Marguerite Yourcenar: differenze tra le versioni

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==''Il colpo di grazia''==
*La [[crudeltà]] è un lusso da oziosi, come le droghe e le camicie di seta. (p.  20)
*L'[[amicizia]] è prima di tutto certezza, ed è questo che la differenzia dall'amore. È anche rispetto, e accettazione totale di un altro essere. (p.  28)
*Perché le [[Donna|donne]] vanno proprio ad invaghirsi degli uomini che non sono loro destinati, costringendoli così a scegliere fra lo snaturarsi e il detestarle? (p.  36)
*Possiamo fidarci del [[fuoco]] a condizione di sapere che la sua legge è di estinguersi o di bruciare. (p.  43)
*Abbiamo l'abitudine di parlare come se le [[Tragedia|tragedie]] si svolgessero nel vuoto: ma chi le condiziona è lo sfondo. (p.  46)
*Ciò che può sembrare più simile alle fasi monotone di un amore, sono le infaticabili e sublimi tiritere dei quartetti di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]]. (p.  74)
*Chi pretenda di ricordare tutta una [[conversazione]] parola per parola, mi è sempre sembrato un bugiardo o un mitomane. (p.  82)
*Nella [[solitudine]] le [[Donna|donne]] non possono vivere e immancabilmente la saccheggiano, non fosse che sforzandosi di costruirvi un giardino. (p.  84)
*Per le [[Donna|donne]] niente ha importanza al di fuori di loro stesse, e ogni scelta che non le riguardi non la giudicano se non una follia cronica o un'aberrazione passeggera. (p.  91)
*Il fatto è che i cuori puri albergano una buona dose di pregiudizi, la cui assenza compensa forse nei [[Cinismo|cinici]] quella degli scrupoli. (p.  105)
*Si dice che il [[destino]] sia maestro nello stringere il cappio intorno al collo del paziente; che io sappia, è maestro soprattutto nello spezzare le fila. (p.  105)
*Credo che in ogni [[vita]] ci siano periodi in cui un uomo esiste realmente, e altri in cui egli non è che un agglomerato di responsabilità, di fatiche e, per le teste deboli, di vanità. (p.  112)
*Le [[Risposta|risposte]] sincere non sono mai nette né rapide. (p.  120)
 
