Manuel Vázquez Montalbán: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Manuel Vázquez Montalbán==
*Carvalho suole guardare le donne dall'alto in basso, a metà strada tra la morale ugualitaria della gioventù che lo costringe a guardarle direttamente in faccia e le concessioni maschiliste permesse a se stesso mano a mano che invecchia.<ref>Da ''Storie di politica sospetta'', traduzione di Hado Lyria, Feltrinelli, [https://books.google.it/books?id=Ps5OBAAAQBAJ&pg=PT92 p. 92]. ISBN 88-588-1849-0</ref>
*Il pallone... quando urtò la [[gol|rete]] avversaria, la sollevò come una gonna, come i migliori venti sollevano le gonne alle ragazze in fiore...<ref name=calcio>Citato in [[Marco Pastonesi]] e Giorgio Terruzzi, ''Palla lunga e pedalare'', Dalai Editore, 1992, p. 27. ISBN 88-8598-826-2</ref>
*Se ti devo dare un consiglio tecnico, eccolo qui: palle. Un [[attaccante|centravanti]] senza le palle è come una frittata di patate senza le uova.<ref name=calcio/>
*Il fallimento della sinistra si misura talvolta dalla natura dell'avversario: in Polonia la [[Maria|Madonna]] nera di Czȩstochowa si è dimostrata più potente dei comunisti.<ref>Da ''Pamphlet dal pianeta delle scimmie'', traduzione di Hado Lyria, Feltrinelli Editore, 1995.</ref>
*Il pallone... quando urtò la [[gol|rete]] avversaria, la sollevò come una gonna, come i migliori venti sollevano le gonne alle ragazze in fiore...<ref name=calcio>Citato in [[Marco Pastonesi]] e Giorgio Terruzzi, ''Palla lunga e pedalare'', Dalai Editore, 1992, p. 27. ISBN 88-8598-826-2</ref>
*Il turismo a [[Cuba]] oggi è un male necessario, perché insieme con i dollari arrivano i vizi capitalisti e la Rivoluzione, in parte, è stata fatta proprio per eliminare questi vizi. L'apertura dovrebbe cercare di approfondire la spiritualità della gente. Essere rivoluzionari significa essere i protagonisti di un processo sociale, di giustizia e di distribuzione dei beni. Soggettivamente, questo mi preoccupa, perché Cuba oggi non è in grado di promuovere una situazione economica migliore per tutto il popolo.<ref>Da ''E Dio entrò all'Avana'', traduzione di Hado Lyria, Frassinelli.</ref>
*L'egemonia della borghesia si regge sul prestito di metodi e linguaggio che le hanno concesso i dissidenti del nemico e i figli che sono stati marxisti o buddisti o tossicodipendenti e poi sono tornati alla casa paterna.<ref>Da ''Gli uccelli di Bangkok'', p. 269.</ref>
*Non mi piacciono le immoralità di gruppo. Le [[orgia|orge]] vanno bene solo nei film di [[Federico Fellini|Fellini]]. Il rapporto tra cucina e sesso esige che non si superi il numero di tre. Quattro equivale a propiziare due coppie. E cinque è già una massa.<ref>Dall'intervista di [[Elisabetta Pintor]], [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1992/ottobre/04/peccati_gola_Montalban_viva_immoralita_co_0_9210043380.shtml ''Peccati di gola. Montalban: "Viva l'immoralità, purché di coppia"''], ''Corriere della Sera'', 4 ottobre 1992.</ref>
*Tu continua il tuo viaggio e non tornare finché non crollerai per stanchezza o vecchiaia. Tornerai per constatare che qui tutti sono diventati meschini o pazzi o vecchi. Sono le uniche tre possibilità di sopravvivenza in un paese che non ha fatto in tempo la rivoluzione industriale. (da ''L'uomo della mia vita'')
*Uno [[scrittore]] come legge gli altri scrittori? È possibile pensare che lo faccia come un sarto esamina i vestiti indossati dagli altri, anche se nello scrittore permangono, come nel resto della gente, diversi soggetti e tra di essi il lettore strettamente ricettore che si concede all'operazione della lettura senza condizionarla a quella della scrittura.<ref>Da ''Lo scriba seduto'', traduzione di Hado Lyria, Frassinelli.</ref>
