Curzio Malaparte: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Mussolini}} Stringeva nella mano una rosa color carne. Mussolini ha sempre una rosa stretta con delicatezza nel pugno. [...] Quel gesto all'[[Oscar Wilde]], quel gesto, in un certo senso, [[George Gordon Byron|byroniano]], quel gesto decadente, mi mise a disagio. Egli non sa il valore, il senso di quel suo gesto, di quella sua rosa. Il giorno in cui egli sarà fucilato, io vorrei esser presente per mettergli una rosa nella mano rattrappita. Non per insultarlo, per mancargli di rispetto: no. Non mi piace mancar di rispetto ai morti. (da ''Diario di uno straniero a Parigi'')
*Tutti gli scrittori sono stati fascisti, nella qual cosa non vi è nulla di male. Ma perché oggi pretendono di farsi passare antifascisti, per martiri della libertà, per vittime della tirannia? Nessuno di loro, dico nessuno, ha mai avuto un solo gesto di ribellione contro il fascismo, mai. Tutti hanno piegato la schiena, con infinita ipocrisia, leccando le scarpe a Mussolini e al fascismo. E i loro romanzi erano pure esercitazioni retoriche, senza l'ombra di coraggio e di indipendenza morale e intellettuale. Oggi […] scrivono romanzi antifascisti come ieri scrivevano romanzi fascisti; tutti, compreso Alberto Moravia, che gli stessi comunisti (quando Moravia non filtrava ancora col comunismo) definivano uno scrittore borghese, e perciò fascista. L'attuale romanzo italiano rispecchia l'attuale conformismo anti-fascista del popolo italiano, come ieri rispecchiava il conformismo fascista e […] rivela lo sforzo degli scrittori di conquistarsi una libertà formale e contenutistica in contrasto col loro inguaribile conformismo personale morale e intellettuale. (Citato in [http://www.loccidentale.it/node/76147 ''Non è con l'omertà intellettuale che riscopriremo Curzio Malaparte. Intervista a Luigi Martellini di Luca Meneghel''], in ''l'Occidentale'', 2 agosto 2009)
 
== ''Kaputt'' ==
 
=== [[Incipit]] ===
Il manoscritto di ''Kaputt'' ha una storia: e mi sembra che nessuna prefazione convenga a questo libro meglio della storia segreta del suo manoscritto. Ho cominciato a scrivere ''Kaputt'' nell'estate del 1941, all'inizio della guerra tedesca contro la [[Russia]], nel villaggio di Pestcianka, in [[Ucraina]], in casa del contadino Roman Suchèna. Ogni mattina mi sedevo nell'orto, sotto un albero di acacia, e mi mettevo a lavorare, mentre il contadino, seduto per terra presso il porcile, affilava le falci, o affettava le barbabietole e le verze per i suoi maiali. La casa, dal tetto di stoppie, dai muri di terra e di paglia tritata, impastata con sterco di bue, era piccola e pulita: non aveva altra ricchezza fuorché una radio, un grammofono, e una piccola biblioteca con tutte le opere di [[Aleksandr Sergeevič Puškin|Puschkin]] e di [[Nikolaj Vasil'evič Gogol'|Gogol]].
 
=== [[Explicit]] ===
«Perché non fate la lotta alle [[Mosca (zoologia)|mosche]], anche a [[Napoli]]? Da noi, nell'Italia del Nord, a [[Milano]], a [[Torino]], a [[Firenze]], perfino a [[Roma]], i comuni hanno organizzato la lotta alle mosche. Non c'è più neppure una mosca nelle nostre città». «Non c'è più neppure una mosca a Milano?». «No, neppure una mosca. Le abbiamo ammazzate tutte. E una cosa igienica, si evitano le infezioni, le malattie ». «Eh, ma anche a Napoli abbiamo fatto la lotta alle mosche, anzi, abbiamo fatto addirittura la guerra alle mosche. Son tre anni che facciamo la guerra alle mosche». «E allora, come mai ci sono ancora tante mosche, a Napoli?». «Eh, che volete, signore: hanno vinto le mosche! ».
 
== ''La pelle'' ==