Marco Malvaldi: differenze tra le versioni

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+ A bocce ferme
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*[...] i vecchietti sedevano con gli occhi luccicanti, orgogliosi di avere nuovamente il centro della scena e del loro social network analogico. Se è successa una disgrazia, condividila su Menagram. (p. 130)
*Intorno a lui, nonostante il freddo, si vedeva che la pineta stava imbastendo le prove generali per il ritorno della primavera. Spuntavano le prime gemme dalle cime dei rametti nuovi, e l'aria stessa, sebbene fredda, era molto meno umida e infida di qualche giorno prima. Fra non molto, d'improvviso, il calendario avrebbe preso il sopravvento sulla meteorologia, e nel giro di alcune settimane l'ora legale avrebbe completato il lavoro. [[Primavera]], signori, primavera. Un altro giro di giostra intorno al sole completamente gratis per tutti voi, per ognuno di voi, compresi quelli che ormai ci hanno fatto l'abitudine e non si meravigliano più per il miracolo annuale della pineta che torna alla vita, e magari invece si esaltano per un gol trasmesso via satellite di un tizio che nemmeno conoscono, segnato contro una squadra formata da undici tizi anch'essi sconosciuti ma lontani, mentre a qualche centinaio di metri la loro pineta germoglia, il loro giardino ricresce e la loro moglie si tromba il vicino di casa. (pp. 150-151)
*Me lo riòrdo sempre quando Massimo era piccino, che sartava e chiacchierava fisso e 'un c'era verzi di tenello bòno, e se gli dicevi Massimo stai fermo ti diceva va bene nonno e andava via a corza. E la su' nonna al dottor Cipolloni gli chiese: «O dottore, ma è regolare che 'un ubbidisca mai?». E il Cipolloni la guarda e fa: «Signora, ha [[Quattrenne|quattro anni]]. Se lo voleva buono e ubbidiente doveva farlo scemo». (Ampelio, pp. 177-178)
 
===''Il gioco delle tre carte''===