Platone: differenze tra le versioni

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*Ciò che Platone chiama giustizia dello [[Stato]], è piuttosto la bellezza di quello; poiché ciò che distingue il Giusto dal Bello è questo: nel Bello si aduna la ricchezza d'una esistenza varia e molteplice, ma priva di coscienza e senza che le parti siano soddisfatte. Il Giusto invece conferisce ad ogni essere una sussistenza propria, una interna soddisfazione e un movimento indipendente, acciocché anch'esso a sua volta entri come un tutto, e si attui liberamente nel tutto maggiore. Ma ciò non si trova nello Stato di Platone. Egli sacrifica l'uomo, la sua felicità, la sua libertà, la stessa sua morale perfezione; infatti questo Stato non esiste che per sé stesso, perché appaia la sua nobiltà e magnificenza, e i cittadini non sono ad altro destinati che a servire, come semplici membri alla bellezza della sua costruzione. Quindi egli ha il carattere rappresentativo, come tutte le cose belle; è un'opera artistica che sembra di esistere meno per le sue proprie parti, che per chi la contempla. ([[Friedrich Julius Stahl]])
*Concedi al filosofo Platone il perdono per i suoi versi sull'amore, così che non mi sia necessario star a filosofare troppo, contro il consiglio di Neottolemo in [[Quinto Ennio|Ennio]]; se poi tu non glielo concedi, ebbene mi lascerò volentieri incriminare in compagnia di Platone per simili versi. ([[Apuleio]])
*Volsimi da man manca, e vidi Plato | che ’n quella schiera andò più presso al segno | al qual aggiunge cui dal Cielo è dato ([[Francesco Petrarca|Petrarca]])
*Egli, uomo sapiente, capiva chiaramente che l'equa distribuzione dei beni è la condizione ''sine qua non'' perché un paese sia ben governato. ([[Tommaso Moro]])
*Fino a quei tempi il Vico ammirava due soli sopra tutti gli altri dotti, che furono Platone e [[Tacito]]; perché con una mente metafisica incomparabile Tacito contempla l'uomo qual è, Platone qual dee essere [...]. ([[Giambattista Vico]])