Indro Montanelli e Roberto Gervaso: differenze tra le versioni

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*Nuovo Papa fu eletto un vecchio cardinale lucchese che prese il nome di [[Papa Lucio III|Lucio III]]. La nomina non piacque ai romani perché Lucio, a corto come il suo predecessore di quattrini, dovette limitare le elemosine. Dopo poco tempo infatti fu obbligato ad abbandonare l'Urbe e a cercar rifugio nell'Italia del Nord. (cap. 16, 1974, p. 246)
*Col [[Federico Barbarossa|Barbarossa]] calò nella tomba anche una parte dell'Impero: quella che s'estendeva dalle Alpi alla Magra, l'Italia cioè dei Comuni che Federico non era mai riuscito completamente a domare. Per i tedeschi era stato un grande Imperatore, per gli italiani uno spietato tiranno. Fu inferiore al suo modello, [[Carlo Magno|Carlomagno]], ma dall'epoca dei Pipinidi i tempi erano parecchio cambiati. S'erano formati gli Stati nazionali, la città aveva soppiantato la campagna, e la borghesia aveva spezzato le catene del feudalesimo. Era con queste forze nuove che Federico aveva dovuto fare i conti. E non erano, come abbiamo visto, conti facili. Se alla fine non gli tornarono, fu perché l'Impero che egli incarnava era anacronistico. Aveva lottato contro il suo tempo. Ed era stato sconfitto. (cap. 16, 1974, pp. 249-250)
*{{NDR|[[Riccardo I d'Inghilterra]]}} chiese di vedere un eremita calabrese, di nome [[Gioacchino da Fiore|Gioacchino]], che viveva in una caverna sui monti della Sila e godeva fama di profeta. Raccontavano che durante un pellegrinaggio a Gerusalemme Gioacchino aveva visto Cristo che gli aveva consegnato il libro dell'Apocalisse perché vi leggesse il futuro. Riccardo lo interrogò sull'esito della Crociata. Gioacchino disse che Gerusalemme sarebbe stata riconquistata dopo sette anni di dominazione musulmana. Poiché Saladino l'aveva strappata ai Cristiani da appena tre, RiccardiRiccardo ribatté che allora era inutile andare in Terrasanta. Ma l'eremita rispose che facendo l'oroscopo non aveva tenuto conto dei miracoli, e che i sette anni dovevano perciò essere ridotti a tre o quattro al massimo. (cap. 17, 2004, pp. 187-188)
*{{NDR|[[Folco di Neuilly]]}} Era un uomo tarchiato, analfabeta e di modi grossolani. Vestito di stracci, con una bisaccia a tracolla e un crocifisso di legno sul petto, viveva a bordo di un macilento ronzino e si nutriva esclusivamente di erbe e di pane secco. Predicava nelle piazze, agli angoli delle strade e, nella foga di far proseliti, persino nei bordelli. I suoi seguaci dicevano che per bocca sua parlava lo Spirito Santo, ma i suoi sermoni erano sgrammaticati e sconclusionati, e il tono minaccioso e apocalittico. [...] fu l'infaticabile ''agit-prop'' di [[Papa Innocenzo III|Innocenzo]] nelle campagne e alle Corti di Francia. Bussò alla porta di centinaia di castelli, rastrellò oboli e promesse, e in cambio dispensò, a nome del Pontefice, benedizioni e indulgenze. (cap. 18, 1974, pp. 261-262)