Ernst Gombrich: differenze tra le versioni

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*Come il maestro di Michelangelo, il Ghirlandaio, e quello di Leonardo, il Verrocchio, il [[Perugino]] apparteneva a una generazione di maestri coronati da un grande successo, che avevano bisogno di un nutrito personale di esperti apprendisti che li aiutasse a portare a termine le molte ordinazioni. (15. ''L'armonia raggiunta'', ''La Toscana e Roma. L'inizio del Cinquecento'', p. 315)
 
*Il Perugino era uno di quei maestri la cui soave e devota maniera nella pittura delle pale d'altare si imponeva al generale rispetto. I problemi intorno ai quali si erano tanto accaniti gli artisti del primo Quattrocento non presentavano più grandi difficoltà per lui. Alcuni dei suoi più celebri lavori, almeno, mostravano come egli sapesse dare il senso della profondità senza sovvertire l'equilibrio della composizione e come avesse imparato a maneggiare lo sfumato leonardesco per evitare ogni possibile rigidezza nelle figure. (15. ''L'armonia raggiunta'', ''La Toscana e Roma. L'inizio del Cinquecento'', p. 315)
 
*Come [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]] aveva raggiunto la padronanza perfetta del corpo umano così [[Raffaello Sanzio|Raffaello]] era riuscito a toccare la meta verso la quale aveva teso invano la generazione precedente: la composizione perfetta e armoniosa di figure in libero movimento.<br />Un altro elemento nell'opera di Raffaello suscitò l'ammirazione dei contemporanei e dei posteri: la pura bellezza delle figure. Terminata che ebbe Raffaello la ''Galatea'', un cortigiano gli domandò dove avesse mai trovato, al mondo, una modella di tanta bellezza. Egli rispose che non copiava una determinata modella, ma seguiva «una certa idea» che gli si era formata in mente. (15. ''L'armonia raggiunta'', ''La Toscana e Roma. L'inizio del Cinquecento'', p. 320)