Marguerite Yourcenar: differenze tra le versioni

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{{NDR|Marguerite Yourcenar, ''Come l'acqua che scorre: tre racconti'', traduzione di Maria Caronia, Einaudi, 1983}}
 
==Moneta del sogno==
Il muro della camera magica si dissolse: soffiarono venti, senza apportare una boccata d'aria nella caverna gremita di spettri, poiché anch'essi non erano che fantasmi di venti. La sala, come un tunnel, si aprì sull'universo. Il dittatore inaugurava una mostra d'arte romana; ebrei, colpevoli della loro razza, varcavano alla rinfusa la frontiera del Reich; cannoni tuonavano nel deserto mongolo. Angiola chiuse gli occhi, lasciando passare quei residui di gesti semidigeriti dal Tempo, che per qualche settimana si sarebbero ancora sparpagliati per il mondo, staccati dalle loro cause, prima d'imputridire come foglie morte. Lei non era venuta lì per vedere quegli spezzoni banali realizzati con grandi spese dalla ditta Universo e Dio. [...] Infine, la sua voce le tornò, come un'eco, ripercossa dal muro di tela bianca. Truccata di luce come la faccia illuminata del globo, l'immensa faccia di Angiola Fides girò lentamente sulla notte, bagnata da un dolce chiaroscuro come da un vapore nato dal suo alito, con le tempie e la fronte bordate da una cupa foresta, il valloncello delle guance sotto gli zigomi delicatamente salienti, i laghi degli occhi, la faglia delle labbra che s'apriva sull'abisso interiore. Come davanti a uno specchio, lei si passò la mano sui capelli per rimettere a posto una ciocca fuori posto sulla fronte di Angiola Fides, dimenticando che aveva cambiato pettinatura. In un certo senso, intravedeva solo una morta. La camera magica, grossolana riproduzione della memoria umana, non la poteva restituire a se stessa che al passato. Ma anche, in un senso meno stupido di quello comune, lei aveva davanti a sé un vampiro: quel pallido mostro aveva bevuto tutto il sangue d'Angiola, senza comunque riuscire a rivestirsi di carne. Lei aveva sacrificato tutto a quel fantasma dotato d'ubiquità, gratificato dalla macchina da presa di visioni di un'immortalità fittizia che non escludeva la morte.
 
{{NDR|Marguerite Yourcenar, ''Moneta del sogno'', traduzione di Oreste Del Buono, Bompiani, 1984}}
 
==Note==