Paul B. Preciado: differenze tra le versioni

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*La [[felicità]], in quanto successo personale, non è altro che l’estensione della logica del capitale alla produzione della soggettività. <br>Interessandoci alla difficile e tumultuosa vita di [[Karl Marx|Marx]] è possibile concludere che, contrariamente a quanto la psicologia dell’io e del miglioramento personale cercano di farci credere, la felicità non dipende dal successo personale, né dall’accumulo di proprietà o di ricchezze economiche.<ref name=Articolo>Da ''[https://www.internazionale.it/opinione/paul-preciado/2016/10/27/marx-biografia-felicita-emancipazione-politica articolo]'', ''Libération'', riportato su ''Internazionale.it'', 27 ottobre 2016.</ref>
*La [[felicità]] sta nella capacità di percepire ogni cosa come facente parte di noi stessi, proprietà al contempo di tutti e di nessuno. La felicità sta nella convinzione che essere vivi significhi essere testimoni di un’epoca, sentendosi in questo modo responsabili, in maniera vitale e appassionatamente responsabile, del destino collettivo del pianeta.<ref name=Articolo/>
*Sentire che qualcuno ha smesso di amarti significa, come quando qualcuno muore, accorgersi che il nome delle cose è cambiato, senza che nessuno ti abbia mandato il nuovo vocabolario per decifrarle. Smetterò di chiamare il sole un sole e chiamerò bare i giorni. Tutto sembra simile a com’era prima, tutto è rimasto al suo posto, ma tutto è diverso. Dici buongiorno alle cose, ma loro non rispondono più al loro nome.<ref>Da un [https://www.internazionale.it/opinione/paul-preciado/2018/02/04/amore-fine articolo], ''Libération'', riportato su ''Internazionale.it'', 4 febbraio 2018.</ref>
*L’[[amore]] comincia a essere un movimento sociale che lotta perché la sua lingua minoritaria sia riconosciuta e parlata. Quando l’amore funziona, diventa una federazione dei desideri che si costituisce in accademia reale della lingua, fissando le sue nuove voci e legittimando le nuove parole che contribuiscono al suo splendore. Quando invece l’amore finisce, diventa una lingua vietata: ogni parola del suo lessico scappa da chi l’ha creata, ogni espressione è un crimine.<ref>Da un [https://www.internazionale.it/opinione/paul-preciado/2018/02/04/amore-fine articolo], ''Libération'', riportato su ''Internazionale.it'', 4 febbraio 2018.</ref>
*[...] la verità del genere (come la purezza di sangue nel quindicesimo secolo) non esiste al di fuori di un insieme di convenzioni sociali intersoggettive. Il genere non è una proprietà psichica o fisica del soggetto né un’identità naturale, è una reazione di potere sottomessa a un processo collettivo costante di assoggettamento, e al contempo di sostegno e di controllo, di soggettivazione e di sottomissione.<ref>Da [https://www.internazionale.it/opinione/paul-preciado/2018/03/08/nome-identita articolo], ''Libération'', riportato su ''Internazionale.it'', 8 marzo 2018.</ref>
*A ogni processo di transizione di genere corrisponde una riscrittura completa del contratto sociale, nel quale l’esistenza politica di un corpo può essere affermata o rifiutata. Per un migrante o per un trans, il successo di un viaggio dipende dalla generosità con la quale gli altri vi accolgono e vi sostengono, senza pensare costantemente “ecco uno straniero” oppure “so che in realtà sei una donna”, ma vedendo la vostra singolarità di corpo vulnerabile e alla ricerca di un altro luogo dove la vita potrebbe radicarsi.<ref>Da [https://www.internazionale.it/opinione/paul-preciado/2018/03/08/nome-identita articolo], ''Libération'', riportato su ''Internazionale.it'', 8 marzo 2018.</ref>