Corrado Alvaro: differenze tra le versioni

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*Sono abbastanza indigeno per rendermi conto dell'animo con cui i miei connazionali lavorano inconsciamente a rovinarsi la reputazione.<ref>Da ''[http://www.bibliotecaginobianco.it/flip/FIL/01/0200/#/1 L'allegria dei poveri]'', ''Fiera Letteraria'', anno I, numero 2, aprile 1946, p. 1.</ref>
 
==''UnGente trenoin nel SudAspromonte''==
===[[Incipit]]===
*La dignità è al sommo di tutti i pensieri, ed è il lato positivo dei [[Calabria|calabresi]], come è la difficoltà contro cui si può urtare inconsapevolmente, poiché è qualche volta tutto quanto ha l'uomo.<ref name=XII>Citato in ''Corrado Alvaro E la Letteratura Tra Le Due Guerre'', [http://books.google.it/books?id=K7h35OzZ0xcC&pg=PA12 p. 12].</ref> (p. 133)
Non è bella la vita dei pastori in Aspromonte, d'inverno, quando i torbidi torrenti corrono al mare, e la terra sembra navigare sulle acque. I pastori stanno nelle case costruite di frasche e di fango, e dormono con gli animali. Vanno in giro coi lunghi cappucci attaccati ad una mantelletta triangolare che protegge le spalle, come si vede talvolta raffigurato qualche dio greco pellegrino e invernale. I torrenti hanno una voce assordante. Sugli spiazzi le caldaie fumano al fuoco, le grandi caldaie nere sulla bianca neve, le grandi caldaie dove si coagula il latte tra il siero verdastro rinforzato d'erbe selvatiche. Tutti intorno coi neri cappucci, coi vestiti di lana nera, animano i monti cupi e gli alberi stecchiti, mentre la quercia verde gonfia le ghiande pei porci neri.
*Quasi tutto quello che si legge qui della [[Calabria]], a parte la letteratura dialettale, è rivolto in genere a magnificare una Calabria che non esiste più, e cioè le colonie greche, e [[Sibari]], e [[Locri]]. La tendenza è al classico.<ref name=XII/> (p. 164)
*Il [[Calabria|calabrese]] è curioso di conoscere e di sapere, la sua delizia è ascoltare le persone colte che parlano, anche se a lui non arriva interamente il senso dei grandi e profondi concetti. È come il povero davanti allo spettacolo di una festa apparecchiata, non per lui, ma di cui gli arrivano i suoni, le luci, i colori. Senza invidia. Con un cocente rimpianto d'un bene fatto per tutti gli uomini.<ref name=XIII>Citato in ''Corrado Alvaro E la Letteratura Tra Le Due Guerre'', [http://books.google.it/books?id=K7h35OzZ0xcC&pg=PA13 p. 13].</ref> (p. 204)
*[...] l'[[Meridione|Italia meridionale]] le ha fatte tutte {{NDR|le guerre}}, considerandole un'evasione e una breccia per l'emigrazione. Ora l'Italia meridionale tenta un'evasione interna [...] meridionalizza la nazione.<ref name=XIII/> (p. 207)
 
===[[Explicit]] di alcune opere===
«Finalmente,» disse, «potrò parlare con la Giustizia. Ché ci è voluto per poterla incontrare e dirle il fatto mio!»
 
'''==''L'uomo è forte'''''==
===[[Incipit]]===
*Soltanto gli uomini sono capaci di ridire vecchie parole con un vecchio tono, scordando gli anni che sono passati (p.12)[L'uomo è forte, Bompiani 1944]
Dale trovò Barbara alla stazione, secondo quanto le aveva scritto,. Doveva consegnarle un pacchetto e una piccola somma di denaro per parte di una zia di lei che abitava all'estero. Dale era stato all'estero fin dall'infanzia; aveva appena passato l'adolescenza, quando seppe che il suo paese era piombato nella guerra civile tra due partiti, Partigiani e Bande. Avevano vinto i Partigiani. Un giorno, quindici anni dopo questi avvenimenti, Dale visitò all'Esposizione internazionale di ***, dove abitava, un padiglione del suo paese d'origine; gli fece molta impressione una scultura che rappresentava una coppia, uomo e donna, alta otto metri, di gesso, che avanzava con passo forte guardando sicura davanti a . Questo gli diede un sentimento di naturalità e di novità che lo tenne in agitazione tutta la sera e poi i giorni seguenti. La coppia di gesso, che avanzava stringendosi la mano, faceva anche paura. Essa simboleggiava la nuova umanità nata da una sanguinosa rivoluzione.
*Morire, ma essere un uomo. Morire, ma vivere (p. 16) [L'uomo è forte, Bompiani, 1944]
 
