Eugenio Garin: differenze tra le versioni

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*Si parlava spesso {{NDR|nel periodo della seconda guerra mondiale}} dietro uno schermo – c'era il fascismo e c'era la guerra; si dicevano per bocca d'altri cose che non si potevano dire in prima persona; si diceva un nome e se ne intendeva un altro. Anche in filosofia si diffondeva un discorso cifrato, ermetico, che non sempre, oggi, è facile interpretare giustamente. Quello che è certo è che stava crollando il castello incantato dell'[[Idealismo (filosofia)|idealismo]], dopo aver imprigionato per decenni i filosofi italiani, costringendoli, tutti senza eccezione, a discorrere delle ombre delle cose, in un mondo fittizio, con problemi immaginari, e spesso assurdi. Non più le ombre o le idee, ma le cose si facevano avanti con crudeltà. (vol. 3, parte sesta, Epilogo, pp. 388-389)
 
*{{NDR|[[Bernardino Varisco]]}} Nelle sue pagine tormentate affiorano, certo, problemi di grande momento, e magari sempre attuali, ma inseriti in un contesto arcaico, con preoccupazioni lontane dalla coscienza contemporanea, estranee alla problematica del tempo. Di qui, nonostante qualche intervento nella discussione modernista, qualche non felice accento nazionalistico, qualche dubbia concezione politica, una sostanziale lontananza dalla cultura attiva. (vol. 3, parte sesta, Epilogo, pp. 357-358)
 
===[[Explicit]]===