Michela Marzano: differenze tra le versioni

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*Paradossalmente, il «declino dell'impero patriarcale» va di pari passo con l'aumento delle violenze contro le donne. L'emancipazione della donna non porta ancora all'equilibrio sperato. Il bisogno dell'uomo di dimostrare la propria superiorità prende al contrario forme estremamente inquietanti. Dietro lo [[violenza sessuale|stupro]] c'è quasi sempre il bisogno di umiliare la donna, la volontà di lasciare una traccia di sé su quest'essere che si continua a considerare inferiore.
*Quanto più il tempo passa, tanto più si assiste, in Italia, a un attacco sistematico contro le conquiste femministe. Che si tratti delle rappresentazioni degradanti dei media o del linguaggio sessista utilizzato in politica, il risultato è sempre lo stesso: ''ridimensionare'' la donna, ricordandole come il suo posto «naturale» sia accanto all'uomo, zitta e consapevole della superiorità maschile. In fondo, il sistema della politica e il sistema televisivo si intrecciano a meraviglia e riflettono una visione molto precisa dei ruoli di genere. L'uso della parola spetta agli uomini. Le donne devono limitarsi a essere belle e tacere.
*Il problema degli insulti, dei cosiddetti «discorsi dell'[[odio]]» (''hate speech''), è complesso. Il fenomeno è stato analizzato da alcune femministe americane che, decostruendo i meccanismi di dominazione maschile, hanno puntato il dito sul circolo vizioso dell<nowiki>'</nowiki>''hate speech'' che assegna alle donne un ruolo ben determinato da cui non possono più uscire. Tutte coloro che osano rivendicare ad alta voce l'uguaglianza dei diritti civili non sono prese sul serio: le loro rivendicazioni sono immediatamente discreditate e si utilizza contro di loro non l'argomentazione, ma l'arma subdola dell'insulto che le fa tacere. [...] Quando si urla a una donna a una donna che è una «troia», a un omosessuale che è un «frocio» o a una persona di colore che è uno «sporco negro», lo si fa perché l'altro poi non possa rispondere. Quello che conta non è l'argomento che si utilizza. Nell'offesa non c'è nessun argomento, nessuna idea, nessuna razionalità. Il fine è sempre lo stesso: ferire l'altro perché taccia.
*La vera lotta, per le donne italiane, consiste oggi nel lavorare sui «contenuti» e non più solo sui «contenitori» dell'uguaglianza, impegnandosi perché cambino l'atteggiamento e la mentalità maschili. L'emancipazione della donna non ha ancora portato all'equilibrio sperato perché gli uomini, nella gran maggioranza, non vogliono rinunciare ai loro privilegi.
*La possibilità di rompere il «soffitto di cristallo» è legata alla necessità, per le donne, di imparare a «fare rete». Dobbiamo pian piano arrivare a costruire un sistema di relazioni al femminile che diventi una risorsa per tutte. Un sistema che permetta di uscire dalla «gabbia invisibile» in cui molte di noi ancora si trovano, perché la tendenza a cedere alle pressioni sociali è sempre forte. [...] Finché le donne accetteranno come un dato di fatto di vivere una «doppia giornata» e non lotteranno, «facendo rete», perché la mentalità degli uomini cambi, nessuna legge potrà mai sbarazzarle dal «soffitto di cristallo» che continua a discriminarle. La libertà conquistata negli anni Sessanta e Settanta non basta più. Per renderla effettiva e accedere all'uguaglianza, bisogna riscoprire il valore della solidarietà.