Elettrone: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Codas (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Carlo Rovelli: l'elettrone non è in alcun luogo preciso. Non è in un luogo.
Riga 4:
 
*Fino a relativamente poco tempo fa, gli investigatori – i [[fisici]] – avevano a disposizione un ordinato manuale di tattiche per scovare delinquenti, scritto da un criminologo del XVII secolo chiamato [[Isaac Newton|Newton]]. Per decenni quel manuale ha funzionato alla perfezione, facendo scovare e punire i trasgressori. Sfortunatamente, l'elettrone è un criminale più astuto dei suoi predecessori e i metodi usati in precedenza non sono serviti a nulla quando si è cercato di catturarlo. Al suo confronto, gli antichi criminali erano banditi di second'ordine; diversamente da loro, l'elettrone non solo fugge e scompare, ma, nel farlo, infrange tutte le leggi conosciute. ([[Jorge Volpi]])
*[[Werner Karl Heisenberg|Heisenberg]] immagina che gli elettroni ''non'' esistano sempre. Esistano solo quando qualcuno li guarda, o meglio, quando interagiscono con qualcosa d'altro. Si materializzano in un luogo, con una probabilità calcolabile, quando sbattono contro qualcosa d'altro. I «salti quantici» da un'orbita all'altra sono il loro solo modo di essere reali: un elettrone è un insieme di salti da un'interazione all'altra. Quando nessuno lo disturba, non è in alcun luogo preciso. Non è in un luogo. ([[Carlo Rovelli]])
*Non esiste assolutamente alcuna possibilità di descrivere ciò che accade tra due osservazioni consecutive. Può essere certo allettante dire che l’elettrone deve essere stato in qualche posto fra le due osservazioni e che tutto ciò deve aver descritto un certo percorso, o un’orbita, anche se può risultare impossibile sapere quale sia. Nella fisica classica questo sarebbe un argomento ragionevole. Ma nella teoria dei quanta costituirebbe un uso improprio di un linguaggio che […] non può essere giustificato. ([[Werner Heisenberg]])