Lorenzo Milani: differenze tra le versioni

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ortografia
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*In quanto a San Donato, io ho la superba convinzione che le cariche di esplosivo che ci ho ammonticchiato in questi cinque anni non smetteranno di scoppiettare per almeno cinquanta anni sotto il sedere dei miei vincitori. (da una lettera del 14 luglio 1952, in ''Lettere alla mamma'')
*Non c'è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali. (da ''Lettera a una professoressa'', Libreria editrice Fiorentina)
*Piuttosto mi piacerebbe dire una parola in più, ma non ai giudici, piuttosto ai maestri, ai genitori e ai ragazzi. Se cioè tutti quei begli argomenti sull'obiezione di coscienza si possano applicare anche dal ragazzo nei confronti dei genitori o del maestro. (da ''Lettera all'avvocato Adolfo Gatti del dell'8 gennaio 1966'' in ''A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca'', Chiarelettere, Milano 2011)
*Se si perde loro (gli ultimi) la scuola non è più scuola. E’ un ospedale che cura i sani e respinge i malati…  La scuola ha un problema solo. I ragazzi che perde. La vostra “scuola dell’obbligo” ne perde per strada 462.000 l’anno. A questo punto gli unici incompetenti di scuola siete voi (insegnanti) che li perdete e non tornate a cercarli''. (da Lettera ad una professoressa)''
*Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e [[straniero|stranieri]] allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri miei stranieri. (da ''L'obbedienza non è più una virtù'')