Esfahan: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Codas (discussione | contributi)
Codas (discussione | contributi)
Riga 7:
=== [[Robert Byron]] ===
*{{NDR|Riguardo alla Piazza Naqsh-e jahàn}} Due piani di arcate cieche imbiancate racchiudono uno spazio rettangolare di quattrocento metri circa per centocinquanta. Sul lato vicino a me si vedono le rovine della Porta del Bazar; di fronte, sul lato opposto, si apre il portale azzurro della moschea dello Shah, dietro il quale sono raggruppati in linea obliqua, orientata verso la Mecca, la cupola, l'iwan e i minareti; davanti a ciascuno sono piantati due segnaporta di marmo per il gioco del polo. A destra è situato l'Ali Qapu, una sorta di scatola da scarpe in mattoni, con di fronte la cupola fiorita della moschea di Sheikh Lutfullah, che si scorge di sghembo sopra una nicchia azzurra. C'è simmetria, ma non troppa. La bellezza risiede nel contrasto fra lo spazio rigoroso e la libera diversità degli edifici. A sciupare l'effetto, e a indicare che i nobili bakhtiyari non possono più giocare a polo o far passeggiare i cavalli in questo luogo, il progresso ha collocato al centro uno specchio d'acqua, cinto da una ringhiera di ferro in stile gotico e di nuove aiuole di petunie.
* {{NDR|Riguardo alla ''moschea di Sheikh Lutfullah''}} La cupola è suddivisa a spicchi in forma di limone, che partendo da un pavone stilizzato al vertice via via si allargano, e sono circondati da mattoni opachi; contengono intarsi di fogliame sull'intonaco unito. Le pareti, che lungo i contorni presentano larghe fasce di iscrizioni bianche su fondo turchino, sono similmente intarsiate di ricchi arabeschi o di quadrati baroccheggianti sull'intonaco ocra scuro. Gli intarsi sono di tre colori: turchino, verdazzurro pallido, e una sfumatura molto ricca e indefinibile, come il vino. Ogni arco è incorniciato da un torciglione turchese. Il ''mihrab'' della parete occidentale è smaltato di fiorellini su sfondo turchino cupo. <br>Ogni elemento del disegno, ogni piano, ripetizione, singolo ramo o fiore ha la sua severa bellezza. Ma la bellezza dell'insieme appare quando l'osservatore si muove. Anche qui la luce diretta è spezzata dall'azione reciproca di superfici opache e invetriate, sicché a ogni passo queste si ridispongono secondo infinite nuove figure; senza contare che anche il disegno della luce filtrata dai larghi trafori delle finestre è incostante, per effetto dei trafori esterni situati a una certa distanza, che raddoppiano la varietà di ciascuna mutevole sagoma. <br> Non ho mai trovato prima d'ora uno splendore di questo genere. Mi sono tornati alla mente altri interni a cui paragonarlo, mentre ero là: Versailles, oppure il Gabinetto di porcellana di Schônbrunn, il Palazzo Ducale, San Pietro. Tutti sono fastosi, ma nessuno altrettanto fastoso. La loro fastosità è tridimensionale ed è ottenuta con tutto lo sforzo dell'ombra. Nella moschea di Sheikh Lutfullah si tratta di una fastosità unicamente di luce e di superficie, di disegno e di colore. La forma architettonica è secondaria.
*Nel cuore della città, la ''moschea del Venerdì'' è più antica, essendo stata costruita nell'XI secolo. Qui, come nella moschea del Venerdì di [[Herat]], in un solo edificio e nei suoi restauri è illustrata tutta la storia della città. La grazia del colore dei Safawidi, come già quello dei Timuridi, impallidisce davanti alla sua venerabile grandiosità. Molte parti sono rozze, alcune sono brutte. Ma la grande cupola ovoidale di mattoni disadorni, costruita dal selgiuchide Malek Shah, ha poche rivali in quanto a espressione di assoluta serenità che è prerogativa delle cupole islamiche.
*Secondo l'iscrizione che corre lungo la cupola {{NDR|descrive la moschea del venerdì}}, la torre funeraria fu costruita nel 1088 da Abu al-Ghanaym Marzuban, ministro di Malek Shah. Ci si domanda quale occasione abbia prodotto in quel momento un'opera di tale genialità. Fu l'influenza di una nuova mente originaria dell'Asia centrale sull'antica civiltà dell'altopiano, il frutto dell'unione di vigore nomadico e di estetismo persiano? I Selgiuchidi non furono gli unici conquistatori della Persia che produssero tale effetto. La dinastia ghaznavide prima di loro, quelle dei mongoli e dei Timuridi dopo, vennero tutte dalle regioni a nord del fiume Oxus e ciascuna produsse un nuovo rinascimento in suolo persiano. Perfino i Safawidi, che ispirarono l'ultima e più languida fase dell'arte persiana, erano originariamente turchi.