Keiko Ichiguchi: differenze tra le versioni

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* Diventare una fumettista è stato un puro sogno per me. Crescendo mi rendevo conto sempre di più di quanto è difficile questo mestiere. Perciò fino ai 21 anni fare i fumetti era solo un hobby anche se lo facevo con tanto impegno. Nell'ultimo anno dell'università, prima di cominciare a cercare un lavoro, ho deciso di partecipare a un concorso di fumetti per vedere se c'era una possibilità di continuare a coltivare questo sogno. Se non avessi vinto un premio avrei lavorato in una ditta di abbigliamento che mi offriva un posto rinunciando completamente ai fumetti.<ref group="fonte" name=everyeye>Dall'[http://www.everyeye.it/anime/articoli/intervista-a-keiko-ichiguchi_intervista_12937 Intervista a Keiko Ichiguchi], ''EveryEye.it'', 19 dicembre 2010.</ref>
*{{NDR|Sulla sceneggiatura de ''La promessa dei ciliegi''}} Ho scritto tutta la sceneggiatura in italiano. Pensavo che avrebbe facilitato la traduzione in francese. Secondo me non è facile tradurre esattamente dal giapponese verso le altre lingue, soprattutto le sfumature dei dialoghi. (Dalle note dell'autrice in coda a ''La promessa dei ciliegi'', p. 124)
*I libri sul Giappone li ho scritti prima di tutto perché verso la metà degli anni '90 c'erano poche e distorte informazioni a riguardo. [[Internet]] e gli smartphone ancora non esistevano e quindi sentivo tante cose strane sul Giappone, molti stereotipi e luoghi comuni che non corrispondono alla realtà. Allora ho voluto scrivere qualcosa da parte mia per sfatare qualche leggenda metropolitana e qualche falso mito.<ref group="fonte" name=AC2018>Dall'[https://www.animeclick.it/news/75467-intervista-a-keiko-ichiguchi-la-promessa-dei-ciliegi Intervista a Keiko Ichiguchi (La promessa dei ciliegi)], ''AnimeClick.it'', 15 luglio 2018.</ref>
*{{NDR|Parla di come ha ideato e sviluppato ''La promessa dei ciliegi''}} Il mio redattore belga mi ha chiesto se potevo realizzare una storia più intima e personale. Così ho cominciato a pensare ad una storia ispirata alla mia infanzia; ero assai malaticcia, mi piaceva tanto la mia maestra, la strada per la scuola elementare sotto i fiori di ciliegio che fiorivano ogni primavera. Pensavo di raccontare su una vaga paura verso la morte che cova una bambina che poi si libera da quella paura grazie alla sua maestra. Ma mentre scrivevo il soggetto, è successo quel terremoto in Giappone. Ovviamente sono stata trascinata emotivamente dall'avvenimento. Se non fosse successo quel terremoto, la storia sarebbe stata ispirata principalmente dai miei ricordi. Quindi la storia è composta da due parti, quella dell'infanzia della protagonista e quella dopo il terremoto. [...] Non è una storia biografica nel senso vero, ma molto simile. Posso dire che è molto più vicina ad una confessione emotiva. Perciò è un po' imbarazzante per me rileggerla...<ref group="fonte" name=fumettodautore/>
*Io lascio completamente ai lettori come interpretare la mia storia. Una storia conclusa e passata nelle mani di lettori, in un certo senso, non è più mia. Ma se hai sentito qualcosa di positivo dal mio racconto {{NDR|''La promessa dei ciliegi''}} nonostante il suo soggetto assai pesante, mi fa piacere.<ref group="fonte" name=fumettodautore/>
*{{NDR|"Vivere qui (in Italia) ha influenzato il tuo metodo di lavoro?"}} Mi sono rallentata molto. Cerco di fare possibilmente quello che mi convince e quello che mi piace. Vivendo in Italia ho imparato anche che progettare il futuro fino ai minimi dettagli spesso non ha senso... Cerco di fare quello che posso raccogliendo le occasioni davanti a me.<ref group="fonte" name=everyeye/>
*{{NDR|"Oggi come vedi il mondo anime/manga rispetto ai tempi in cui eri bambina?"}} Rispetto al passato noto una grande differenza. Prima c'erano manga con disegni bellissimi mentre la loro controparte animata era piuttosto al risparmio, oggi invece noto il contrario: manga il cui disegno non è il massimo mentre la serie animata, complice forse un budget alto, risulta spettacolare come recentemente per ''[[L'attacco dei giganti]]''.<ref group="fonte" name=AC2014/>
*Sin dall'inizio non sono stata d'accordo con questa distinzione tra fumetto e manga. Manga significa semplicemente fumetto e i fumetti rimangono pur sempre tali, sia che essi siano disegnati da italiani che da giapponesi. Quindi io non comprendo molto questa discussione sulla differenza tra manga e fumetti perché per me si tratta della stessa cosa.<ref group="fonte" name=AC2018/>
*{{NDR|"Una volta usavi lo pseudonimo Sakisaka Keiko invece del tuo vero cognome, Ichiguchi. Puoi spiegarcene il motivo?"}} Usavo uno pseudonimo perché quando ho cominciato a lavorare in Giappone i miei mi dissero che avrebbero provato molto imbarazzo se il nostro cognome fosse apparso così, sulle pubblicazioni. Ma questo capita praticamente a tutti gli autori del mio paese. Alle famiglie non piace "apparire", per cui è un'usanza molto diffusa nel campo del manga. Ma la vera ragione, il motivo per cui io stessa ho deciso di usare lo pseudonimo Sakisaka, è che in Giappone lavoravo, in un certo senso, sotto il controllo dei redattori, quindi a volte i fumetti che realizzavo non li sentivo veramente "miei". Al contrario, quando ho cominciato a realizzare storie interamente volute da me, in Italia, ho deciso di usare il mio vero cognome, Ichiguchi.<ref group="fonte" name=asakusa>Dall'[http://www.asakusa.it/giappone_extra/interviste/keiko_ichiguchi.html Intervista a Keiko Ichiguchi], ''Asakusa.it'', giugno 2012.</ref>
*{{NDR|"Come è stato l'impatto concreto con la vita italiana quando ti sei trasferita qui?}} Voi dite abbastanza chiaramente quello che pensate. [...] Dipende dalla persona, naturalmente. I Giapponesi non sono per niente bravi a esprimere se stessi con le parole. Quasi tutti i Giapponesi potrebbero avere problemi. Invece ci sono dei giapponesi che non stavano bene in Giappone perché dicevano troppe cose e qua in Italia si trovano benissimo.<ref group="fonte" name=hom>Dall'[http://house-of-mystery.blogspot.it/2012/01/intervista-keiko-ichiguchi-e-andrea.html Intervista a Keiko Ichiguchi e Andrea Venturi], ''HouseOfMystery.it'', 2 gennaio 2012.</ref>