Pasquale Borrelli: differenze tra le versioni

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Elogio funebre dedicato alla memoria di Domenico Barbaja
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'''Pasquale Borrelli''' (1782 – 1849), giurista e filosofo italiano.
 
==[[Incipit]] di ''Principiialcune della scienza etimologica''opere==
===''Elogio funebre dedicato alla memoria di Domenico Barbaja''===
Illustre e folta assemblea qui veggio riunita – Un mesto raccoglimento spira da tutti gli occhi, in tutti i volti è dipinto. E quali eran dunque i grandi pregi dell'uomo che tanti e sì degni deploran perduto? Cadon di giorno in giorno le migliaja de' viventi nell'oscurità dei sepolcri: e di se non lascian orma nel campo della vita. Muojono nel potere, nell'opulenza, nel fasto i prediletti della sorte: e quasi prima che la terra, li copre l'obblio. Pur coloro, in cui rifulsero la dottrina e l'ingegno, possono alcuna volta dipartirsi dal mondo, senza che la taciturna indifferenza del popolo ne sia punto alterata. E che mai dunque può sospingere l'interesse del pubblico anche al di là dell'abisso ch'è spalancato dalla morte? Che mai, se non quelle virtù sociali, cui la natura dié forza di attirare e tener salda la benevolenza degli uomini? Esse appunto, o Signori, amavamo in Barbaja: e sono esse l'origine delle impressioni penose che ne an seguita la perdita.
 
===''Principii della scienza etimologica''===
Uno degli argomenti più difficili ed insieme più turbati dalle prevenzioni degli uomini è quello di cui scrivo. {{sic|V'à}} di coloro i quali stimano che in fatto di etimologie non sia da sperare certezza; e che le stesse congetture d'ordinario sien frivole, {{sic|sovvente}} contraddittorie e qualche volta ridevoli. Altri pensa che se ancora l'intendimento dell'uomo potesse avanzarsi tant'oltre da scoprire in fine le origini di quasi tutti i vocaboli; la grandezza della fatica che gli converrebbe sostenere, non sarebbe compensata dall'utilità del successo. Divulgata e favorita è finalmente la sentenza che ricerche di tal fatta {{sic|sien}} minute, meschine e degne appena che un grammatico le onori di accoglienza. Si leggon quindi scrittori che necessitati ad indagarle, il fanno quasi ritrosi, e chiedendo venia del tedio che saran per apportare a' lettori. <!--(Introduzione)-->