Cesare Cantù: differenze tra le versioni

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→‎Della indipendenza italiana: Italiani illustri: linciaggio di Giuseppe Prina
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==''Della indipendenza italiana''==
*Il canonico Rosario Gregorio di Palermo (1753-1809) nelle ''Considerazioni sulla storia della Sicilia'' si valse insignemente dei documenti latini ed arabi per delineare il diritto pubblico di quel regno, che ebbe sempre parte così notevole nelle italiche vicende. Nella dedica al viceré principe di Caramanico loda questo e il re d'aver promosso gli studj della botanica e dell'astronomia, e insieme quelli che riguardano le forme e le origini del vivere civile, ergendo una cattedra, alla quale esso Gregorio fu destinato, oltre al titolo di storiografo regio. (Vol. I, cap. XVII, p. 590)
 
==''Italiani illustri''==
*Avvertito dalla romba plebea, il [[Giuseppe Prina|Prina]], che non erasi mai preso paura del buon popolo meneghino, s'asconde: e subito il palazzo suo va a ruba e guasto. Egli stesso, scoperto, denudato, battuto, ferito, gittato dalla finestra, fu afferrato dalla ciurma imbestialita, trascinato per la città colpendolo di parole e di punte quei che l'incontravano (piovicchiava, e le puntate erano d'ombrelli di seta), gridandogli: − Questa è la carta bollata – Quest'è il dazio consumo – Tò il registro - Eccoti il macinato. Lo trafugano in una bottega, ma i casigliani lo respingono per paura della plebe: come per paura i generali e la guardia civica lasciano fare: appena a un sacerdote è permesso accostarsegli e benedirlo; dopo quattro ore di ferini strazj il misero spira, ed è lungamente ancora trascinato il suo cadavere, indi da due popolani trasportato nella vicina chiesa di San Tommaso, e registrato oscuramente fra i morti. (volume II, pp. 558-559)
 
==[[Incipit]] di alcune opere==