era la sola strada da seguire. [...] Era in gioco la sopravvivenza stessa dello Stato. Che cosa avrebbero fatto le Brigate Rosse se il Governo avesse ceduto al ricatto? Avrebbero sequestrato il primo signor Rossi che gli capitava a tiro e avrebbero ricominciato. Sarebbe iniziata una spirale al fondo della quale c’era solo il dissolvimento dello Stato e la vittoria dei terroristi.<ref name="Moro">
*In realtà nessuna democrazia rappresentativa è una democrazia, ma un sistema di [[Maggioranza e minoranza|minoranze]] organizzate che prevalgono sulla [[Maggioranza e minoranza|maggioranza]] dei cittadini singolarmente presi, soffocandoli limitandone gravemente la libertà e tenendoli in una condizione di minorità. E un sistema di oligarchie o di poliarchie. <ref>Da ''Sudditi'', Marsilio, 2004, p. 55.</ref>
*L'idea che la democrazia rappresenti il fine e la fine della Storia non è solo infantile e ingenua. È paranoica. La "fine della Storia" sarebbe la storia della fine, la morte dell'uomo, un Eden cimiteriale. Con buona pace dei liberaldemocratici anche la democrazia andrà, prima o poi, nella pattumiera della Storia che finirà solo quando anche l'ultimo uomo sarà scomparso dalla faccia della Terra.<ref>Da ''Sudditi'', Marsilio, 2004.</ref>