Guido Menasci: differenze tra le versioni

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gli angeli di Michelangelo
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*Fra Filippo non diede forse tra i primi l'esempio di porre con le forme aeree {{NDR|degli angeli}} ritratti di gente terrena in queste scene della vita celeste? (cap. 3, p. 62)
*Gli angeli suoi {{NDR|del [[Perugino]]}} son degni compagni di quelle Madonne tutte pie, tutte effuse di tenerezza che, modellate mollemente ma non senza vigore, vivono in un'atmosfera di luce limpida e fresca come quella delle giornate primaverili. Hanno gli angeli uno spirito di prontezza e una dolcezza di colori unita come ben si esprime il Vasari. (cap. 3, p. 87)
*[...]La glitempra araldi celestienergica di [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]] male si presta a carezzare le figure degli angeli traendole fuori delicate ed aeree dal marmo, facendole viver su le ampie pareti dove gli affreschi creano mondi nuovi: e nel mondo nuovo dischiuso agli occhi meravigliati, nella Cappella Sistina gli araldi celesti di Michelangelo hanno un tipo ben diverso dal consueto.<br> Sono giovinotti robusti, dalla fisionomia improntata a virile e quasi guerresca fierezza: ignudi, mostran valida muscolatura e in attitudini di sforzo, che non hanno grazia, ma ricordan quelle tutte vigoria degli atleti, o sorreggon Dio Padre tra le nuvole o accorrono recando gli strumenti della passione. Michelangelo ha tolto a queste creature l'ala vaporosa e leggera, l'ala lunga e bianca dal battito possente. (cap. 3, pp. 91-92)
 
==Bibliografia==