Rat-Man: differenze tra le versioni

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*Rat-Man, il personaggio creato da Leo Ortolani nel 1989, indossa la maschera più per proteggersi dal mondo che per proteggere il mondo. Rat-Man non ha alcun superpensiero o superpotere, è un supereroe perché da bambino leggeva fumetti. Come tutti noi e, di certo, come me. È un supereroe perché fa cose molto al di sopra dei propri, seppur bassissimi, limiti. Ed è un dadaista perché in un mondo di supereroi che vogliono il bene, il giusto, il ferreo, il corretto, l'integerrimo (prima che la psicanalisi li infettasse), e ci riescono, in un mondo di supereroi civili, lui si ferma al travestimento. Sotto il mantello niente, o chissà. E per questo, lo tiene anche a casa sua, in poltrona. È la maschera a fare il supereroe e non ciò che essa nasconde. ([[Chiara Valerio]])
*Rat-Man — il solo in grado di pescare, da una ciotola ricolma di caramelle, l'unica cacca di gnu tonda come una caramella — nonostante la supervolontà di diventare supereroe, e le premesse esistenziali da supereroe, non riesce a mutare quel condizionale presente ("condurrebbe") in un presente indicativo dello stare al mondo ("conduce"). Perché? Ecco, Rat-Man è incapace di rinunciare all'umano. E l'umano è condizionale, l'umano tentenna, ci ripensa, mente a sé stesso e agli altri, ride di cose atroci, piange e si dispera per fatti minimi, è egoista, approssimativo, pigro, stupido, malinconicamente altalenante fra fantasmi e aspirazioni, pretende di essere consolato, è afflitto dal dubbio di piacere o non piacere agli altri, azzarda ma non decide, bluffa, si racconta storie edificanti e spesso, assai spesso, mai edificate. Rat-Man come tutti, di certo come me, non riesce a rinunciare a questa dialettica bene-male, luce-ombra, pizza margherita con o senza basilico? Ed è un rivoluzionario perché, poco importa se per scelta o nonostante, non cede all'impiegatizio che alberga in ogni supereroe di salvare il mondo appena c'è bisogno, e infatti Rat-Man spreca l'occasione del dolore, dell'orfanità, e della scienza fantascientifica dei superpoteri, per realizzare il superniente che però è il supertutto dell'umano: raccontare una storia a qualcuno, casomai la propria, anche quando non è esattamente credibile. ([[Chiara Valerio]])
*Sono sempre stata un'avida lettrice di ''Rat-Man'' sin da tempi non sospetti, quando gli albetti uscivano random in formato spillato. Ho capito che sarebbe stato eterno amore mentre un pomeriggio, tornata da scuola, durante la mia abluzione quotidiana, mi trovai finalmente per le mani il fumetto monografico ''Il Grande Ratzinga''. Risi così tanto durante la lettura che finii per immergermi e inzuppare parte dell'albo. ([[Giorgia Vecchini]])
 
===[[Sergio Algozzino]]===