* Quello d'insegnare qualcosa a qualcuno, è un compito meschino, e non da artisti. La civiltà e il progresso oggi offrono tante forme d'insegnamento che l'arte se ne potrebbe ritenere dispensata. L'arte è l'artista stesso. (p.22) [L'uomo è forte, Bompiani, 1944]
===Citazioni===
*Soltanto gli uomini sono capaci di ridire vecchie parole con un vecchio tono, scordando gli anni che sono passati (1944, p. 12)[L'uomo è forte, Bompiani 1944]
*Morire, ma essere un uomo. Morire, ma vivere (1944, p. 16) [L'uomo è forte, Bompiani, 1944]
* Quello d'insegnare qualcosa a qualcuno, è un compito meschino, e non da artisti. La civiltà e il progresso oggi offrono tante forme d'insegnamento che l'arte se ne potrebbe ritenere dispensata. L'arte è l'artista stesso. (1944, p. 22) [L'uomo è forte, Bompiani, 1944]
 
==''Quasi una vita''==
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*[[Vladimir Vladimirovič Majakovskij|Maiakovski]], il poeta proletario, era un gigante, e aveva uno dei cervelli più grandi che si conoscono. Il suo cervello è conservato nell'istituto per lo studio del cervello, in una boccia d'alcool.
*Osservavo a un prete della Sacra Rota che, spesso, per ottenere l'annullamento del matrimonio, le parti giurano il falso. «Può darsi», mi risponde, «ma all'Inferno ci vanno loro, però».
*Se non vi fossero gli [[Onestà|onesti]], ma predicanti l'amoralità come [[Friedrich Nietzsche|Nietzsc]]<nowiki/>v[[Friedrich Nietzsche{{sic|heNietzscvhe}}]], il mondo sarebbe d'una insopportabile virtù o ipocrisia.
*Tutti accettano una [[bugia|menzogna]] convenzionale, anzi la trovano meravigliosa. Uno ha il coraggio di insinuare che non è bella, e anzi che non è vera. E così via, da una parola all'altra, tutti finiscono col giudicarla falsa, ignobile, ributtante.
*Volgari si nasce. La volgarità, nelle arti, la volgarità piacevole, che vi incanta, è inimitabile. È un dono di natura come il genio.
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*Una nave di emigranti tornava in patria. Alcuni di questi emigranti, in vista della patria, impazzirono vaneggiando di essere diventati tutti ricchi.
 
==[[Incipit]]''Un ditreno alcunenel opereSud''==
*La dignità è al sommo di tutti i pensieri, ed è il lato positivo dei [[Calabria|calabresi]], come è la difficoltà contro cui si può urtare inconsapevolmente, poiché è qualche volta tutto quanto ha l'uomo.<ref name=XII>Citato in ''Corrado Alvaro E la Letteratura Tra Le Due Guerre'', [http://books.google.it/books?id=K7h35OzZ0xcC&pg=PA12 p. 12].</ref> (p. 133)
===''Gente in Aspromonte''===
*Quasi tutto quello che si legge qui della [[Calabria]], a parte la letteratura dialettale, è rivolto in genere a magnificare una Calabria che non esiste più, e cioè le colonie greche, e [[Sibari]], e [[Locri]]. La tendenza è al classico.<ref name=XII/> (p. 164)
Non è bella la vita dei pastori in Aspromonte, d'inverno, quando i torbidi torrenti corrono al mare, e la terra sembra navigare sulle acque. I pastori stanno nelle case costruite di frasche e di fango, e dormono con gli animali. Vanno in giro coi lunghi cappucci attaccati ad una mantelletta triangolare che protegge le spalle, come si vede talvolta raffigurato qualche dio greco pellegrino e invernale. I torrenti hanno una voce assordante. Sugli spiazzi le caldaie fumano al fuoco, le grandi caldaie nere sulla bianca neve, le grandi caldaie dove si coagula il latte tra il siero verdastro rinforzato d'erbe selvatiche. Tutti intorno coi neri cappucci, coi vestiti di lana nera, animano i monti cupi e gli alberi stecchiti, mentre la quercia verde gonfia le ghiande pei porci neri.
*Il [[Calabria|calabrese]] è curioso di conoscere e di sapere, la sua delizia è ascoltare le persone colte che parlano, anche se a lui non arriva interamente il senso dei grandi e profondi concetti. È come il povero davanti allo spettacolo di una festa apparecchiata, non per lui, ma di cui gli arrivano i suoni, le luci, i colori. Senza invidia. Con un cocente rimpianto d'un bene fatto per tutti gli uomini.<ref name=XIII>Citato in ''Corrado Alvaro E la Letteratura Tra Le Due Guerre'', [http://books.google.it/books?id=K7h35OzZ0xcC&pg=PA13 p. 13].</ref> (p. 204)
*[...] l'[[Meridione|Italia meridionale]] le ha fatte tutte {{NDR|le guerre}}, considerandole un'evasione e una breccia per l'emigrazione. Ora l'Italia meridionale tenta un'evasione interna [...] meridionalizza la nazione.<ref name=XIII/> (p. 207)
 
