Søren Kierkegaard: differenze tra le versioni

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*Siamo tanto poveri di occasioni favorevoli che quando una si mostra conviene in verità approfittarne, visto che purtroppo non c'è nessuna arte nel sedurre una fanciulla, ma è solo questione di fortuna trovarne una degna d'essere sedotta.<ref>Da ''Diario di un seduttore'', traduzione di [[Attilio Veraldi]], Rizzoli, Milano, 1983. ISBN 978-88-17-00614-9</ref>
 
==''Aut – AutAut–Aut''==
===[[Incipit]]===
Quello che t'ho già detto tante volte te lo ripeto qui, anzi te lo grido: o questo o quello, amico mio! Aut-Aut!<br>
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===Citazioni===
*Chi striscia sulla terra non è esposto a cadere tanto facilmente come chi sale sulle cime delle montagne. (2015)
*Chi vuol essere superiormente dotato, deve accettare anche che io gli addossi la responsabilità di poter essere anche più colpevole degli altri. (2015)
*Ciò che io sono è un nulla; questo procura a me e al mio genio la soddisfazione di conservare la mia esistenza al punto zero, tra il freddo e il caldo, tra bene e male, tra la saggezza e la stupidaggine, tra qualche cosa e il nulla come un semplice forse. Paradossale è la condizione umana. Esistere significa «poter scegliere»; anzi, essere possibilità. Ma ciò non costituisce la ricchezza, bensí la miseria dell'uomo. La sua libertà di scelta non rappresenta la sua grandezza, ma il suo permanente dramma. Infatti egli si trova sempre di fronte all'alternativa di una «possibilità che sí» e di una «possibilità che no» senza possedere alcun criterio di scelta. E brancola nel buio, in una posizione instabile, nella permanente indecisione, senza riuscire ad orientare la propria vita, intenzionalmente, in un senso o nell'altro.
*È innegabile che nel mondo esiste tanta gente meschina che vuole trionfare su tutto quello che si eleva di un solo palmo dalla mediocrità. (2015)
*Il voler giocare a nascondersi si sconta sempre e nel modo più naturale, col diventar misteriosi a se stessi. (2015)
*La [[grandezza]] [...] non consiste nell'essere questo o quello, ma nell'essere se stesso, e questo ciascuno lo può se lo vuole. (2015)
*La maggior parte degli uomini [...] vive per avere il pane quotidiano; quando l'ha avuto vive per avere un buon pane quotidiano; e quando ha ottenuto anche questo, muore. (2015)
*Ma chi scorge nel [[godimento]] il senso e lo scopo della vita, sottopone sempre la sua vita a una condizione che, o sta al di fuori dell'individuo, o è nell'individuo ma in modo da non essere posta per opera dell'individuo stesso.
* Ma cosa vuole dire vivere esteticamente e cosa vuol dire vivere eticamente? Cosa è l’estetica nell’uomo?, e cosa è l’etica? A ciò risponderò: L’estetica nell’uomo è quello per cui egli spontaneamente è quello che è; L’etica è quello per cui diventa quello che diventa. Chi vive tutto immerso, penetrato nell’estetica, vive esteticamente.
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*La maggior parte degli uomini vive per avere il pane quotidiano; quando l’ha avuto vive per avere un buon pane quotidiano; e quando ha ottenuto questo, muore.
*Verrà il giorno in cui si vedrà che gli individui migliori in senso estetico, quelli che pongono lo scopo della vita nel differenziarsi, dispereranno di questa loro posizione eccezionale per ritrovare ciò che è semplicemente umano. Questo sarà bene anche per noi gente da poco, che a volte ci sentiamo turbati perché non abbiamo saputo nella nostra vita distinguerci. E, a dir la verità, il motivo non era solo che disdegnavamo una concezione simile di vita; ci sentivamo anche troppo insignificanti per realizzarla.
* Ricordo di aver letto una volta una satira non priva di spirito intorno alla emancipazione della donna. Lo scrittore si soffermava specialmente sull’abito , e pensava che in questo caso doveva essere uguale per l’uomo e per la donna. Immagina che orrore! Allora mi parve che lo scrittore non avesse concepito il suo compito abbastanza profondamente, che i contrasti che ponevano non colpissero l’idea abbastanza nel segno. Ardito per un momento pensare questa bruttezza, perché so che così la bellezza si mostrerà in tutta la sua verità. Cosa è più bello degli abbondanti capelli della donna, dei suoi ampi boccoli? Eppure lo scrittore dice che è un segno della sua imperfezione e ne espone anche parecchi motivi. Ma osserva la donna quando china il capo verso la terra, quando le trecce rigogliose quasi toccano terra, e pare che siano cespi di fiori coi quali essa cresca insieme alla terra? Mentre l’uomo invece è, per così dire, respinto dalla terra e mira verso il cielo. Essa non sta accanto a lui come l’essere imperfetto? Eppure questi capelli sono la sua bellezza, anzi la sua forza; poiché è con questi , come dice il poeta, che essa imprigiona l’uomo e lo lega alla terra. Mi piacerebbe dire a uno di quegli imbecilli che predicano l’emancipazione: eccola, guardala in tutta la sua imperfezione! Un essere da meno dell’uomo! se hai il coraggio, taglia le abbondanti trecce, spezza queste pesanti catene e lasciala correre come una pazza, come una assassina, a terrore dell’umanità.
* Ricordo di aver letto una volta una satira non priva di spirito intorno alla emancipazione della donna.
Lo scrittore si soffermava specialmente sull’abito , e pensava che in questo caso doveva essere uguale per l’uomo e per la donna. Immagina che orrore! Allora mi parve che lo scrittore non avesse concepito il suo compito abbastanza profondamente, che i contrasti che ponevano non colpissero l’idea abbastanza nel segno. Ardito per un momento pensare questa bruttezza, perché so che così la bellezza si mostrerà in tutta la sua verità. Cosa è più bello degli abbondanti capelli della donna, dei suoi ampi boccoli? Eppure lo scrittore dice che è un segno della sua imperfezione e ne espone anche parecchi motivi. Ma osserva la donna quando china il capo verso la terra, quando le trecce rigogliose quasi toccano terra, e pare che siano cespi di fiori coi quali essa cresca insieme alla terra? Mentre l’uomo invece è, per così dire, respinto dalla terra e mira verso il cielo. Essa non sta accanto a lui come l’essere imperfetto? Eppure questi capelli sono la sua bellezza, anzi la sua forza; poiché è con questi , come dice il poeta, che essa imprigiona l’uomo e lo lega alla terra. Mi piacerebbe dire a uno di quegli imbecilli che predicano l’emancipazione: eccola, guardala in tutta la sua imperfezione! Un essere da meno dell’uomo! se hai il coraggio, taglia le abbondanti trecce, spezza queste pesanti catene e lasciala correre come una pazza, come una assassina, a terrore dell’umanità.
 
==''Diario''==
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==Bibliografia==
*Sören Kierkegaard, ''Aforismi e pensieri'', a cura di Massimo Baldini, traduzione di Silvia Giulietti, Tascabili Economici Newton, Roma, 1995. ISBN 88-8183-148-1
*Søren Kierkegaard, ''Aut-Aut'', traduzione di K. Montanari Gulbrandsen e Remo Cantoni, Mondadori, 2015.
*Søren Kierkegaard, ''Diario'', a cura di [[Cornelio Fabro]], Morcelliana, Brescia, 1962.
*Søren Kierkegaard, ''Diario. Edizione ridotta'', a cura di Cornelio Fabro, Fabbri Editori, Milano, 1997.