Arthur Schopenhauer: differenze tra le versioni

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*La [[ricchezza]] è come l'acqua salata: più se ne beve, più cresce la sete; lo stesso succede della gloria. (1885, p. 25)
*Il solo [[denaro|danaro]] è il bene assoluto, perché esso non provvede unicamente ''ad un solo bisogno «in concreto,»'' ma ''al bisogno'' in generale ''«in abstracto.»'' (1885, p. 26)
*In tutto ciò che facciamo, come in tutto ciò che ci asteniamo di fare, noi prendiamo in considerazione l'opinione altrui quasi prima d'ogni altra cosa, e si è da una tal cura che in seguito ad un esame profondo vedremo nascere la metà circa dei tormenti e delle [[angoscia|angoscie]] che abbiamo provato. (1885, p. 31)
*Intanto l'orgoglio a più buon mercato è l'orgoglio nazionale. Esso tradisce presso chi ne è tocco l'assenza di ogni qualità ''individuale'' di cui potesse andar fiero, perocché, se così non fosse, questi non sarebbe ricorso ad una qualità che divide con tanti milioni d'individui. (1885, p. 33)
*Le decorazioni sono cambiali tirate sull'opinione pubblica; il loro valore si basa sul credito del traente. (1855, p. 34)
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*Il pazzo corre dietro ai piaceri della vita e non trova che disinganni; il saggio evitai mali. (1885, p. 62)
*[...] per non diventare infelicissimi, il mezzo più certo si è di non domandare d'esser felicissimo. (1885, p. 63)
*Quando si volesse valutare la condizione di un uomo dal punto di vista della sua felicità, bisognerebbe prender notizie non su ciò che lo diverte, ma su ciò che lo attrista, [...]. (1885, p. 64)
*Tenere le pretese il più basso possibile in proporzione colle proprie risorse d'ogni specie, ecco la via più sicura per evitare grandi guai. (1885, p. 64)
*[...] la [[lontananza]] che impiccolisce gli oggetti per l'occhio, li ingrandisce per il pensiero. (1885, p. 67)
*Quanto più il nostro cerchio di visione, di azione e di contatto è ristretto, tanto più siamo felici; e più esso è vasto, più ci troviamo tormentati ed inquieti. (1885, pp. 67-68)
*Bastare a se stesso, esser per se stesso tutto in tutto, e poter dire: «''Omnia mea mecum porto''» (porto con me tutte le cose mie), ecco certamente la condizione più favorevole per la nostra felicità; [...]. (1885, p. 69)
*[...] chi non ama la [[solitudine]] non ama la [[libertà]], perché non si è liberi che essendo soli. (1885, p. 69)
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*Nella vita le cose passano come nel giuoco degli [[scacchi]]; noi ci facciamo un piano: questo però rimane subordinato a quanto piacerà fare nella partita all'avversario, e nella vita al destino. (1885, p. 98)
*Le piccole traversie che ad ogni ora ci molestano, si possono considerare come destinate a tenerci in esercizio perché la forza necessaria a sopportare le grandi sventure non abbia da infiacchirsi nei giorni felici. (1885, p. 101)
*D'ordinario sono semplicemente le loro stesse stupidaggini che la gente chiama [[destino]]. (1885, p. 101)
*Non è il carattere violento, ma la prudenza che fa apparire terribili e minacciosi; tanto il cervello dell'uomo è arma più formidabile dell'artiglio del leone. (1885, p. 102)
*Nella stessa guisa che sopra una nave non ci rendiamo conto del suo cammino se non perché vediamo gli oggetti situati sulla riva allontanarsi e quindi farsi più piccoli, così non ci avvediamo di [[invecchiamento|divenir vecchi]], sempre più vecchi, se non per il fatto che persone d'una età ognora più avanzata ci sembrano giovani. (1885, p. 110)
*La [[vita]] umana, propriamente parlando, non può esser detta lunga né corta, perocché, in sostanza, è la scala su cui misuriamo tutte le altre lunghezze di tempo. (1885, p. 114, nota 48)
 
 
*Quando si vogliono valutare le condizioni di un uomo in quanto alla sua felicità, non bisogna chiedere che cosa lo diverta, ma che cosa lo rattristi.
*Quando una [[disgrazia]] è accaduta e non si può più mutare, non ci si dovrebbe permettere neanche il pensiero che le cose potevano andare diversamente o addirittura essere evitate: esso infatti aumenta il dolore fino a renderlo intollerabile.
*Quanto più ristretto è il nostro [[orizzonte]], la nostra cerchia di attività e di contatti, tanto più siamo felici: quanto più è larga, tanto più spesso ci sentiamo tormentati o angosciati.
*Quasi la metà di tutte le nostre [[angoscia|angosce]] e le nostre ansie derivano dalla nostra preoccupazione per l'opinione altrui.
*Quello che la gente comunemente chiama [[destino]] è costituito per lo più dalle proprie stupide gesta.
*Se la qualità della società si potesse sostituire con la quantità, metterebbe conto vivere nel gran mondo: purtroppo invece cento imbecilli messi in un mucchio non danno ancora un uomo intelligente.
*Tutto ciò che accade dalle cose più grandi a quelle più piccole accade [[necessità|necessariamente]].
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*L'[[ottusità]] dello spirito va sempre unita all'ottusità del sentimento e alla mancanza di sensibilità.
*La vita negli anni della vecchiaia assomiglia al quinto atto di una tragedia: si sa che la fine tragica è vicina, ma non si sa ancora quale sarà.
*Quando una [[disgrazia]] è accaduta e non si può più mutare, non ci si dovrebbe permettere neanche il pensiero che le cose potevano andare diversamente o addirittura essere evitate: esso infatti aumenta il dolore fino a renderlo intollerabile.
 
==''Il fondamento della morale''==