Matteo Marangoni: differenze tra le versioni

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→‎Saper vedere: la pittura di Ernest Meissonier
→‎Saper vedere: Meissonnier: propriamente Meissonier; nota
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* Il preconcetto che l'[[arte]] sia imitazione, esteriore, della natura – di cui il Vasari fu il divulgatore per l'età moderna – è vecchio, si può dire, come il mondo. (Dico esteriore per distinguerla dalla imitazione che è l'ispirarsi alla vita di tutti i veri artisti). (p. 51)
*Ogni forma è buona se corrisponde perfettamente al suo contenuto e viceversa. Per questo i grandi trecentisti sono perfetti così e non altrimenti; mentre i neoclassici e i [[preraffaelliti|{{sic|preraffaeliti}}]] sono falsi perché ostentano contenuti e forme che non sono i loro. (pp. 59-60)
*{{NDR|dopo avere esaminato un'opera di [[Jan Vermeer]]}} Prendete invece una qualsiasi delle tante opere del già celeberrimo [[Ernest Meissonier|{{sic|Meissonnier}}]]<ref>Grafia errata per Meissonier.</ref> e sentirete come il pittore non riesca a sollevarsi di un dito al disopra dell'interesse puramente descrittivo – cioè puramente episodico, aneddotico o, tutt'al più, psicologico e sentimentale – delle sue scenette di genere, o dei suoi episodi storici; dove ogni particolare è reso con la stessa indifferenza analitica e con una oggettività veramente fotografica. (p. 78)
*Come la ''bellezza'' è in arte un fatto completamente indipendente dalla natura fisica, così pure la ''[[grazia]]'' dalla natura morale. Il pittore che si propone di esprimere la grazia per mezzo di seduzioni psicologiche non ottiene che della leziosaggine. (p. 123)
*Un altro poeta, il [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]], ha intuito l'essenza artistica della [[Gioconda]] facendo parlare l'artista stesso: «Dell'infinito feci i miei sorrisi». È bellissimo! È la più giusta e intelligente interpretazione dell'arte di Leonardo. Di cosa è fatto il fascino di questa e delle altre sue figure se non, infatti, di indefinito? (p. 126)