Eugenio Garin: differenze tra le versioni

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*Se taluno dei suoi piuttosto scarsi scolari volle talora celebrare nel conte [[Terenzio Mamiani|Terenzio Mamiani della Rovere]] (1799-1885) l'ultimo anello della catena che dal Galluppi si continuò in Rosmini e Gioberti, unanime fu il consenso dei suoi maggiori contemporanei e dei posteri nell'affermare il valore pressoché nullo della sua vasta produzione filosofica. (vol. 3, parte sesta, cap. 5, p. 245)
 
*Al [[positivismo]] italiano dell'Ottocento non giovò la tendenza, più ancora che a costruire delle «filosofie della natura», all'edificazione di vere e proprie «cosmogonie». Irresistibile fu la tentazione di identificare la filosofia col discorso sui primi principî, sulla formazione del sistema solare, sull'origine della vita, e su altri cosiffatti problemi e concetti, certo di gran momento, ma a cui si amava accedere, piuttosto che per catene di ragionamenti connessi a dati sperimentali, per salto, e sulle ali della fantasia invece che con i sussidi dell'intelletto. (vol. 3, parte sesta, Epilogo, p. 313)
 
*Le pagine che [[Mario Calderoni|Calderoni]] ha scritto sulle ''questioni di parole'', sulla previsione, sul rapporto fra economia e morale (''Disarmonie economiche e disarmonie morali'', 1906), sulla «volontà», su valori e valutazioni, sono fra le più felici della letteratura filosofica del secolo. (vol. 3, parte sesta, Epilogo, p. 354)