René Guénon: differenze tra le versioni

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*Non si venga dunque a dire che la forma simbolica è buona solo per il volgo; sarebbe piuttosto vero il contrario; o, meglio ancora, essa è ugualmente buona per tutti, poiché aiuta ciascuno a comprendere più o meno completamente, più o meno profondamente la verità che rappresenta, secondo la misura delle proprie possibilità intellettuali. (da ''Simboli della Scienza sacra'') {{c|informazioni bibliografiche?}}
*Tutto ciò che è, sotto qualsiasi modalità si trovi, avendo il suo principio nell'Intelletto divino, traduce o rappresenta questo principio secondo la sua maniera e secondo il suo ordine d'esistenza; e, così, da un ordine all'altro, tutte le cose si concatenano e si corrispondono per concorrere all'armonia universale e totale, che è come un riflesso dell'Unità divina stessa. (da ''Simboli della Scienza sacra'') {{c|informazioni bibliografiche?}}
*L’élite non si deve mescolare a delle lotte che per quanto importanti, sono forzatamente estranee al suo ambito; il suo ruolo sociale non può essere che indiretto ma, proprio per questo, sarà più efficace perché per dirigere veramente ciò che si muove non bisogna essere trascinati nel movimento.
*Fra due ignoranti, colui che si rende conto di non sapere niente è in una disposizione molto più favorevole all’acquisizione della conoscenza di colui che crede di sapere qualche cosa
*La grande maggioranza della gente ‘colta’ deve essere messa fra coloro il cui stato mentale è il più sfavorevole alla recensione della vera censura
*Così il ‘moralismo’ dei nostri contemporanei non è che il complemento necessario del loro materialismo pratico
*Se si vuole innalzare un edificio, si devono preventivamente disporre le fondamenta; queste sono la base indispensabile su cui poggerà l’intero edificio, comprese le parti più elevate, e tali resteranno sempre anche quando esso sarà terminato
*Non è il superiore che ha bisogno dell’inferiore, ma è l’inferiore che ha bisogno del superiore
*Più ci si sprofonda nella materia, più i fattori di divisione e di opposizione si accentuano e si estendono. Per contro, più ci si innalza verso la spiritualità pura, più ci si avvicina all’unità, la quale può realizzarsi pienamente solo mediante la coscienza dei principi universali
*Non bisogna dimenticare che il “satanismo incosciente” di alcuni, più numerosi che mai in quest’epoca di disordine intellettuale, non è, in fondo, che uno strumento al servizio del “satanismo cosciente” di coloro che, per così dire, da dietro le quinte dirigono una lotta occulta contro le superstiti possibilità spirituali e tradizionali dell’Occidente
*Se una idea è vera, essa appartiene in egual modo a tutti coloro che sono capaci di comprenderla; se è falsa, non c’è da gloriarsi di averla inventata
*Il mondo moderno è la pura e semplice negazione di ogni verità tradizionale
*La verità è che , in realtà, non esiste un “dominio profano” in un certo modo contrapposto al “dominio sacro”; esiste solo un “punto di vista profano”, il quale propriamente non è altro se non il punto di vista dell’ignoranza
*In una civiltà tradizionale è quasi inconcepibile che un uomo pretenda di rivendicare la proprietà di una idea e, in ogni caso, in essa chi così facesse, con ciò stesso si priverebbe di ogni credito e di ogni autorità, poiché condannerebbe l’idea a non esser più che una specie di fantasia senza alcuna reale portata. Se una idea è vera, essa appartiene in egual modo a tutti coloro che sono capaci di comprenderla; se è falsa, non c’è da gloriarsi di averla inventata. Una idea vera non può essere «nuova», poiché la verità non è un prodotto dello spirito umano, essa esiste indipendentemente da noi, e noi abbiamo solo da conoscerla. Fuor da tale conoscenza, non può esservi che l’errore
*…parlare di stabilità del disordine è però una contraddizione in termini, poiché esso non è che il cambiamento ridotto a se stesso, per così dire: sarebbe in fondo come cercare l’immobilità nel movimento. Ogni volta che il disordine aumenta, il movimento subisce un’accelerazione, giacché viene fatto un passo avanti nel senso del cambiamento puro dell’”istantaneità”; è per questo che, come dicevamo prima, quanto più gli elementi sociali sono di qualità inferiore, tanto meno dura la loro egemonia. Come tutto quello che ha un’esistenza solo negativa, il disordine distrugge se stesso; è nel suo stesso eccesso che si può trovare rimedio ai casi più disparati, perché la crescente rapidità del cambiamento avrà necessariamente fine; e oggi non sono forse già molti coloro che cominciano ad accorgersi, più o meno confusamente, che le cose non potranno andare avanti così in definitivamente? Anche se al punto in cui si trova il mondo non fosse più possibile un “raddrizzamento” senza una catastrofe, è forse questa una ragione sufficiente per non prenderlo, malgrado tutto, in considerazione, e rifiutarsi di farlo non sarebbe un’altra forma di oblio dei princìpi immutabili che sono al di là di tutte le vicissitudini del “temporale” e che, di conseguenza, non possono essere inficiati da nessuna catastrofe?
 
== ''Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi'' ==