Buddhismo Zen: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: citazione di Pierre Pascal
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*Prima che una persona studi lo Zen, i monti sono monti e le acque sono acque; dopo una prima occhiata alla verità dello Zen, i monti non sono più monti e le acque non sono più acque. Dopo l'illuminazione, i monti tornano a essere monti e le acque a essere acque. (Detto Zen<ref>Citato in ''Piccolo breviario zen'', a cura di David Schiller, traduzione di Francesco Saba Sardi, Sonzogno. ISBN 8845407187, p. 14.</ref>)
*Quando nello Zen viene chiesto "Che cos'è il Buddha?", si dovrebbe alzare la mano chiusa a pugno come unica risposta. Quando viene chiesto: "Qual è il significato supremo della Legge Buddhista?", prima che scompaia l'eco dell'ultima parola si dovrebbe rispondere: "Un ramo di pruno in fiore", oppure: "Il cipresso nel Giardino". ([[Takuan Sōhō]])
*Un quarto di secolo dopo il martirio del Giappone, l'Occidente democratico putrefatto dal contagio di Marx, di Freud, della rinata Sinagoga e della Chiesa di Giuda, viene preso da un'infatuazione ignorante e sordida meno per il Buddhismo di "esportazione" che per uno dei suoi aspetti più sublimi, cioè lo Zen. È impossibile dire quali aberrazioni siano derivate da questa parola. [...] È stato giustamente detto che il Buddhismo era destinato a morire in India, se fosse stato abbandonato alle proprie risorse e non fosse penetrato in Cina, dove rifiorì in modo tanto sorprendente quanto ammirevole. Il Buddhismo ''mâhâyana'' a contatto col pensiero cinese si divise: da una parte, secondo le dottrine dello Zen (ed anche del Kegon e del Tendai), che fecero appello ai lati pratici e intellettuali della ''forma mentis'' cinese, e dall'altra, secondo i nuovi principi del Jôdo, o dottrina della "Pura Terra", che favorirono i bisogni spirituali della mentalità cinese. Queste dottrine e principi, fin dall'XI secolo, trovarono la sostanza ad essi più adatta nell'animo giapponese. Questa forma di Buddhismo è incontestabilmente uno dei più alti metodi dello spirito umano ed una delle più perfette discipline che l'uomo abbia creato per uscire da sé stesso, dimenticando il labirinto delle sue contraddizioni. È stato scritto, non a torto, che tutti gli altri "sentieri" – religiosi o filosofici – girarono intorno alla "montagna", ma lo Zen, simile ad una strada romana, ride di vani ostacoli e va in linea retta dai piedi alla cima della montagna. ([[Pierre Pascal (poeta)|Pierre Pascal]])
*Veder collegare lo Zen — qualunque cosa s'intenda per esso — con il tiro con l'arco deve apparire alla prima un intollerabile avvilimento. Anche se per generoso spirito di conciliazione si accettasse di considerare il tiro con l'arco un'"arte", difficilmente si sarebbe disposti a cercare in essa qualcosa di diverso da una prestazione chiaramente sportiva. Ci si aspetterà dunque di sentir parlare di mirabolanti prodezze di maestri d'arco giapponesi, i quali hanno il privilegio di potersi richiamare a una veneranda tradizione nell'uso dell'arco e delle frecce, mai definitivamente abbandonata. Sono infatti soltanto poche generazioni che nell'Estremo Oriente le armi moderne hanno soppiantato, s'intende in caso di guerra, i vecchi strumenti di combattimento; ma l'uso di questi non venne mai interrotto e continuò a diffondersi, e da allora viene coltivato in una cerchia sempre più vasta. Chi si attenderà dunque una descrizione del modo particolare con cui si pratica oggi in Giappone il tiro con l'arco come sport nazionale? ([[Eugen Herrigel]])