Enzo Biagi: differenze tra le versioni

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==Citazioni su Enzo Biagi==
*Al di là delle vicende che ci hanno qualche volta diviso rendo omaggio ad uno dei protagonisti del giornalismo italiano cui sono stato per lungo tempo legato da un rapporto di cordialità che nasceva dalla stima. ([[Silvio Berlusconi]])
*Biagi aveva la qualità di affrontare il frammento del quotidiano. Il problema punto per punto. Senza precipitarsi alla soluzione ma avanzando per ogni passaggio e svolgimento. Quello che le persone volevano ascoltare era ciò di cui lui voleva occuparsi. ([[Roberto Saviano]])
*Biagi è stato una delle figure di maggior spicco del [[giornalismo]] italiano del dopoguerra. Il suo talento per la scrittura si è unito a una grande passione civile, e a una curiosità sempre viva non soltanto per ciò che cambiava nei costumi ma anche negli strumenti e nelle modalità della comunicazione. Da giovane scelse la [[Resistenza]], e questo suo impegno [[partigiano]] per la [[libertà]] e la [[democrazia]] rimase per lui un punto fermo, un tratto indelebile della sua identità di cittadino e di giornalista. La forza delle proprie idee, tuttavia, non fece mai venir meno in Biagi la convinzione di una necessaria autonomia del giornalista, di una irrinunciabile capacità di analisi che doveva esercitarsi su tutti i protagonisti della cronaca proprio per rendere un servizio corretto al pubblico. Biagi ha espresso una grande qualità professionale dando un contributo significativo alla conoscenza e alla libera critica, sale essenziale della vita democratica. ([[Sergio Mattarella]])
*È sempre stato un giornalista che ha fiutato con grande abilità l'animus del momento, dell'opinione pubblica e lo ha cavalcato. ([[Ugo Intini]])
*Non ho la sua statura, anche se lui ha un anno in meno di me. Comunque gli voglio molto bene. Abbiamo iniziato insieme a Bologna, lui era il mio direttore. ([[Guglielmo Zucconi]])
*Non ho mai visto Biagi come un cane da guardia della democrazia quanto piuttosto come uno che non ha mai abbandonato la sua vocazione di guardiano del faro della democrazia. Un guardiano del faro, come Maqroll il gabbiere descritto da Alvaro Mutis, intento a garantire l'illuminazione affinché si possa entrare serenamente in porto piuttosto che guidare le navi, piuttosto che indicargli le rotte, ne illuminava il punto d'arrivo. Affinché tutti potessero scegliere in libertà. Questo il talento di Biagi, e la sua maggior autorevolezza. ([[Roberto Saviano]])
*Al di là delle vicende che ci hanno qualche volta diviso rendo omaggio ad uno dei protagonisti del giornalismo italiano cui sono stato per lungo tempo legato da un rapporto di cordialità che nasceva dalla stima. ([[Silvio Berlusconi]])
*Enzo Biagi, uno che piace solo alle vecchie e ai deficienti. ([[Filippo Facci]])
*Caro Biagi, non faccia il martire, ci risparmi la solita sceneggiata [...]. Lei ha fatto campagna elettorale con i quattrini di tutti, anche degli elettori del centrodestra [...]. Quando si sparge l'incenso conformista lei è sempre il primo. Spostare Il Fatto in un altro orario non sarà come violare una vergine o sgozzare un agnello sull'altare dell'informazione. ([[Giuliano Ferrara]])
*È sempre stato un giornalista che ha fiutato con grande abilità l'animus del momento, dell'opinione pubblica e lo ha cavalcato. ([[Ugo Intini]])
*Enzo Biagi da Lizzano in Belvedere (Bologna) lavora per la Rai dal 1961. Ma la sua voce, prim'ancora che il suo volto, è nota agli italiani da sessant'anni. Nel 1945 fu Biagi, direttore della radio della Quinta Armata alleata, ad annunciare insieme ad Antonio Ghirelli la liberazione di Bologna. Sedici anni dopo, Ettore Bernabei lo chiamò a dirigere il telegiornale Rai, quando ce n'era uno solo. Se ne andò dopo nemmeno un anno: pretendeva di assumere i giornalisti a prescindere dalla tessera di partito, ma non dal talento. Da allora inventò l'approfondimento televisivo, creando programmi memorabili. L'ultimo, Il fatto, partito il 23 gennaio 1995, fu per centinaia di giorni la trasmissione più vista dell'intera televisione pubblica, con uno share medio su otto anni del 24% (sei milioni di telespettatori, con punte fino a dieci): il più alto di tutti i programmi messi in onda dalla Rai nella fascia oraria 20,30-21. Poi un giorno il presidente del Consiglio [[Editto bulgaro|Berlusconi parlò dalla Bulgaria]]: «uso criminoso della televisione pubblica». La sentenza irrevocabile di condanna fu emessa così, su due piedi, senza processo né possibilità di difesa. L'apposito consiglio di amministrazione, da lui stesso nominato tramite i presidenti delle Camere Pera e Casini, e l'apposito direttore generale Agostino Saccà, da lui stesso imposto, s'incaricarono di eseguirla. Per la verità il premier, nella sua magnanimità, aveva lasciato aperto uno spiraglio: «Certo, se cambiano...». Biagi non cambiò, non si pentì, non prestò giuramento di fedeltà al regime. Come pure Santoro e Luttazzi. E il discorso si chiuse lì. ([[Marco Travaglio]])
