Stendhal: differenze tra le versioni
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→Citazioni su Stendhal: Moravia |
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*Dopo aver errato di palazzo in palazzo, per più d'un'ora, in questa bella via, ho cercato un caffè; sono tutti bruttissimi e meschini qui a [[Genova]], città dedita solo agli affari.<br>Dato questo carattere, tutti sono disposti ad esservi utili ''per guadagnare qualcosa''. Che differenza, buon Dio! dai napoletani, così indifferenti ad ogni idea di lucro e così filosofi! (p. 564)
*La mattina, seguendo all'infinito verso oriente la via del caffè, ho trovato [...] la bella chiesa di Carignano; per giungervi hanno dovuto gettare un ponte sopra una strada, cosa sublime prima dell'invenzione dei ponti sospesi.<br>Il [[Ponte di Carignano|ponte Carignano]] passa dunque su una fila di case, a trenta o quaranta piedi sopra i comignoli. Posso sbagliarmi di qualche piede, non ho avuto il tempo di cercare i libri che dànno le misure esatte. (p. 565)
*Questa [[Basilica di Santa Maria Assunta (Genova)|chiesa di Carignano]] sarebbe un vero capolavoro di grazia e di nobiltà accanto a Nostra Signora di Loreto (in via Lafitten a Parigi): se non sbaglio è una croce greca, con un'altissima cupola in mezzo. Per L'Italia non ha nulla di eccezionale, ma la posizione è stupenda: l'hanno costruita sopra un monticello che interrompe il general digradare di tutto l'anfiteatro di Genova verso il mare, così che
*[[Palazzo Ducale (Genova)|Questo municipio]], di cui m'è toccato percorrere tutti i piani, è una vasta cava di marmo bianca sprecato; di buono ha solo la mole, per il resto è brutto quasi quanto il Garde-Meuble di Parigi. Dev'essere, la facciata almeno, del 1760, epoca in cui la buona architettura stava morendo in Italia come in Francia. (p. 566)
*Siccome i proprietari {{NDR|dei [[Palazzi dei Rolli]]}} hanno il buon gusto di abitare gli appartamenti dove tengono i quadri, bisogna tornarci più volte prima di trovare l'occasione adatta; la ridicola stizza che mi fanno venire le risposte negative datemi con sussiego dai servi mi toglie ogni facoltà di godere dei quadri. Notate che i ricchi genovesi occupano il terzo piano dei palazzi, per avere la vista del mare; e questo terzo piano equivale ad almeno sei dei nostri. Gli scalini sono magnificamente rivestiti di marmo; ma quando se ne son fatti un centinaio, e un servo, dopo avervi fatto aspettare un quarto d'ora alla porta laccata di bianco, viene a dirvi: – Sua Eccellenza è ancora nei suoi appartamenti, ripassate domani, – è permesso d'avere un po' di malumore [...] (p. 566-567)
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