Federico II di Svevia: differenze tra le versioni

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[[ImmagineFile:Friedrich ii hrr.png|thumb|Federico II del Sacro Romano Impero]]
'''Federico II di Svevia''', '''Federico II Hohenstaufen''', o '''Federico I di Sicilia''' (1194 – 1250), imperatore del Sacro Romano Impero dal 1220 al 1250.
 
==Citazioni di Federico II==
 
*Il giorno che vorrò castigare una provincia la farò governare da un filosofo. (citato<ref>Citato in [[Umberto Eco]], ''Sulla letteratura'', Bompiani)</ref>
*[[Melfi]] nobile città dell'Apulia, circonvallata da mura di pietra, celebre per salubrità dell'aria, per affluenza di popolazioni, per fertilità dei suoi campi, ha un castello costruito su di una rupe ripidissima, opera mirabile dei Normanni.<ref> Gennaro Araneo, ''Notizie storiche della città di Melfi nell'antico reame di Napoli'', Sodi, 1866, p.23.</ref>
*Non invidio a Dio il paradiso perché sono ben soddisfatto di vivere in [[Sicilia]].<ref>Citato in ''[https://www.ansa.it/web/notizie/canali/inviaggio/sapori/2015/05/05/terra-madre-la-sicilia-allexpo-di-milano_2f1643de-38c2-4a31-bfd8-9411fc26da1b.html Terra Madre, la Sicilia all'Expo di Milano]'', ''ansa.it'', 5 maggio 2015.</ref>
 
===Attribuite===
*Il mondo è vittima di tre impostori: [[Mosè]], [[Cristo]] e [[Maometto]], due dei quali morti in maniera onorevole, a differenza di Cristo morto in croce.<ref>La paternità della frase appartiene agli ambienti della [[Sorbona]] intorno al 1200. Fu attribuita a Federico II dalla propaganda papale anti-imperiale (cfr. Hubert Houben, ''Federico II. Imperatore, uomo, mito'', il Mulino, 2009 ISBN 978-88-15-13338-0 (p. 121)</ref><ref name="Houben57">Hubert Houben, ''Federico II. Imperatore, uomo, mito'', Il Mulino, 2009 ISBN 978-88-15-13338-0 (p. 57)</ref>.
 
==Citazioni sull'operato di Federico II==
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*Egli adunque allor si propose di ristabilire da una parte le leggi normanne già andate in disuso, ed altre nuove leggi egli ordinò: secondo questo disegno commise al suo cancelliere [[Pier delle Vigne]], perché compilasse un codice, il quale comprendesse non solo le costituzioni da lui ordinate, ma quelle ancora dei re normanni, che ei volle autorizzare espressamente.
 
*Ma Federigo suo figlioulo fu di altissimo animo, e delle cose di Stato intendentissimo. Comeché egli avesso conservato il sistema della ''polizia'' normanna, pure accrebbe, e vie meglio ordinò alcune leggi, e tutte le ridusse in un codice. Al gran Giustiziero aggiunse quattro Giudici, o sia la Gran Corte. E statuì che due volte l'anno nella città di Piazza [Piazza Armerina] si dovesse tener parlamento, ove si presentassero contro i Magistrati le querele dei sudditi. E in questi tempi cominciano a far comparsa le ''Università'', e ad assister nei Parlamenti. E quantunque egli fosse involto in continue, ed aspre guerre, pure amò le lettere, e nella sua Corte in Palermo fu coltivata la poesia volgare, dove fiorirono «I Siciliani, Che fur già i primi». (''Discorsi intorno alla Sicilia'', Libro I, pp. 22-23)<ref>Citato in ''[http://books.google.it/books?id=SnQ1AAAAcAAJ&pg=PA348&lpg=PA348&dq=sicilia+invidia&source=bl&ots=DhEtEYcd-J&sig=HcontYKrwT6FSwOsJxm0jOnESaU&hl=it&sa=X&ei=4ldlVMiCIoPUOOHggZAP&ved=0CGcQ6AEwDA#v=onepage&q=sicilia%20invidia&f=false].</ref>
 
*{{NDR|Sulla riforma federiciana del potere locale riguardante l'ammissione dei Comuni nei Parlamenti}} Pure il maggior grado di rappresentanza fu quello di essere stati ammessi nei parlamenti. Vedea Federigo, che da per tutto in Europa davasi ai comuni importanza e vigore, e già alcuni tra i Sovrani chiamavanli alle corti generali della nazione ad opporre i suffragj e la unione di quelli al corpo feudale.
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*{{NDR|Associandolo alla Bestia dell<nowiki>'</nowiki>''[[Apocalisse di Giovanni]]'', XIII}} Sale dal mare una bestia piena di nomi blasfemi, la quale, infierendo con zampe d'orso e con fauci di leone, e nelle altre membra con forma di leopardo, apre la bocca per oltraggiare il nome divino, e non smette di assalire con simili dardi né il tabernacolo di Dio né i santi che abitano nei cieli. ([[papa Gregorio IX]])
*Se la bontà, la moderazione, la virtù, le sostanze, la nobiltà, potessero far resistere alla morte, non sarebbe morto Federico, che qui giace. ([[Giovanni Villani]])
:''Si probitas, sensus, virtutum gratia, census, | Nobilitas orti possent resistere morti, | Non foret extinctus Fredericus, qui jacet intus...''
*''Tale imperò che gentilezza<ref>Qui "gentilezza" ha il significato di [[nobiltà]].</ref> volse, | secondo 'l suo parere, | che fosse antica possession d'avere | con reggimenti belli''. ([[Dante Alighieri]])