Hélène Carrère d'Encausse: differenze tra le versioni

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*Più complessa fu la genesi del Bund. Questo movimento socialista ebraico era stato creato nel 1897 su impulso di Martov e Kremer con il nome di «Unione generale degli operai ebrei di Lituania, Polonia e Russia». E facile capire cosa avesse indotto Martov, Kremer e i loro amici a mettere in piedi una tale unione. Nella Russia agitata della fine del xix secolo, la sorte degli ebrei era particolarmente difficile. Messa di fronte alle persecuzioni e agli obblighi di residenza, la loro comunità si era divisa. Alcuni sognavano un ritorno in Palestina: il sionismo faceva numerosi proseliti. Ma, opponendosi ai sionisti, i partigiani dell'integrazione erano invece favorevoli al socialismo, che, fondato sulla solidarietà della classe operaia, era la risposta sicura all'ostracismo del quale erano vittime e per sostenere la loro causa si appoggiavano alle particolarità sociali della comunità ebraica (cap. 3, p. 66).
*Erano queste le caratteristiche invocate dai partigiani dell'integrazione. I responsabili del movimento operaio lavoravano quindi all'avvicinamento tra operai ebrei e non ebrei, assicurando che quello che li accomunava (la loro condizione) era più importante di quello che li divideva (l'ebraismo). Senza dubbio, nei gruppi operai [[Israele|ebraici]] ci si esprimeva soprattutto in "yiddish", ma per il semplice motivo che quello era il modo più facile di comunicare. Tuttavia, il primo intellettuale ebreo a constatare le difficoltà di un progetto di assimilazione fu proprio Martov. Indirizzandosi il 10 maggio 1894 agli operai di Vilno, egli affermò che gli interessi degli operai russi ed ebrei non erano sempre concordanti. Certamente, essi dovevano lottare insieme, ma gli ebrei non potevano fidarsi completamente dei russi. Occorreva dunque, concluse Martov, formare delle organizzazioni separate. Opinione, questa, destinata ad avere un seguito in un'epoca in cui un terrificante antisemitismo era diventato prassi quotidiana. Fu contro questa visione specifica di un movimento operaio ebraico che il Bund venne invece fondato. Senza dubbio, al momento della sua costituzione, era un'organizzazione della classe operaia ebraica ma, nello spirito di Martov si trattava di un temporaneo sacrificio alle condizioni specifiche della Russia; il fine ultimo era sempre l'internazionalizzazione della classe operaia che bisognava preparare (cap. 3, p. 67).
*[...] l'isolamento di Lenin {{NDR|durante una lunga vacanza sulle montagne svizzere nel 1904}} si attenuò e altri simpatizzanti si raccolsero intorno a lui. Fu dapprima il caso di un giovane medico, suo coetaneo, [[Aleksandr Aleksandrovič Bogdanov|Aleksandr Malinovskij]]. Avvicinatosi molto presto al movimento rivoluzionario, era conosciuto con lo pseudonimo di Bogdanov. I suoi lavori teorici (aveva polemizzato con [[Nikolaj Aleksandrovič Berdjaev|Berdijaijaev]]) e filosofici gli avevano assicurato grande notorietà, oltre che rapporti, con gli scrittori russi più in vista. Dopo l'adesione al bolscevismo nel 1903, Bogdanov si recò nella primavera successiva da Lenin, molto contento di questa visita che gli assicurava un appoggio qualificato. Bogdanov attirerà verso Lenin altri amici come il cognato, [[Anatolij Vasil'evič Lunačarskij|Lunačarskij]], ma anche mezzi finanziari e l'accesso agli ambienti intellettuali russi, con cui è in contatto. Bogdanov prese anche parte alla lunga vacanza nel corso della quale Lenin recuperò l'equilibrio nervoso e il gusto della lotta. (cap. 4, p. 93)
*[...] Anatolij Vasil'evic Lunačarskij, spirito brillante, perfetta inclinazione dell'élite intellettuale russa. Filosofo di formazione, poliglotta, di rimarchevole erudizione in vari ambiti, era entrato molto presto in contatto con il movimento marxista. [...] Ma più che un politico, Lunačarskij era un intellettuale di grande talento, anche se debole di carattere e molto instabile. (cap. 4, p. 93)
*L'incomprensione tra il popolo ed il suo sovrano, già grande, si inasprì ulteriormente. Per [[Nicola II di Russia|Nicola II]] il bagno di sangue del 9 gennaio aveva mostrato la debolezza del potere; lo zar ne concluse la necessità di un giro di vite per ristabilire l'ordine. Per il popolo la sola risposta al massacro, il solo modo per manifestare la solidarietà con i morti, consisteva invece nel proseguimento della lotta. Il terrorismo, che pareva scomparso, riapparve in modo eclatante. Il 4 febbraio 1905, il granduca Sergio, zio dell'imperatore e governatore di Mosca, cadde sotto i colpi dello studente Ivan Kaljaev, discepolo dei social-rivoluzionari. Gli studenti erano del resto entrati nel movimento, disertando i corsi, organizzando manifestazioni nelle università, e unendosi ovunque agli operai (cap. 5, p. 104).
*Ma, in quell'agitato mese di maggio, si verificò un altro avvenimento destinato a imporsi all'attenzione dei social-democratici di ogni tendenza. A Ivanovo-Voznessensk, centro dell'industria tessile, gli operai in sciopero elessero un soviet che avrebbe continuato le sue attività per due mesi. Un'innovazione politic di rilevo! Poco dopo, l'ammutinamento della corazzata Potemkin nel porto di Odessa testimoniò che da un capo all'altro dell'impero, negli ambienti sociali più diversi e nei modi più disparati, la protesta sociale si andava estendendo (cap. 5, p. 105).