Georg Wilhelm Friedrich Hegel: differenze tra le versioni

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sono andato in biblioteca e ho trovato la citazione dall'edizione del 2008
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*Nella misura in cui il [[fascismo]] dipende da una fonte filosofica, non è a [[Nietzsche]], ma a Hegel che si ricollega<ref>{{NDR|Nota presente nel medesimo testo da cui è tratta la citazione}} È noto che l'hegelismo, rappresentato da [[Giovanni Gentile|Gentile]], è praticamente la filosofia ufficiale dell'Italia fascista.</ref>. Ci si rifaccia all'articolo che [[Benito Mussolini|Mussolini]] stesso ha consacrato nell' ''[[Enciclopedia Italiana]]'' al movimento da lui fondato<ref>{{NDR|Ibid. nota precedente}} ''Sub verbo'' «Fascismo». L'articolo è stato tradottoo in apertura di B. Mussolini, ''Le Fascisme'', Denoël et Steele.</ref>: il lessico e, più ancora del lessico, lo spirito sono hegeliani, non nietzscheani; anche se Mussolini vi impiega due volte l'espressione «Volontà di potenza», non è a caso che questa volontà sia solo un attributo dell'idea che unifica la moltitudine...<ref>{{NDR|Ibid. nota precedente}} A proposito del [[popolo]], Mussolini scrive: «Non razza, né regione geograficamente individuata, ma schiatta storicamente perpetuantesi, moltitudine unificata da un'idea, che è volontà di esistenza e di potenza [...]» [''La dottrina del fascismo'', Hoepli, Milano 1936, p. 23]</ref><br /> L'agitatore rosso ha subito l'influenza di Nietzsche: il dittatore assoluto se n'è tenuto a distanza. Il regime stesso si è espresso sul problema. In un articolo su «Fascismo» del luglio 1933, [[Cimmino]] nega ogni filiazione ideologica fra Nietzsche e Mussolini. Solo la volontà di potenza costituirebbe un legame fra le loro dottrine. Ma la volontà di potenza di Mussolini «non è egoismo», essa è predicata a tutti gli italiani dei quali il duce «vuole fare dei superuomini» [sic.]. Perché, afferma l'autore, «qualora fossimo tutti superuomini saremmo soltanto tutti uomini. Che poi Nietzsche piaccia a Mussolini è naturale: vi è nel Nietzsche qualcosa che è stata sempre di tutti gli uomini di azione e volontà». La differenza profonda tra Nietzsche e Mussolini è «nel fatto che la potenza come volontà, la forza, l'azione sono fatti dell'istinto, direi quasi della natura fisica, e la possono avere le persone fra loro più opposte, servendosene per i più diversi scopi; mentre l'ideologia è fattore spirituale, ed è sempre una per tutti quelli che l'accettano». È inutile insistere sull'idealismo scoperto di questo testo che ha il merito dell'onesta, se lo si paragona con i testi tedeschi. È più importante notare come il duce venga assolto da una possibile accusa di egoismo nietzscheano. Le sfere dirigenti del fascismo sembrano essere rimaste all'interpretazione stirneriana di Nietzsche formulata intorno al 1908 dallo stesso Mussolini<ref>{{NDR|Ibid. nota precedente}} In un articolo pubblicato allora da un giornale romagnolo, e riprodotto da [[Margherita G. Sarfatti]], ''Mussolini'', trad. fr. [[Albin Michel]], 1927, pp. 117-21 (ed. orig. M.G. Sarfatti), ''Dux'', Mondadori, Milano 1926, p. 101.]</ref>. ([[Georges Bataille]])
*Per mezzo di Hegel la scienza dell'umanità ha fatto un grandissimo passo, avendo egli considerata la storia qual parte spirituale della fenomenologia cosmica, e quindi afferrata la legge del progresso precisamente là dove solamente poteva essere colta, cioè nell'essenza dell'ente potenziale. ([[Francesco Bertinaria]])
*''Quando invece sto leggendo Hegel | mi concentro sono tutto preso | non da Hegel naturalmente | ma dal mio fascino di studioso.'' ([[Giorgio Gaber]])
*Questa conferenza. {{NDR|''Le concezioni Hegeliane'' tenuta da Kojève il 4 dicembre 1937 al Collège de Sociologie}} ci sconvolse, non solo per il vigore intellettuale di [[Kojève]], ma per le sue stesse conclusioni. Lei. {{NDR|[[Lapouge]]}} ricorderà che Hegel parla dell'uomo a cavallo che segna la fine della storia e della filosofia. Per Hegel, quell'uomo era [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]. Ebbene! Kojeve ci svelò quel giorno che Hegel, pur avendo avuto una giusta intuizione, si era sbagliato di un secolo: l'uomo della fine della storia non era Napoleone, ma [[Stalin]]». ([[Roger Caillois]])
*Sciupatore di carta, di tempo e di cervelli. ([[Arthur Schopenhauer]])