===[[Incipit]] di ''Mastrangelina'' ===
=== ''L'Uomo è forte'' ===
Dale trovò Barbara alla stazione, secondo quanto le aveva scritto,. Doveva consegnarle un pacchetto e una piccola somma di denaro per parte di una zia di lei che abitava all'estero. Dale era stato all'estero fin dall'infanzia; aveva appena passato l'adolescenza, quando seppe che il suo paese era piombato nella guerra civile tra due partiti, Partigiani e Bande. Avevano vinto i Partigiani. Un giorno, quindici anni dopo questi avvenimenti, Dale visitò all'Esposizione internazionale di ***, dove abitava, un padiglione del suo paese d'origine; gli fece molta impressione una scultura che rappresentava una coppia, uomo e donna, alta otto metri, di gesso, che avanzava con passo forte guardando sicura davanti a sè. Questo gli diede un sentimento di naturalità e di novità che lo tenne in agitazione tutta la sera e poi i giorni seguenti. La coppia di gesso, che avanzava stringendosi la mano, faceva anche paura. Essa simboleggiava la nuova umanità nata da una sanguinosa rivoluzione.
 
=== ''Mastrangelina'' ===
È mio proposito raccontare quello che accadde nella città di Turio nel 1914. Costretto a vivere nella biblioteca comunale di questa città, vado occupando il mio tempo in un laoro che possa tornare utile a quelli che vorranno rintracciare un momento della storia dei turiesi, o turioti come si suol dire. Naturalmente, questo momento, o il breve periodo che mi metto a descrivere, comprenderà un poco del passato, giacché le persone che vi si incontreranno hanno una storia che raggiunge il suo punto più interessante proprio in quest'anno. Spero che la pazienza per scrivere di queste cose mi assista fino in fondo, e che non mi scoraggi il fatto di vedermi attorno tanti libri negli scaffali, in cui è scritto tutto e in cui tutte le combinazioni della fantasia umana sono esaurite.
 
==[[Explicit]] di alcune opere==
===''Gente in Aspromonte''===
«Finalmente,» disse, «potrò parlare con la Giustizia. Ché ci è voluto per poterla incontrare e dirle il fatto mio!»
 
==Citazioni su Corrado Alvaro==
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*Corrado Alvaro, ''Gente che passa: racconti dispersi'', a cura di Giuseppe Rando, Rubbettino, 2007. ISBN 8849816154
*Corrado Alvaro, ''Gente in Aspromonte'', Garzanti Libri, 2000 (1930). ISBN 8811669758
*Corrado Alvaro, ''L'Uomouomo è forte'', Garzanti Libri, 1966 (1938).
*Corrado Alvaro, ''L'uomo è forte'', Bompiani, 1944.
*Corrado Alvaro, ''Mastrangelina'', a cura di Arnaldo Frateili, Bompiani, 1960.
*Corrado Alvaro, ''Quasi una vita'', Bompiani, Milano, 1950.
*Corrado Alvaro, ''Ultimo diario: 1948-1956'', Bompiani, 1959.
*Corrado Alvaro, ''[http://www.store.rubbettinoeditore.it/un-treno-nel-sud.html Un treno nel Sud]'', Rubbettino, 2016.