Henry de Montherlant: differenze tra le versioni

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*'''Alvaro''': Dio non vuole né cerca: Egli è l'eterna calma. Non volendo niente tu rispecchierai Dio. (1950, p. 66)
*'''Alvaro''': Partiamo per vivere. Partiamo per essere morti e viventi in mezzo ai viventi. (1950, p. 66)
*'''Alvaro''': Saremo gli ultimi! Quanta forza in questa parola, ultimi, che s'apre sul nulla sublime! (1950, p. 66)
*La [[carità]] contiene parecchi caratteri della passione, perché in ogni sentimento d'indole religiosa, tendente a un assoluto, c'è della passione. La carità ha della passione tutto quanto è fuoco, impetuosità, austerità, esclusività, tirannia, ma serba in sé una parte contemplativa, pura e disinteressata.<ref>Citato in Antonio Corsaro, ''Per Montherlant'', in ''Astrattismo nella poesia francese del Seicento e altri studi'', Palermo, Flaccovio, 1968, pp. 258-259.</ref>
*Un ceppo di quel legno durissimo che nelle Indie orientali chiamano «angelino», del quale i conquistatori avevano rivestito la prora d'una delle loro navi, era venuto a dare in secco sopra uno degli scali di Lisbona, ove serviva di sedile ai poveri. Re Filippo Secondo, veduto il ceppo e saputo il suo ufficio, se n'era commosso e lo aveva fatto mandare all'Escuriale, ove similmente serviva di panca ai poveri. Ora, Filippo Secondo, vicino a morte, comandò che la sua bara fosse tagliata in quel ceppo. Lo stesso legno che aveva solcato i mari sconosciuti, per portare di là da essi la Rivelazione, il legno dei conquistatori divenuto legno dei poveri – Dio, la guerra, la carità – finì barca tenebrosa, la barca di sogno devoluta all'ultimo viaggio del monarca dell'universo.<ref>Citato in Antonio Corsaro, ''Per Montherlant'', in ''Astrattismo nella poesia francese del Seicento e altri studi'', Palermo, Flaccovio, 1968, p. 255.</ref>