Sarah Waters: differenze tra le versioni

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Avevo dieci anni quando vidi Hundreds Hall per la prima volta. Era l'estate dopo la guerra e gli Ayres erano ancora una famiglia importante della zona, con gran parte del patrimonio ancora intatto. Si festeggiava la Giornata dell'Impero: ero in riga con gli altri bambini del villaggio a fare il saluto del boy scout mentre la signora Ayres e il Colonnello ci passavano in rassegna consegnandoci le medaglie ricordo. Subito dopo andammo a sederci con i nostri genitori ai lunghi tavoli allestiti per il rinfresco su quello che immagino fosse il prato sud. La signora Ayres avrà avuto ventiquattro o venticinque anni, suo marito qualcuno di più; la loro piccola Susan all'incirca sei. Dovevano sembrare una gran bella famiglia, ma di loro conservo un ricordo molto vago. La casa invece me la ricordo benissimo, perché ai miei occhi era apparsa come un vero palazzo. Ricordo i graziosi particolari segnati dal tempo: i mattoni rossi consumati, i vetri delle finestre incurvati, le modanature di arenaria erose dalle intemperie. Davano all'edificio un'aria confusa e leggermente malsicura... come un gelato, pensai, che comincia a sciogliersi al sole.
 
==BiblliografiaBibliografia==
*Sarah Waters, ''L'ospite'', traduzione di Maurizio Bartocci, Ponte alle Grazie, 2009. ISBN 8862200838