*Enzo Biagi ha 84 anni, leggo che il sindaco di [[Bologna]] gli ha offerto un incarico. Credo sia benestante, non mi sembra che sia discriminato. Francamente mi preoccuperei di più di quei tanti giornalisti di 20-30 anni che trovano le porte delle redazioni chiuse o non riescono a lavorare. Io credo che ci sia bisogno di professionalità nuove e non mi sembra straordinario che a quell'età siano state interrotte delle forme di collaborazione per far posto a professionalità più giovani. ([[Carlo Giovanardi]])
*Enzo Biagi, uno che piace solo alle vecchie e ai deficienti. ([[Filippo Facci]])
*Hanno arrestato Guareschi, non hanno cacciato Enzo Biagi! Hanno arrestato un uomo che diceva la verità! ([[Vittorio Sgarbi]])
*In fila per salutare il vecchio Biagi, davanti alla camera ardente di via Quadronno, ieri mattina c'era una Milano prevalentemente popolare. Quel genere di popolo decoroso e composto che siamo abituati a definire "antico", ma è perfettamente nostro contemporaneo. Solamente, ci siamo disabituati a vederlo: tanto quanto Biagi, è stato sfrattato dalla televisione per fare posto al neo-popolo adrenalinico, bistrato e burino che staziona giorno e notte nei palinsesti. Con un paio di amici ci siamo trovati a ragionare sulla straordinaria popolarità di Biagi. Per paradosso, ci ha colpito che questa popolarità toccasse proprio a uno "di sinistra". Popolare e di sinistra erano, fino a un paio di decenni fa, quasi sinonimi. Poi qualcosa è cambiato, la sinistra è parsa più in simbiosi con i ceti medi colti, con le élites intellettuali, e se si rivolge al popolo è più per rimproverarlo che per sentirsene parte. Il lascito più prezioso di Biagi, dunque, sta proprio in ciò che a volte gli fu rimproverato: la sua profonda e naturale popolarità, la facilità estrema con la quale sapeva entrare in sintonia con le persone semplici. Per lui essere di sinistra voleva dire essere popolare: pensandoci bene, questo era puro [[anticonformismo]]…. ([[Michele Serra]])
*Ipocrita e arrogante, Enzo Biagi dà di cretino a chi studia il suo posto in palinsesto... Biagi è un mostro sacro degli affari suoi e un ipocrita. ([[Giuliano Ferrara]])
*L'uso che Biagi – come si chiama quell'altro? –, [[Michele Santoro|Santoro]] – ma l'altro? – Lu... [[Daniele Luttazzi|Luttazzi]], hanno fatto della televisione pubblica, pagata coi soldi di tutti, è un uso criminoso. E io credo che sia un preciso dovere da parte della nuova dirigenza di non permettere più che questo avvenga. ([[Silvio Berlusconi]])
*Non ho la sua statura, anche se lui ha un anno in meno di me. Comunque gli voglio molto bene. Abbiamo iniziato insieme a Bologna, lui era il mio direttore. ([[Guglielmo Zucconi]])
*Non ho mai visto Biagi come un cane da guardia della democrazia quanto piuttosto come uno che non ha mai abbandonato la sua vocazione di guardiano del faro della democrazia. Un guardiano del faro, come Maqroll il gabbiere descritto da Alvaro Mutis, intento a garantire l'illuminazione affinché si possa entrare serenamente in porto piuttosto che guidare le navi, piuttosto che indicargli le rotte, ne illuminava il punto d'arrivo. Affinché tutti potessero scegliere in libertà. Questo il talento di Biagi, e la sua maggior autorevolezza. ([[Roberto Saviano]])
*Scrive come parla, e parla come scrive: senza fronzoli, orpelli, pennacchi. Va al sodo, e ci va diritto, infischiandosi di quegl'imbecilli per i quali facilità è sinonimo di superficialità. Riesce a esser sempre nella testa del lettore, senza propiziargli cascaggini e cefalee. La sua prosa, a volte un po' goliardica (il [[sangue]] emiliano non è [[acqua]]), è come un bicchier di lambrusco, che bevi anche se non hai sete. E, dopo averlo bevuto, fai il bis, fino a vuotar la bottiglia. L'hanno paragonato a De Amicis, e non è un paragone a vanvera. ([[Roberto Gervaso]])
*Se [[Indro Montanelli|Montanelli]] è un artista, Biagi è un buon artigiano che ama le citazioni. Sempre le stesse: [[Georges Bernanos|Bernanos]], [[Charles De Gaulle|De Gaulle]], [[Winston Churchill|Churchill]], [[Ennio Flaiano|Flaiano]], [[Leo Longanesi|Longanesi]] e [[Giovannino Guareschi|Guareschi]]. ([[Roberto Gervaso]])
*«Vedrai – mi diceva sicuro il mio compagno [[Giovanni Ferrara|Giovanni]] che di libertà molto aveva studiato e molto sapeva – vedrai che un giorno di [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] rimarrà soprattutto il ricordo dell'uomo che tolse la parola a Enzo Biagi». Aveva capito che fra tutte le ferite che gli anni del cavaliere avevano dato alla cultura e alla politica del nostro paese, quella inferta al pluralismo dell'informazione colpiva non solo l'essenza stessa della nostra delicata democrazia, ma soprattutto i sentimenti della gente, che aveva ormai identificato in Biagi l'uomo, il giornalista libero e scomodo, che criticava sorridendo, che si opponeva con la forza delle idee e non con le grida della superficialità. Che usava parole semplici e antichi detti popolani per fare a pezzi le falsità dei nuovi slogan pubblicitari. ([[Sandra Bonsanti]])
*Hanno arrestato Guareschi, non hanno cacciato Enzo Biagi! Hanno arrestato un uomo che diceva la verità! ([[Vittorio Sgarbi]])
 
==Note==