Karl Kautsky: differenze tra le versioni

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*Il valore dei mezzi di produzione consumati nel processo di produzione riappare immutato nel valore del prodotto.<br>Ma il lavoro non si limita a conservare il valore, esso crea anche nuovo valore. Fino a un certo momento il lavoro creatore di nuovo valore non fa che risarcire il valore speso dal capitalista nell'acquisto della forza-lavoro. Se il lavoro continua anche oltre questo punto, allora esso crea valore eccedente, ''[[plusvalore]]''. (Parte seconda, cap. 2, p. 74)
*La parte della giornata lavorativa nella quale l'operaio lavora oltre i limiti del tempo necessario, producendo non un valore che risarcisce la sua forza-lavoro, ma un plusvalore per il capitalista, Marx lo chiama ''tempo di pluslavoro'', tempo di lavoro supplementare, e il lavoro speso in esso ''pluslavoro''. (Parte seconda, cap. 3, p. 78)
*Il ''tempo di lavoro necessario'' e il ''tempo di pluslavoro'' insieme formano la ''giornata lavorativa''.<br>''Il tempo di lavoro necessario'' è, in date circostanze – un determinato grado di produttività del lavoro, di bisogni della classe operaia ecc. –, una ''grandezza determinata''. [...]. Quanto più lungo è il tempo di lavoro, tanto maggiore – in condizioni altrimenti uguali – è il saggio del plusvalore. Il capitalista tende quindi ad allungare il più possibile la giornata lavorativa. Il suo ideale sarebbe di far lavorare l'operaio ininterrottamente per 24 ore. (Parte seconda, cap. 4, p. 83)
 
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