Marco Revelli: differenze tra le versioni

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*È possibile ricostruire un marxismo nel silenzio? [[Costanzo Preve]] ci prova. E su questa via si impone un compito molto ambizioso: sottrarre la filosofia del materialismo storico — sono parole sue — alla doppia ''impasse'' dei marxismi orientale e occidentale, chiusi entrambi nell'accettazione del socialismo reale (il primo) e del capitalismo reale (il secondo) come "orizzonti intrascendibili". Un compito che lo porta a gettare a mare buona parte dei fondamenti ideologici del marxismo novecentesco, ripercorrendo a ritroso quasi un secolo e mezzo alla ricerca del filo perduto tra le diverse avventure dei marxismi. E a rischiare, nel contempo, il confronto con gli altri — con i "pensatori epocali" come Weber e Heidegger, che seppero pensare radicalmente la modernità.<ref>Da ''Marxismo in solitudine'', recensione a Costanzo Preve, ''La filosofia imperfetta. Una proposta di ricostruzione del marxismo contemporaneo'' su ''l'Indice dei libri del mese'', gennaio-febbraio 1985, anno II, N. 1.</ref>.
*Noi invece applicammo lo schema dell'[[operaismo]] alle catene di montaggio della Fiat, identificando nell'operaio concreto che vedevamo il soggetto che l'operaismo ci aveva disegnato. Ma applicammo quello schema in modo rozzo, volgare, senza fare alcun passo in avanti, senza cogliere i limiti di quella pura e semplice descrizione sociologica del soggetto, limitandoci a far circolare i contenuti delle lotte, a fare i postini del soggetto operaio con i volantini da una porta all'altra di Mirafiori, a informare i diversi reparti su ciò che facevano gli altri, senza aggiungere nulla a ciò che quella lotta era in grado di fare.<ref name=oper>Da ''Quando Nietzsche incontrò Marx: per un bilancio storico dell'operaismo italiano'', in ''Un'onda vi seppellirà'', supplemento a ''MicroMega'' 2008, n. 6, pp. 179 e segg. ISSN 97703497371038004</ref>
*Eppure non è mai venuto meno un aspetto fondamentale di quell'ispirazione originaria, ovvero il rifiuto del minoritarismo, che credo sia validissimo anche nella situazione odierna. Insomma, anche oggi il problema non è di creare ununa piccola [[sinistra]]: o si riesce a creare una grande sinistra oppure non vale la pena di impegnarsi a fare nulla.<ref name=oper/>
*Il [[progressismo]] è la malattie senile del [[riformismo]].<ref name=oper/>
*Il 12 dicembre 1969 segna una frattura, nella storia della repubblica [...] perché effettivamente, allora, insieme a sedici persone comuni, morì un pezzo significativo della prima repubblica: una parte consistente dell'apparato statale passò consapevolmente nell'illegalità. Si pose come potere criminale continuando a occupare istituzioni vitali ed essendone tollerato (sono migliaia i 'servitori dello Stato', poliziotti, giudici, agenti segreti, politici, cancellieri, ministri, passacarte e uomini di mano che hanno cooperato per realizzare e poi coprire, depistare, insabbiare, rendere impunibile quel delitto). È da allora che l'Italia ha cessato di essere una democrazia costituzionale in senso pieno. (da ''Le due destre'', Bollati Boringhieri, 1996)