{{NDR|Marguerite Yourcenar, ''Il colpo di grazia'', traduzione di Maria Luisa Spaziani, Feltrinelli, Milano, 2005. ISBN 88-07-81089-1}}
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===Citazioni===
*Vi sono già zone della mia vita simili alle sale spoglie d'un palazzo troppo vasto, che un proprietario decaduto rinuncia a occupare per intero. (I, 1: p.  7)
*Che cos'è l'[[insonnia]] se non la maniaca [[ostinazione]] della nostra mente a fabbricare pensieri, ragionamenti, sillogismi e definizioni tutte sue, il suo rifiuto di abdicare di fronte alla divina incoscienza degli occhi chiusi o alla saggia follia dei sogni? (I, 1: p.  20)
*Confesso che la ragione si smarrisce di fronte al prodigio dell'amore.
:''Et j'avoue que la raison reste confondue en présence du prodige même de l'amour [...].'' ([http://www.pedagogicon.be/pedagogicon/Citations_files/Les%20citations%20Marguerite%20Yourcenar.pdf ''Ma sélection'', 19 febbraio 2009, p. 24])
*Ripugna allo spirito umano accettare la propria esistenza dalle mani della sorte, esser null'altro che il prodotto caduco di circostanze alle quali nessun dio presieda, soprattutto non egli stesso. (I, 2: p.  26)
*Quando tutti i calcoli astrusi si dimostrano falsi, quando persino i filosofi non hanno più nulla da dirci, è scusabile volgersi verso il cicaleccio fortuito degli uccelli, o verso il contrappeso remoto degli astri. (I, 2: p.  26)
*M'importava assai poco che l'accordo ottenuto fosse esteriore, imposto, probabilmente temporaneo; sapevo che il bene e il male sono una questione d'abitudine, che il temporaneo si prolunga, che le cose esterne penetrano all'interno, e che la maschera, a lungo andare, diventa il volto. (III, 1: p.  94)
*Ciascuno di noi ha più [[qualità]] di quel che non si creda, ma solo il successo le mette in luce, forse perché allora ci si aspetta di vederci smettere d'esercitarle. (III, 2: p.  100)
*Quando si saranno alleviate sempre più le schiavitù inutili, si saranno scongiurate le sventure non necessarie, resterà sempre, per tenere in esercizio le virtù eroiche dell'uomo, la lunga serie dei mali veri e propri: la morte, la vecchiaia, le malattie inguaribili, l'amore non corrisposto, l'amicizia respinta o tradita, la mediocrità d'una vita meno vasta dei nostri progetti e più opaca dei nostri sogni: tutte le sciagure provocate dalla natura divina delle cose (III, 3: p.  108-109)
*Fino a oggi, tutti i popoli sono periti per mancanza di generosità: Sparta sarebbe sopravvissuta più a lungo se avesse interessato gli iloti alla sua sopravvivenza. [...] Tenevo a che la più diseredata delle creature, lo schiavo che sgombra le cloache delle città, il barbaro che si aggira minaccioso alle frontiere, avessero interesse a veder durare Roma. (III, 3: p.  110)
*Le nostre raccolte di aneddoti rigurgitano di storie di crapuloni che gettano i domestici alle murene, ma i crimini scandalosi, facilmente punibili, son poca cosa di fronte alle mille e mille angherie oscure, perpetrate ogni giorno da persone cosiddette perbene, ma dal cuore arido, che nessuno si sogna di molestare. (III, 3: p.  111)
*Esser dio, in fin dei conti, obbliga ad una maggior numero di virtù che non essere imperatore. (p.  139)
*Qualsiasi [[felicità]] è un capolavoro: il minimo errore la falsa, la minima esitazione la incrina, la minima grossolanità la deturpa, la minima insulsaggine la degrada. (p.  155)
*Le nostre vecchie religioni, che non impongono all'uomo il gioco di alcun dogma, si prestano a interpretazioni tanto varie quanto la natura stessa, e lasciano che i cuori austeri si foggino, se lo vogliono, una morale più alta, senza costringere le masse a precetti troppo rigidi per evitare che ne scaturiscano subito costrizione e ipocrisia. (V, 1: p.  208)
*Mi dicevo che è vano sperare, per Atene e per Roma, quell'eternità che non è accordata né gli uomini né alle cose, e che i più saggi tra noi negano persino agli dèi. [...] <br>«Natura deficit, fortuna mutatur, deus omnia cernit.» La natura ci tradisce, la fortuna muta, un dio dall'alto guarda ogni cosa. [...] <br>Là dove un tessitore rattopperebbe la sua tela, dove un calcolatore correggerebbe i suoi errori, dove l'artista ritoccherebbe il suo capolavoro ancora imperfetto o appena danneggiato, la natura preferisce ricominciare dall'argilla, dal caos; e questo sperpero è ciò che si chiama l'«ordine delle cose». (V, 3: pp. 227-9&nbsp;227–9)
*La mia opinione su di lui si modificava senza posa, il che accade solo per gli esseri che ci toccano da vicino: gli altri, ci contentiamo di giudicarli alla grossa, e una volta per tutte. (V, 5: p. &nbsp;241)
*Mi fa meraviglia che la maggior parte degli uomini abbia tanta paura degli spettri, mentre si acconsente così facilmente a parlare con i morti, in sogno. (VI, 2: p. &nbsp;272)
*Io non esistevo più. Era sola. Quasi brutta, con la fronte aggrottata, in una indifferenza incantevole per la propria bellezza, faceva e rifaceva sulle dita, con una smorfia da scolaretta, le addizioni difficili. Non mi piacque mai tanto come quel giorno. (II, 5)
*Mi sorprende sempre constatare quanto rari siano, soprattutto in Italia, i lettori disposti ad accettare questo libro per quello che è: uno studio sul destino umano, l'immagine d'un uomo che delle sue virtù e dei suoi difetti, delle sue esperienze personali e della sua cultura poco a poco si compone una sorta di saggezza pragmatica d'amministratore e di principe... (da una lettera alla traduttrice; citato in ''Una traduzione e un'amicizia'': p. &nbsp;327)
 
