Charles Langbridge Morgan: differenze tra le versioni

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*Quand'ero fanciullo, [[Dio]] mi teneva per mano, ma io fuggii da lui, e, nella mia giovinezza, avendo bisogno di pace, dissi: voglio trovarlo. Frugai la città con la mia lampada così tersa e pulita che i miei compagni me la invidiavano. Cercai diligentemente per la campagna; con una candela cercai fra le stelle; mi feci umile e strisciai sulla terra guardando nelle buche delle volpi e sotto i petali dei fiori. Ma non trovai né verità né riposo, perché, come un bambino senza intelletto e come molti uomini prima di me, avevo dimenticato che cosa cercavo. Così riposi la mia lampada e la mia candela, gettai via le mie chiavi e piansi, e subito la Sua luce fu dentro di me. Quando tornai alla città, non ero vuoto di essa. Ora sono io nella libertà della Sua prigione, sebbene tutto il mondo martelli alla porta. Dammi la tua mano, o Dio, quando Tu mi chiami fuori. (p. 65)
*Odio l'[[inverno]]; mi lega al mio scrittoio e fa di me un impiegato. (p. 250)
*Alcuni [[Libro|libri]] sono assoluti, assoluti come arte o assoluti come filosofia. Essi non cambiano per le circostanze nelle quali li leggiamo, più di quanto un lago può essere cambiato dalle nostre immagini in movimento che si riflettono in esso. L' ''Odissea'' è un libro così; il ''Fedone'' è un altro...'' (p. 270)
*Timore e [[desiderio]], fanno tutt'uno con l'[[amore]]. (p. 280)
*La [[vita]] non consiste negli atti esteriori che anzi la toccano ben poco. Essa è un'esperienza interna e segreta; coloro che se ne rendono conto – e sono ben pochi, eccetto che nell'infanzia e forse a tarda età – cercano d'intensificare, perché intensificarla vuol dire proteggerla e sostenerla. (p. 281)