Giorgio Vasari: differenze tra le versioni

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*{{NDR|[[Leonardo da Vinci]]}} De' cavalli si dilettò molto, e particularmente di tutti gli altri animali, i quali con grandissimo amore e pacienza governava; e mostrollo, che spesso, passando dai luoghi dove si vendevano uccelli, di sua mano cavandoli di gabbia e pagatogli a chi li vendeva il prezzo che n'era richiesto, li lasciava in aria a volo, restituendoli la perduta libertà. (citato in [[Jeffrey Moussaieff Masson]], ''Il maiale che cantava alla luna'', il Saggiatore, 2009, [http://books.google.it/books?id=FxVqF8tllcYC&pg=PA191 p. 191])
 
*Dicesi che sentendo la morte sua, [[Filippo Brunelleschi|Filippo di Ser Brunellesco]] disse: "Noi abbiamo fatto in [[Masaccio]] una grandissima perdita". (da ==''Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori'', 1568)==
*Dicesi che sentendo la morte sua, [[Filippo Brunelleschi|Filippo di Ser Brunellesco]] disse: "Noi abbiamo fatto in [[Masaccio]] una grandissima perdita".
*Et alla sua casa di Mantoa, nella porta principale, {{NDR|[[Giovan Battista Bertani]]}} ha fatto una colonna di pietra intera, et il modano dall'altra in piano, con tutte le misure segnate di detto ordine ionico: e così il palmo, l'once, il piede et il braccio antichi, acciò chi vuole possa vedere se le dette misure son giuste o no.<ref>Da ''Le vite de’ più eccellenti pittori scultori e architettori nelle redazioni del 1550 e 1568'', a cura di P. Barocchi e R.Bettarini, Firenze 1984, V, p. 423 </ref>
*Grandissimi doni si veggono piovere da gli influssi celesti ne' corpi umani molte volte naturalmente; e sopra naturali talvolta strabocchevolmente accozzarsi in un corpo solo bellezza, grazia e virtú, in una maniera che dovunque si volge quel tale, ciascuna sua azzione è tanto divina, che lasciandosi dietro tutti gli altri uomini, manifestamente si fa conoscere per cosa (come ella è) largita da [[Dio]], e non acquistata per arte umana. Questo lo videro gli uomini in [[Leonardo da Vinci|Lionardo da Vinci]]. (dalle ''Vite'')
 
*Non bisognò molto persuader [[Perin del Vaga|Perino]], il quale, e dal bisogno oppresso e dalla voglia di uscir di Roma appassionato, deliberò con Niccola {{NDR|Nicola Veneziano}} partire. E dato ordine di lasciar la sua donna e la figliuola bene acompagnata a sua parenti in Roma, assettato il tutto, se ne andò a Genova. Dove arrivato, e per mezzo di Niccola fatto noto a quel principe {{NDR|[[Andrea Doria]]}}, fu tanto grato a Sua Eccellenzia la sua venuta, quanto cosa che in sua vita per trattenimento avessi mai avuta. Fattogli dunque accoglienze e carezze infinite, dopo molti ragionamenti e discorsi, alla fine diedero ordine di cominciare il lavoro, e conchiusono dovere fare un palazzo {{NDR|[[Villa del Principe]]}} ornato di stucchi e di pitture a fresco, a olio e d'ogni sorte, il quale piú brevemente che io potrò mi ingegnerò di descrivere con le stanze e le pitture e l'ordine suo, lasciando stare dove cominciò prima Perino a lavorar, acciò non confonda nel dire questa opera, che di tutte le sue è la meglio. (''{{Source|Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1550)/Perino del Vaga||Perino del Vaga}}'')
*Grandissimi doni si veggono piovere da gli influssi celesti ne' corpi umani molte volte naturalmente; e sopra naturali talvolta strabocchevolmente accozzarsi in un corpo solo bellezza, grazia e virtú, in una maniera che dovunque si volge quel tale, ciascuna sua azzione è tanto divina, che lasciandosi dietro tutti gli altri uomini, manifestamente si fa conoscere per cosa (come ella è) largita da [[Dio]], e non acquistata per arte umana. Questo lo videro gli uomini in [[Leonardo da Vinci|Lionardo da Vinci]]. (dalle ''Vite'')
 
==Citazioni su Giorgio Vasari==