Eugenio Garin: differenze tra le versioni

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→‎Dall'Illuminismo all'idealismo: Terenzio Mamiani della Rovere
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*Avversario e minuto critico del sensismo fu ancora Tommaso Valperga di Caluso, [...]. Ed ancorché la sua critica al kantismo, pur assai lodata dal Rosmini, sia povera cosa e derivata da una cognizione di seconda mano, è innegabile che contro il sensismo egli venne sostenendo non senza garbo, che non dal sentire ha inizio la nostra cognizione, ma «dal notar che noi facciamo ciò che si sente», ossia un giudizio primitivo. (vol. 3, parte quinta, cap. 2, p. 61)
 
*Se taluno dei suoi piuttosto scarsi scolari volle talora celebrare nel conte [[Terenzio Mamiani|Terenzio Mamiani della Rovere]] (1799-1885) l'ultimo anello della catena che dal Galluppi si continuò in Rosmini e Gioberti, unanime fu il consenso dei suoi maggiori contemporanei e dei posteri nell'affermare il valore pressoché nullo della sua vasta produzione filosofica. (vol. 3, parte quinta, cap. 5, p. 245)
 
*Le pagine che [[Mario Calderoni|Calderoni]] ha scritto sulle ''questioni di parole'', sulla previsione, sul rapporto fra economia e morale (''Disarmonie economiche e disarmonie morali'', 1906), sulla «volontà», su valori e valutazioni, sono fra le più felici della letteratura filosofica del secolo. (vol. 3, parte quinta, Epilogo, p. 354)