Paul B. Preciado: differenze tra le versioni
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*La [[felicità]], in quanto successo personale, non è altro che l’estensione della logica del capitale alla produzione della soggettività. <br>Interessandoci alla difficile e tumultuosa vita di [[Karl Marx|Marx]] è possibile concludere che, contrariamente a quanto la psicologia dell’io e del miglioramento personale cercano di farci credere, la felicità non dipende dal successo personale, né dall’accumulo di proprietà o di ricchezze economiche.<ref name=Articolo>Da ''[https://www.internazionale.it/opinione/paul-preciado/2016/10/27/marx-biografia-felicita-emancipazione-politica articolo]'', ''Libération'', riportato su ''Internazionale.it'', 27 ottobre 2016.</ref>
*La [[felicità]] sta nella capacità di percepire ogni cosa come facente parte di noi stessi, proprietà al contempo di tutti e di nessuno. La felicità sta nella convinzione che essere vivi significhi essere testimoni di un’epoca, sentendosi in questo modo responsabili, in maniera vitale e appassionatamente responsabile, del destino collettivo del pianeta.<ref name=Articolo/>
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*Da dove viene la nostra frustrazione? Dalla nostra avidità? Cosa odiamo quando odiamo “l’altro”, se non una nostra invenzione? Suely Rolnik, psicoterapeuta e collaboratrice brasiliana di [[Félix Guattari]], sostiene che “capitalismo coloniale” è il nome della patologia collettiva contemporanea. Il nostro inconscio è malato di capitale, malato di sfruttamento razziale e sessuale. Malato d’identità. Le catene collettive del linguaggio sono state spezzate. Ma abbiamo deciso di continuare a produrre discorsi su noi stessi come se il problema fosse la soluzione. <ref> Da [https://www.internazionale.it/opinione/paul-preciado/2018/04/02/ribellarsi-e-giusto articolo], ''Libération'', riportato su ''Internazionale.it'', 2 aprile 2018.</ref>
*Nell’epistemologia del “corpo chiuso”, il corpo è inteso come un’entità sacra, determinata dalle leggi naturali, un’anatomia finita, un territorio totalmente mappato, uno spazio recintato (e, sia detto ''en passant'', commercializzato) sul quale la scienza può intervenire per affinare la rappresentazione, ma la cui definizione formale e funzionale è già stata completata. <br>Secondo l’epistemologia del “corpo aperto” il corpo è ridefinito e costantemente modificato dai suoi usi sociali e dalla sua relazione col linguaggio e la tecnologia. <br>La battaglia per la scoperta o l’invenzione di nuovi organi non è una semplice questione di nomi o di rappresentazioni. È un problema eminentemente politico. Laddove esiste un organo è possibile indicare una funzione, un uso, una relazione sociale e, di conseguenza, un processo politico di concatenamento e di riappropriazione.<ref>Da [https://www.internazionale.it/opinione/paul-preciado/2018/04/12/nuovi-organi-trans articolo], ''Libération'', riportato su ''Internazionale.it'', 12 aprile 2018.</ref>
*Un libro, diceva [[Jacques Derrida|Derrida]], è un messaggio che qualcuno ha scritto e che può essere letto anche se il mittente è morto, e che anzi va letto come se il mittente fosse già morto. Un libro è un messaggio di un morto – indipendentemente dalle caratteristiche vitali del suo autore – in cerca di un lettore vivente capace di decifrarlo. Per questo motivo i libri sono come degli zombi che ci cercano e ci trovano.<ref>Da ''I libri sono come degli zombi che ci cercano e ci trovano'', ''Internazionale.it'', 6 maggio 2018.</ref>
*La soggettività è la forma e non il contenuto della [[filosofia]]. La filosofia non pone una questione sul significato di qualcosa, che sia un’opera d’arte, un concetto, un fenomeno o la storia. Il compito della filosofia è quello di permettere di entrare in contatto con qualcosa a cui fino a quel momento non si aveva accesso. Quello che la filosofia costruisce e modula è quindi la relazione, inventando un processo di soggettivizzazione che non esisteva in precedenza. Per questo motivo la filosofia è come l’arte, una questione di finzione.<ref>Da ''I libri sono come degli zombi che ci cercano e ci trovano'', ''Internazionale.it'', 6 maggio 2018.</ref>
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