*Nuotava a bracciate cieche contro il mare irritato, rideva quasi gemendo quando picchiava con i pugni chiusi la faccia bavosa delle onde più alte. Si beffavano della sua forza, lo staccavano dalla mobile consistenza del fondo di sabbia e conchiglie bianche, lo sollevavano con finta dolcezza e lo spingevano verso il largo o lo spostavano in diagonale, come se lo volessero trascinare verso i gorghi fatali. Cercò una zona di mare più calmo, per riprendere fiato e e toccare fondo con piede sicuro. Ma nell'alzare gli occhi, constatò che il cielo blu aveva perso la battaglia contro le nubi e contro il mondo intero, e che anche lui si trovava sotto un esasperante tendone grigio. E inoltre, il tuono risuonò come un avvertimento giunto dall'ovest trasformandosi quasi senza indugio in un a pioggia calda, inizialmente mite, poi furiosa, come fili di pietra intenti a inchiodarlo, introiettarlo nella sua battaglia persa contro gli elementi. Rimanere li con l'acqua al petto, con il diluvio sulla testa, con le acque del cielo mescolate con le lacrime che gli uscivano a fiotti dagli occhi, con i singhiozzi sempre più incontrollabili. Attraverso le cortine d'acqua e di lacrime, il mare era un opzione: o procedere verso le profondità definitive e affondare per sempre la pietra scura che gli occupava il cervello, o tornare in spiaggia per recuperare la penombra di una fuga frustrata. Tuttavia, il tiepido mare in cui era immerso lo avvolgeva con un calore protettivo, come una coperta, il corpo di una donna o la sensazione di chiudersi in una casa una sera d'autunno, con la pioggia fuori dalla finestra.. In qualche luogo dove abitano i ricordi, cominciò a crescere il viso della donna fino ad occupargli tutta la testa per riversarsi poi fuori e diventare un orizzonte totale di lineamenti diluiti dalle acque.<ref>Da ''La rosa di Alessandria'', traduzione di Hado Lyria, Feltrinelli.</ref>
*Poteva succedere tutto, persino niente.<ref>Da ''Gli uccelli di Bangkok'', p. 262.</ref>
*Se ti devo dare un consiglio tecnico, eccolo qui: palle. Un [[attaccante|centravanti]] senza le palle è come una frittata di patate senza le uova.<ref name=calcio/>
*L'egemonia della borghesia si regge sul prestito di metodi e linguaggio che le hanno concesso i dissidenti del nemico e i figli che sono stati marxisti o buddisti o tossicodipendenti e poi sono tornati alla casa paterna.<ref>Da ''Gli uccelli di Bangkok'', p. 269.</ref>
*Tu continua il tuo viaggio e non tornare finché non crollerai per stanchezza o vecchiaia. Tornerai per constatare che qui tutti sono diventati meschini o pazzi o vecchi. Sono le uniche tre possibilità di sopravvivenza in un paese che non ha fatto in tempo la rivoluzione industriale. (da ''L'uomo della mia vita'')
*Uno [[scrittore]] come legge gli altri scrittori? È possibile pensare che lo faccia come un sarto esamina i vestiti indossati dagli altri, anche se nello scrittore permangono, come nel resto della gente, diversi soggetti e tra di essi il lettore strettamente ricettore che si concede all'operazione della lettura senza condizionarla a quella della scrittura.<ref>Da ''Lo scriba seduto'', traduzione di Hado Lyria, Frassinelli.</ref>
 
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*Il [[passato]] è il luogo dove abitano le cause, vale a dire i colpevoli. Per questo i colpevoli insistono tanto sull'inutilità del passato. Vogliono un mondo senza colpevoli ma quando la cosa risulta impossibile, quando il passato resuscita la colpa, i colpevoli tornano a uccidere, tornano ad essere quello che sono sempre stati. Assassini. (da ''Storie di politica sospetta'')
