Arthur John Strutt: differenze tra le versioni

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*Temendo che non comprendiate la parola «Galantuomo» debbo informarvi che qui è usata per designare una certa classe di uomini che non sono assolutamente obbligati a lavorare per vivere. Disponendo, forse, di un carlino al giorno di rendita, essi sono in grado di vivere in [[ozio]], per farla da padrone nel villaggio ed essere, come sono, «Galantuomi». (Castrovillari, 23 maggio; p. 128)
*[[Reggio Calabria|Reggio]] ci è piaciuta molto. Il molo, sul quale la nostra locanda è situata, è molto bello. Può andare orgogliosa di diverse fontane di cui una, quasi di fronte a noi, è veramente magnifica. E, fatto singolare, a Reggio, quasi tutte le fontane sono sulla spiaggia, e praticamente a qualche metro dal mare. [...] Stamane andammo a fare un giro in città, che ha un aspetto gaio, non tanto sul molo quanto in una bella strada parallela ad esso che sembra essere qui quel che Toledo è a Napoli. (Messina, 10 giugno; pp. 211-212)
*Magnifica la vista che si godeva dallo Stretto. Davanti a noi era [[Messina]] col suo porto pieno di natanti, difeso dalla fortezza di San Salvatore; dietro di noi Reggio splendidamente illuminata dal sole pomeridiano e sullo sfondo le brulle montagne dell'interno, mentre a sinistra s'innalzava maestosamente l'[[Etna]], con la cima coperta di neve scintillante. Il cratere vomitava un denso pennacchio di fumo. (Messina, 10 giugno; p. 216)
*Credo di non aver mai sofferto tanto caldo come a [[Siracusa]] a mezzogiorno. Pur essendo le nostre finestre esposte a settentrione e pur essendo state chiuse accuratamente per non far entrare la torrida aria esterna; pur essendo noi assai stanchi, stesi su buoni letti, e certamente senza indumenti addosso; pur essendo stata esclusa la luce e beneficiando di un profondo silenzio che si stende su di una città addormentata; pur essendo stati abituati a una regolare siesta quotidiana, sta di fatto che, per il caldo, non potemmo chiudere occhio nemmeno per un minuto. Rimanemmo sul letto per tutto il pomeriggio, sudando, inerti, esausti, e fummo lieti quando il fresco della sera ci ridiede la facoltà di muoverci e godere la vita. (Siracusa, 20 giugno,; p. 255)
*L'ingresso di [[Palermo]] colpisce il visitatore, non tanto per la città in sé (la quale è piatta e perciò non si presenta come Napoli con l'imponente castello di Sant'Elmo) quanto per lo stupendo anfiteatro di montagne che formano la baia, e specialmente per la collina di Santa Rosalia, generalmente chiamata [[Monte Pellegrino]], dall'eremo che sorge al sommo. Questo monte, che ha una sagoma singolare, scende a picco sul porto. (Palermo, Palazzo d'Angiò, 30 ottobre,; p. 264)
 
==Bibliografia==