Natura: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Codas (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
+2, rimuovo senza fonte
Riga 57:
*La natura [...] non fa niente senza scopo. ([[Aristotele]])
*La natura non rappresenta più la base inesauribile delle risorse economiche né lo spazio indistruttibile di habitat e di vita per l'uomo. ([[Karl-Otto Apel]])
*La natura per costume e per istinto è carnefice impassibile e indifferente della sua propria famiglia, de' suoi figlioli e, per così dire, del suo sangue. ([[Giacomo Leopardi]])
*La Natura per se stessa non è né bella né poetica, né interessante: di bello e commovente non vi ha al mondo che l'uomo; e dove egli manca, io sbadiglio. ([[Vittorio Imbriani]])
*La Natura sente in certo modo il bisogno di rivelarsi, di esprimere il ritmo e le fatiche della propria vita, di trasmettere fino alla nostra coscienza i contorni del suo esistere, le personalità dei suoi esseri singolari, il significato che, pure oscuramente, ogni cosa animata o inanimata, sa di possedere. ([[Giulio Confalonieri]])
Line 79 ⟶ 78:
*O natura, e tu, [[anima]] umana! come le vostre intrecciate analogie giungono al di là di ogni dire! non c'è minimo atomo che si agiti o viva nella materia senza avere un duplicato raziocinante nella mente dell'uomo. ([[Herman Melville]])
*O natura felice! io non so che sia di me, quando sollevo lo sguardo innanzi alla tua bellezza, ma tutta la gioia del cielo è nelle lagrime ch'io verso innanzi a te, come l'amante dinanzi all'amata. ([[Friedrich Hölderlin]])
*''O natura, o natura | perché non rendi poi | quel che prometti allor? Perché di tanto | inganni i figli tuoi?'' ([[Giacomo Leopardi]])
*Oggi la natura (e l'uomo in essa) è agonizzante (si veda, tanto per non fare che un esempio fra gli innumerevoli, B. McKibben ''The end of Nature'', del 1989), perché l'uomo del capitale (o delle multinazionali, o della globalizzazione, se più aggradano queste definizioni truccate di un termine esiliato, per paura, dal vocabolario usuale), quasi in diretta contrapposizione alla magia di [[Giordano Bruno|Bruno]], ha voluto non ''operare con'' la natura, ma sottometterla e violentarla, in vista dell'egoismo del proprio utile, della ''valorizzazione del capitale'', passando, per fare una metafora, dall'''alchimia'' alla ''chimica'' (o, meglio, dalla ''visione del mondo'' della prima a quella della seconda). ([[Luciano Parinetto]])
*Ogni cosa nell'[[uomo]] è principiata dalla natura e poi dalla [[ragione]] e dall'[[arte]] è compiuta. ([[Terenzio Mamiani]])
Line 95 ⟶ 93:
*Tecnica e natura non sono in contraddizione – se così le intendessimo, ciò sarebbe un sintomo di disordine presente nella vita. L'uomo che tenta di scusare la propria incapacità addebitandola ai propri mezzi senz'anima, somiglia al millepiedi della favola, condannato all'immobilità perché troppo occupato a contare i propri arti. ([[Ernst Jünger]])
*Tra i vari movimenti di pensiero che in questi ultimi decenni hanno proposto al mondo civile nuove concezioni morali e sociali, uno dei più incisivi è certamente quello che sostiene un rapporto diverso tra uomo e natura. L'obiettivo finale consiste nel convertire la tradizionale cultura antropocentrica, che vede la natura asservita incondizionatamente ai bisogni della specie umana, in una cultura che potrebbe essere definita ecocentrica o naturocentrica o solidaristica. L'uomo è collocato nel contesto naturale come una delle tante componenti e la natura è la grande madre da cui uomini, piante e animali sono stati generati. Pertanto l'amore per l'ambiente non dovrebbe essere solo quello, sottilmente egoistico, che mira a valorizzarlo e a migliorarlo per rendere la vita più piacevole e più sana, ma è un dovere, un imperativo morale di rispetto quasi sacrale per madre natura che crea e nutre tutte le specie, quella umana compresa. (''[[Una carezza per guarire]]'')
*Una grandissima parte di quello che noi chiamiamo naturale, non è; anzi è piuttosto artificiale: come a dire, i campi lavorati, gli alberi e le altre piante educate e disposte in ordine, i fiumi stretti infra certi termini e indirizzati a certo corso, e cose simili, non hanno quello stato né quella sembianza che avrebbero naturalmente. In modo che la vista di ogni paese abitato da qualunque generazione di uomini civili, eziandio non considerando le città, e gli altri luoghi dove gli uomini si riducono a stare insieme; è cosa artificiata, e diversa molto da quella che sarebbe in natura. ([[Giacomo Leopardi]])
*Tutto ciò che si disgrega, che si schianta, che si discioglie nel mondo minerale, produce alla Natura la massima sensazione di voluttà e di gioia. ([[Rudolf Steiner]])
*''Usanza è di Natura, ove ella manchi | In una cosa, di supplir coll'altra.'' ([[Agnolo Firenzuola]])
Line 132 ⟶ 129:
*Non è una mia fantasia che la vista del cielo, delle nubi, della luna e delle stelle mi renda tranquilla e paziente. È una medicina migliore della valeriana o del bromuro. La natura mi rende umile e pronta ad affrontare valorosamente ogni avversità.
*Per chi ha paura, o si sente incompreso e infelice, il miglior rimedio è andar fuori all'aperto, in un luogo dove egli sia completamente solo, solo col cielo, la natura e Dio. Soltanto allora, infatti, soltanto allora si sente che tutto è come deve essere, e che Dio vuol vedere gli uomini felici nella semplice bellezza della natura. Finché ciò esiste, ed esisterà sempre, io so che in qualunque circostanza c'è un conforto per ogni dolore. E credo fermamente che ogni afflizione può essere molto lenita dalla natura.
 
===[[Giacomo Leopardi]]===
*''O natura cortese, | son questi i doni tuoi, | questi i diletti sono | che tu porgi ai mortali. Uscir di pena | è diletto fra noi. | Pene tu spargi a larga mano; il duolo | spontaneo sorge e di piacer, quel tanto | che per mostro e miracolo talvolta | nasce d'affanno, è gran guadagno.''
*''O natura, o natura | perché non rendi poi | quel che prometti allor? Perché di tanto | inganni i figli tuoi?'' ([[Giacomo Leopardi]])
*Tu {{NDR|Natura}} sei nemica scoperta degli uomini, e degli altri animali, e di tutte le opere tue; che ora c'insidii ora ci minacci ora ci assalti ora ci pungi ora ci percuoti ora ci laceri, e sempre o ci offendi o ci perseguiti; e che, per costume e per instituto, sei carnefice della tua propria famiglia, de' tuoi figliuoli e, per dir così, del tuo sangue e delle tue viscere. (''[[Operette morali]]'')
*Una grandissima parte di quello che noi chiamiamo naturale, non è; anzi è piuttosto artificiale: come a dire, i campi lavorati, gli alberi e le altre piante educate e disposte in ordine, i fiumi stretti infra certi termini e indirizzati a certo corso, e cose simili, non hanno quello stato né quella sembianza che avrebbero naturalmente. In modo che la vista di ogni paese abitato da qualunque generazione di uomini civili, eziandio non considerando le città, e gli altri luoghi dove gli uomini si riducono a stare insieme; è cosa artificiata, e diversa molto da quella che sarebbe in natura. ([[Giacomo Leopardi]])
 
===[[Jean-Jacques Rousseau]]===