*Cara Charo, alla mia partenza per Buenos Aires per un lavoro, ho incominciato a scriverti per sciogliere un equivoco. Le cose non sono andate come tu credi, Charo. Forse dovremmo accettare che non siamo dei ragazzini e che ci giochiamo la possibilità di vivere, bene o male, gli ultimi anni che ci rimangono, senza troppa vecchiaia. Charo, cosa sarebbe per te e per me una soluzione normale? Esistono soluzioni normali dopo i [[cinquantenne|cinquant'anni]] o rimane soltanto la paura di decadere, di invecchiare senza dignità e in solitudine? Qui tutto è finito e tutto può ricominciare in qualsiasi momento. In ogni fine c'è un inizio come in qualsiasi posto, ma non sono ancora arrivato in nessun posto dal quale non voglia andare via, e mi fa tanta paura che tu abbia bisogno di me come di aver io bisogno di te. Forse cercherò una scusa per rimanere ancora un po' qui. Una scusa di lavoro. Trovare mio cugino. Essere pagato. Pagare i miei debiti. Sotterrare definitivamente i morti... (da ''Quintetto di Buenos Aires'')
*Carvalho è gastronomicamente eclettico. Alla base dei suoi gusti sta sempre un elemento essenziale: il palato della memoria. Proprio per questo i suoi gusti fondamentali provengono dalla cucina popolare, povera e immaginaria della Spagna, la cucina di sua nonna, doña Francisca Perez Larios. [...] Carvalho cucina per impulso nevrotico, quando è depresso o irritato, e quasi sempre cerca una compagnia complice per mangiare quanto ha cucinato, per evitare l'onanismo della semplice nutrizione e riuscire nell'esercizio della comunicazione. (da ''Le ricette di Pepe Carvalho'')
*Il [[passato]] è il luogo dove abitano le cause, vale a dire i colpevoli. Per questo i colpevoli insistono tanto sull'inutilità del passato. Vogliono un mondo senza colpevoli ma quando la cosa risulta impossibile, quando il passato resuscita la colpa, i colpevoli tornano a uccidere, tornano ad essere quello che sono sempre stati. Assassini. (da ''Storie di politica sospetta'')
*Non si sa di nessuno che sia riuscito a sedurre con ciò che aveva offerto da mangiare; ma esiste un lungo elenco di coloro che hanno sedotto spiegando quello che si stava per mangiare... (da ''Ricette Immorali'')
*«Le cose sono andate in un altro modo. Non c'è stato l'assalto al Palazzo d'Inverno. Barcellona, come il resto del mondo, appartiene ormai ai vincenti. I ricchi, in quanto vincitori "morali"...». (da ''I mari del Sud'')
*"Lei è di quelli che credono che noi ricchi non abbiamo sentimenti." "Li avete. Ma meno drammatici, le vostre sofferenze vi costano meno o le pagate meno". (da ''I mari del Sud'')
*Non si sa di nessuno che sia riuscito a sedurre con ciò che aveva offerto da mangiare; ma esiste un lungo elenco di coloro che hanno sedotto spiegando quello che si stava per mangiare... (da ''Ricette Immorali'')
*Tra tutte le malattie volontarie, nessuna lo infastidisce quanto la nostalgia. Da bambino gli piaceva staccarsi dagli oggetti che gli avevano tenuto compagnia nelle tasche dei pantaloni, nei cassetti disordinati della scrivania, negli angoli segreti della sua camera-tana. Qualsiasi cosa, anche un vecchio tozzo di pane, aveva una storia e serbava un momento del passato. Deve aver cambiato atteggiamento ad un certo punto della vita, e ricorda se stesso incuriosito davanti a un album di foto di famiglia ereditato dai genitori, in particolare dalla madre: quel pozzo di sapienze emozionali e di memorie che risalivano a tre generazioni prima e a un povero albero genealogico dai rami poderosi. Morti i genitori, Carvalho aveva dedicato una sera a interrogare i volti presenti nell'album di foto. Ma tu chi sei? Che cosa ci fai qui? Per quale motivo dovresti far parte dei miei ricordi? In un certo senso, sua madre gli aveva affidato il pesante fardello di conservare la memoria familiare, ma a Carvalho la responsabilità parve eccessiva e bruciò l'album nel caminetto di casa, lo bruciò insieme alla tristezza ed al rimorso, altrimenti per tutta la vita l'anima gli avrebbe lacrimato davanti ad ogni foto sconosciuta, ad ogni tentativo di domandare alla madre morta: Chi è questo qui? Che cosa ci fa tra questa gente? Che cosa lo lega a noi altri? E quando passeggiava nella sua autentica patria, il Distrito V, si rifiutava di compiacere le viscere della nostalgia soffermando gli occhi su persone o luoghi che sembravano chiamarlo. (da ''Storie di padri e figli – Da tetti e terrazzi'')