Matteo Renzi: differenze tra le versioni

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*Il segretario del Pd voleva scassare la Costituzione a colpi di "o me o il diluvio", "se perdo lascio tutto". Obiettivo fallito. Ma è riuscito invece pienamente nell'impresa di annullare il parlamento soffocandolo con il record di due leggi elettorali ottenute a colpi di voti di fiducia. Quel che non ha potuto cancellare ha tentato di svilirlo.
*{{NDR|Nel 2017}} L'immagine offerta dal capo del governo {{NDR|Paolo Gentiloni}} – all'Italia e all'Europa – durante gli ultimi mesi, non è stata evanescente e tantomeno impalpabile, e ha dimostrato che i danni prodotti dall'arroganza politica renziana si potevano in parte evitare. Forse sarebbe bastato che Renzi mantenesse la parola data un anno fa, dopo la batosta del referendum: lasciare la politica.
*{{NDR|Nel 2016, dimissioni del governo Renzi}} La pagliacciata delle dimissioni televisive, offerte al pubblico di terza serata, hanno imbarazzato e intralciato il lavoro del presidente della Repubblica, l'unico che le avrebbe dovute ricevere in prima battuta, senza lacrimucce e abbracci. E purtroppo non sarà questo '’ultimo strappo che il rottamatore, l'uomo del cambiamento, il rinnovatore della politica italiana, il riformatore della Costituzione, ci lascia come pesante eredità da smaltire.
*{{NDR|Nel 2017}} Non lo farà, non farà un passo di lato così come non accetterà i buoni consigli che alcuni commentatori gli inviano a mezzo stampa (fai autocritica, buttati a sinistra), perché, molto semplicemente, certi suggerimenti vanno a sbattere contro il progetto e la cultura politica di Renzi.
*{{NDR|Nel 2018}} Renzi lascia la segreteria e un partito stremato ma non abbandona l'idea di essere ancora lui la carta vincente, di essere colui che possiede la giusta linea e, proprio per questo, punta tutta la posta che ha davanti sull'ingovernabilità.