Nigel Warburton: differenze tra le versioni

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*«Una rondine non fa primavera»: sapevate che questa frase, che usiamo con tanta disinvoltura, viene da una delle opere più famose di un famoso filosofo dell'antica Grecia? Si tratta dell'''Etica nicomachea'', chiamata così perché il suo autore, [[Aristotele]], la dedicò al figlio Nicomaco. Aristotele sosteneva che come bisogna aspettare che di rondini se ne vedano in giro di più, prima di affermare che la primavera è arrivata, così il piacere passeggero non fa la vera [[felicità]]. Secondo lui la felicità non equivale a qualche breve attimo di [[gioia]]. (cap. 2, p. 15)
*[[Descartes]] era più certo dell'esistenza della sua mente che di quella del suo corpo. Poteva immaginare di non avere un corpo, ma non poteva pensare di non avere una mente. Se avesse immaginato di non avere una mente, avrebbe comunque continuato a pensare, e questo avrebbe dimostrato che aveva una mente perché senza di essa non avrebbe potuto produrre pensieri. (cap. 11, p. 75)
*Per [[John Locke|Locke]] le questioni dell'identità individuale avevano strettamente a che fare con la responsabilità morale. Egli credeva che Dio avrebbe punito le persone solo se erano in grado di ricordare i crimini che avevano commesso. Uno che non ricordava più di aver commesso un crimine non doveva essere considerato la stessa persona che l'aveva commesso. (cap. 14, p. 91)
*Secondo [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]] gli esseri umani sono buoni per natura. Se fossimo lasciati a noi stessi nel mezzo di una foresta, non daremmo molti problemi. Se però veniamo sottratti allo stato di natura e portati nelle città, le cose prendono un'altra piega: iniziamo a desiderare di avere la meglio sugli altri e di attrarre la loro attenzione. Questo atteggiamento competitivo ha effetti psicologici terribili, e l'invenzione del denaro non può che peggiorare la situazione. (cap. 18, p. 114)
*[[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Hegel]] ebbe molti ammiratori: [[Arthur Schopenhauer]] non era uno di loro. Anzi, pensava che Hegel non fosse neppure un filosofo, perché gli mancavano, secondo lui, serietà e sincerità nell'approccio alla materia. Per quanto lo riguardava, la filosofia di Hegel era una stupidaggine. Hegel, per parte sua, definì Schopenhauer «ripugnante e ignorante». (cap. 22, pp. 142-143)