Impero anglo-indiano: differenze tra le versioni

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*Cerco di vivere come un indiano, come vedete. È stupido, certo, perché nel nostro paese sono gli inglesi a decidere come vive un indiano, ciò che può comprare, che può vendere, e dal loro sfarzo in mezzo alla nostra terribile povertà loro ci istruiscono su che cos'è la giustizia e cos'è sedizione. È così è naturale che le nostre più giovani menti assumano un aria di dignità orientale mentre avidamente assimilano ogni debolezza occidentale quanto più presto è loro possibile.
*Ci avevano chiesto "pazienza". Qualcuno di noi ne ha avuta e qualcuno no. Bene: la loro guerra è finita ora, e quelli di noi che l'hanno appoggiata e quelli di noi che l'hanno rifiutata devono dimenticare le nostre divergenze. E non può esserci più nessun pretesto per gli inglesi ora. L'India vuole l'autogoverno. Esige l'autogoverno!
*– È giunto il momento che riconosciate che siete padroni in casa di qualcun altro. Malgrado le migliore intenzioni dei migliori di voi, siete portati per forza di cose ad umiliarci per controllarci. [...] È ora che ve ne andiate.<br>– Rispettosamente, signor Gandhi, senza l'amministrazione britannica, questo paese sarebbe ridotto al caos.<br>– Signor Kinnoch, la prego di convenire che non c'è popolo sulla terra che non preferirebbe un suo pessimo governo al buon governo di una potenza straniera.
*Noi cerchiamo di fare una nazione, Gandhi. Ma gli inglesi stanno continuando a frantumarci in religioni e principati e province.