Matteo Marangoni: differenze tra le versioni

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*Anche [[Raffaello Sanzio|Raffello]], dunque, che può considerarsi, tra i grandi, l'artista più scrupolosamente aderente al soggetto – tanto da potersi perfino considerare il padre incolpevole di tutte le posteriori accademie, le quali non videro in lui, altro che un perfetto ''illustratore'' –; anche Raffaello, dicevo, è prima di tutto un pittore e come tale non può contentarsi di sole intenzioni narrative e sentimentali, ma là dove arriva all'arte vi giunge sempre e soltanto attraverso puri valori figurativi. (pp. 38-39)
*[...], [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]] ci appare come il più vivace suscitatore di quelli che il [[Bernard Berenson|Berenson]] chiamava i ''valori tattili''; vale a dire la facoltà di suscitare con mezzi pittorici il piacere psichico che, per azione atavica, ci è stato trasmesso dall'esperienza tattile del mondo fisico. (p. 44)
*Il [[Giorgio Vasari|Vasari]], così benemerito come raccoglitore di materiale storico, e così nefasto come critico; – divulgatore fino ai nostri tempi dei pregiudizi della critica empirica – [...]. (p. 47)
*Come la ''bellezza'' è in arte un fatto completamente indipendente dalla natura fisica, così pure la ''[[grazia]]'' dalla natura morale. Il pittore che si propone di esprimere la grazia per mezzo di seduzioni psicologiche non ottiene che della leziosaggine. (p. 123)
*Un altro poeta, il [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]], ha intuito l'essenza artistica della [[Gioconda]] facendo parlare l'artista stesso: «Dell'infinito feci i miei sorrisi». È bellissimo! È la più giusta e intelligente interpretazione dell'arte di Leonardo. Di cosa è fatto il fascino di questa e delle altre sue figure se non, infatti, di indefinito? (p. 126)