Federigo Verdinois: differenze tra le versioni

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'''Federigo Verdinois''' (1844 – 1927), giornalista, scrittore e traduttore italiano.
 
==[[Incipit]] di ''Racconti inverisimili di Picche''==
— E l'inferma guarirà? — domandai tutto trepidante al dottore.<br>
— Guarirà di certo, se Dio vuole — rispose questi che già s'era levato da sedere e avea preso il cappello per andar via.<br>
— Gli è che, vedete, tutta notte mi ha tenuto in pensiero con quella sua tosse ostinata. Ora però sta meglio. Non è vero che ti senti meglio, Emma?<br>
— Oh sì! — rispose ella con la sua vocina sottile nella quale entrava una nota di fiduciosa allegria. — Non senti? da che il dottore è qui non ho tossito una volta sola.<br>
— Brava! e non tossirete altro, ve lo garantisco — riprese a dire il dottore, seguendo sempre quel suo mirabile sistema curativo di non sentenziare in latino, di scrivere brevi ricette e di dare agli infermi suoi una perfetta sicurezza di guarigione — Il petto non è mica impegnato. Niente di grave. Con un po' di cautela, vi do parola che fra cinque giorni sarete fuori di letto.<br>
— Oh grazie, dottore! — esclamammo ad una voce Emma ed io.
 
==''Profili letterari e ricordi giornalistici''==
*{{NDR|[[Francesco de Sanctis|Francesco deDe Sanctis]]}} Incomincia con singolare acume e pazienza a ricostruire l'uomo e lo scrittore; ne cerca i particolari della vita; ne sfoglia pagina per pagina tutti gli scritti; fruga nelle più riposte pieghe dell'anima del morto, lo fa muovere e parlare, gli spira un secondo soffio di vita. Qualche volta questo soffio è micidiale e riammazza un cadavere dopo averlo galvanizzato e risuscitato; qualche volta compie il miracolo della vera resurrezione. [[Giacomo Leopardi|Leopardi]] è un esempio del primo caso. [[Francesco Petrarca|Petrarca]] del secondo. (da ''Profili letterari, Francesco deDe Sanctis,'' p. 32)
*{{NDR|Francesco deDe Sanctis}} Egli ha portato lo studio del contenuto, cercando determinare la personalità dei soggetti criticati; si è fermato più sull'idea che sulla forma, e più che sull'una e sull'altra, ha cercato di cogliere il punto preciso nel quale esse incontransi e si saldano insieme. Ha levato la critica a dignità di scienza e quel che è più, quel che di lui è caratteristico, ha fatto vedere che anche il critico deve avere un'anima e può e deve essere artista. (da ''Profili letterari, Francesco deDe Sanctis'', pp. 33-34)
*Non conosce riguardi, e se c'è in Italia uomo indipendente, questi è il [[Ruggero Bonghi|Bonghi]], — meno, s'intende, l'attaccamento al partito, il quale attaccamento, se qualche volta è dipendenza, è pur sempre amore, cioè una servilità nobile e volenterosa, che tempra il carattere, purifica l'animo ed accentra in un oggetto solo tutte le idee e tutti gli affetti. Degli uomini che amano a questo modo si suol dire, e si dice bene, che sono tutti di un pezzo. Tale è il Bonghi; non si piega, non concede, non indietreggia. Di questa sua interezza ed indipendenza si direbbe quasi ch'egli si ubbriachi: chiama le cose col nome loro, epperò sembra acre, scortese, violento, quando non è che veritiero. (da ''Profili letterari, Ruggero Bonghi,'' pp. 42-43)
*{{NDR|[[Vittorio Imbriani|Vittorio Imbriani]]}} Di alcuni scrittori si leggono tutti gli scritti e non si riesce poi a riconoscerne uno che non porti sotto tanto di firma in tutte lettere. Non hanno fisionomia, rassomigliano al primo venuto. Di altri basta una lettera, un biglietto scritto in fretta, per indovinare di colpo la mano che l'ha vergato. (da ''Profili letterari, Vittorio Imbriani'', p. 55)
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*{{NDR|Per una singolare coincidenza, F. Verdinois trova nel salotto di Sofia Novikov una copia del Quo Vadis di cui lo scacchista Ivan Ivanovic Scerscenowski gli aveva parlato con entusiasmo la sera del giorno precedente}} [...] Volevate avere il libro? Prendetelo. Me ne direte poi qualche cosa. Dev'essere un libro noioso.... Un titolo latino, figurarsi! <br/> Presi il libro, tornai a casa, lo lessi in una notte, lo divorai, fui invaso da una smania che altri provasse il mio diletto, la commozione, l'entusiasmo. Si sa che le emozioni si raddoppiano, quando son divise. Non accade lo stesso col danaro, pur troppo. (da ''Ricordi giornalistici, Perché tradussi il «Quo Vadis?»'', pp. 247-248)
*{{NDR|[[Gabriele D'Annunzio|Gabriele D'Annunzio]] conosciuto in un locale di Posillipo}}<ref>La terrazza de 'Il figlio di Pietro'</ref> [...] Ho però ancora l'impressione delle parole che gli uscivano di bocca, fluide, vive, armonizzate come una musica. Che fuoco d'ingegno, che originalità di pensieri, che sapore d'italianità! Un vero e proprio [[Giovanni Crisostomo|Crisostomo]]: lo si ascoltava con rapimento e si aveva paura d'interromperlo. (da ''Ricordi giornalistici, D'Annunzio sotto un divano'', p. 277)
 
==[[Incipit]] di ''Racconti inverisimili di Picche''==
— E l'inferma guarirà? — domandai tutto trepidante al dottore.<br>
— Guarirà di certo, se Dio vuole — rispose questi che già s'era levato da sedere e avea preso il cappello per andar via.<br>
— Gli è che, vedete, tutta notte mi ha tenuto in pensiero con quella sua tosse ostinata. Ora però sta meglio. Non è vero che ti senti meglio, Emma?<br>
— Oh sì! — rispose ella con la sua vocina sottile nella quale entrava una nota di fiduciosa allegria. — Non senti? da che il dottore è qui non ho tossito una volta sola.<br>
— Brava! e non tossirete altro, ve lo garantisco — riprese a dire il dottore, seguendo sempre quel suo mirabile sistema curativo di non sentenziare in latino, di scrivere brevi ricette e di dare agli infermi suoi una perfetta sicurezza di guarigione — Il petto non è mica impegnato. Niente di grave. Con un po' di cautela, vi do parola che fra cinque giorni sarete fuori di letto.<br>
— Oh grazie, dottore! — esclamammo ad una voce Emma ed io.
 
==Note==
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==Altri progetti==
{{interprogetto|w|s=Autore:Federigo Verdinois}}
 
[[Categoria{{DEFAULTSORT:Giornalisti italiani|Verdinois, Federigo]]}}
[[Categoria:ScrittoriGiornalisti italiani|Verdinois, Federigo]]
[[Categoria:TraduttoriScrittori italiani|Verdinois, Federigo]]
[[Categoria:Traduttori italiani]]