*Fondare [[biblioteca|biblioteche]] è un po' come costruire ancora granai pubblici: ammassare riserve contro l'inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire.
*Ho cercato la libertà più che la potenza, e quest'ultima soltanto perché, in parte, secondava la libertà.
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===''Taccuini di appunti''===
*Il tempo non c'entra per nulla. Mi ha sempre sorpreso che i miei contemporanei, convinti d'aver conquistato e trasformato lo spazio, ignorino che si può restringere a proprio piacimento la distanza dei secoli. (p. &nbsp;288)
*Tutto ci sfugge. Tutti. Anche noi stessi. (p. &nbsp;288)
*L'uomo appassionato di [[verità]], o, se non altro, di esattezza, il più delle volte è in grado di accorgersi, come Pilato, che la verità non è pura. (p. &nbsp;296)
*In un certo senso, ogni [[Biografia|vita raccontata]] è esemplare; si scrive per attaccare o per difendere un sistema del mondo, per definire un metodo che ci è proprio. Ma non è meno vero che le biografie in genere si squalificano per una idealizzazione o una denigrazione a qualunque costo, per particolari esagerati senza fine o prudentemente omessi; anziché comprendere un essere umano, lo si costruisce. (p. &nbsp;297)
*Qualunque cosa si faccia, si ricostruisce sempre il monumento a proprio modo; ma è già molto adoperare pietre autentiche. (p. &nbsp;297)
*Ogni essere che ha vissuto l'avventura umana sono io. (p. &nbsp;297)
*Fare del proprio meglio. Rifare. Ritoccare impercettibilmente ancora questo ritocco. «Correggendo le mie opere, – diceva [[William Butler Yeats|Yeats]], – correggo me stesso». (p. &nbsp;299)
*Non c'è nulla di più fragile dell'equilibrio dei bei [[Luogo|luoghi]]. Le nostre interpretazioni lasciano intatti persino i testi, essi sopravvivono ai nostri commenti; ma il minimo [[restauro]] imprudente inflitto alle pietre, una strada asfaltata che contamina un campo dove da secoli l'erba spuntava in pace creano l'irreparabile. La bellezza si allontana; l'autenticità pure. (p. &nbsp;301)
*I nostri rapporti con gli altri non hanno che una durata; quando si è ottenuta la soddisfazione, si è appresa la lezione, reso il servigio, compiuta l'opera, cessano; quel che ero capace di dire è stato detto; quello che potevo apprendere è stato appreso. (p. &nbsp;301)
 
{{NDR|Marguerite Yourcenar, ''Memorie di Adriano. <small>Seguite dai</small> Taccuini di appunti'', traduzione di Lidia Storoni Mazzolani, Giulio Einaudi editore, Torino, 1988. ISBN 88-06-60011-7.}}
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==[[Incipit]] di ''Come l'acqua che scorre''==
Anna, Soror...<br>
Era nata a Napoli nel 1575, dietro le spesse mura del forte Snat'Elmo di cui suo padre era governatore. Don Alvaro, stabilitosi ormai da lunghi anni nella penisola, si era conquistato il favore del viceré ma anche l'ostilità del popolo e quella dei membri della nobiltà campana che mal sopportavano gli abusi dei funzionari spagnoli. Nessuno peraltro contestava la sua integrità, né l'eccellenza della sua stirpe.
 
{{NDR|Marguerite Yourcenar, ''Come l'acqua che scorre: tre racconti'', traduzione di Maria Caronia, Einaudi, 1983}}
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{{Pedia|Memorie di Adriano||(1951)}}
{{Pedia|L'opera al nero||(1968)}}
 
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{{DEFAULTSORT:Yourcenar, Marguerite}}