George Mosse: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*Il monumento nazionale come mezzo di autoespressione nazionale servì a radicare i miti e i simboli nazionali nell'autocoscienza del popolo, e alcuni di essi ancora oggi conservano questa loro funzione. (cap. 1, p. 33)
*Il pensiero politico [[Fascismo|fascista]] e nazionalsocialista non può essere giudicato in termini di tradizionale teoria politica; esso ha poco in comune con quei sistemi razionalmente e logicamente costruiti, ipotizzati da [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Hegel]] o da [[Karl Marx|Marx]]. (cap. 1, p. 35)
*[...] gli stessi fascisti parlarono del loro pensiero politico più come di un «atteggiamento» che come di un sistema, ed esso infatti era una teologia che offriva una cornice al culto nazionale. In quanto tale, i suoi riti e le sue liturgie erano la parte centrale, essenziale, di una dottrina politica, che non si appellava alla forza persuasiva della parola scritta. (cap. 1, p. 35)
*I nazisti e gli altri capi fascisti puntavano, sì, sulla efficacia della [[parola]], ma perfino in questo caso i loro discorsi adempivano più a una funzione liturgica che a costituire un'esposizione didascalica dell'ideologia. La parola detta si integrava con i riti culturali e, in realtà, quello che veniva detto finiva per diventare meno importante dello scenario e dei riti che facevano da contorno al discorso. (cap. 1, p. 35)
*Uno scrittore francese contemporaneo ha coniato la frase «le snobisme du absolu»<ref>J. Laurent, ''Les Bétises'', Paris, 1971, p. 65. {{NDR|N.d.A., p. 49}}</ref> con la quale ha voluto definire uno snobismo letterario e intellettuale alla ricerca di eroi da venerare e dell'eccezionale nella vita quotidiana. Indubbiamente un orientamento come questo era già esistito nel passato, e fu quello che spinse molti intellettuali nelle braccia del fascismo, dove trovarono i loro eroi e una vita diversa dal quotidiano grigiore dell'esistenza borghese. (cap. 2, p. 49)