Francesco Alberoni: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+5
m ordine alfabetico
Riga 5:
*Bisogna porsi delle [[meta|mete]], bisogna combattere per raggiungerle. Bisogna avere dei sogni, bisogna battersi per realizzarli. (da ''Gli invidiosi'', Garzanti, 1991)
*[[trapianto|Donare]] i propri organi, perciò, è un gesto sacro. È trasformare la propria morte in vita per la salvezza degli altri. E, per chi ha ricevuto questo dono, è portare con sé, nel corpo e nella mente, il suo salvatore, con amore e riconoscenza.<ref name=donatra>Da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2000/agosto/28/Donazione_degli_organi_dedicato_tanti_co_0_0008285002.shtml Donazione degli organi, dedicato ai tanti che sono ancora incerti]'', ''Corriere della Sera'', 28 agosto 2000, p. 1.</ref>
*È incredibilmente difficile sollevarsi da soli, da una famiglia povera, da un ambiente isolato. [...] È immenso il peso della famiglia, del suo sapere, delle sue relazioni sociali. È la famiglia che ti manda nella scuola giusta, dove farai le amicizie utili, che ti inserisce nella rete di relazioni sociali in cui si fa carriera. [...] In tutti i campi ci sono poi i «[[figlio d'arte|figli d'arte]]» che si avvantaggiano delle posizioni raggiunte dal padre o dalla madre: nello spettacolo, nella scienza, nella finanza. La nostra società è fatta di clan, consorterie, tribù. Se sei dentro la tua vita è in discesa, se sei fuori trovi strade sbarrate.<ref>Da ''Per avere successo bisogna capire dove passa la storia'', ''Corriere della Sera'', 4 ottobre 2004.</ref>
*Esiste poi il coraggio necessario per resistere alle difficoltà che ci logorano. Noi sappiamo che, qualsiasi mestiere facciamo, qualsiasi compito svolgiamo, ogni giorno incontreremo continuamente opposizioni, ostacoli da superare. E in certi casi le difficoltà sono così grandi da farti pensare che forse sia meglio lasciar perdere, ritirarsi. Ti assalgono allora un'immensa fatica e il senso dell'inutilità di ogni cosa. Hai solo voglia che tutto finisca. Lo scoramento è una terribile tentazione.<ref>Da ''Chi ha coraggio lo usi, anche per ammettere gli errori'', ''Corriere della Sera'', 12 luglio 2004.</ref>
*Il [[trapianto]] è il salvataggio di due organismi viventi. Della persona trapiantata che lotta per la sua sopravvivenza, e dell'organo che lotta per la sua. Ed entrambi, da soli, non hanno speranza, mentre uniti si salvano. Il corpo che accoglie l'organo trapiantato è perciò come un grembo materno, come un utero, che accoglie un figlio a cui dà la vita, mentre la riceve da lui. L'esperienza del trapiantato è incredibilmente simile a quella della gravidanza. Il principale desiderio, la principale preoccupazione della persona trapiantata è di saper accogliere l'organo che ha ricevuto, e di salvarlo, curarlo, risanarlo. E anche i medici hanno la stessa preoccupazione, la stessa cura. La persona trapiantata sa perfettamente e ricorderà sempre che quell'organo non è suo, che è parte di un'altra persona, e che lei ne è soltanto la custode, il grembo accogliente. Non dimenticherà mai chi, morendo, glielo ha lasciato. Anzi ne rivive in ogni istante l'agonia, la morte come fosse la propria. Perché da quella morte è scaturita la sua vita. C'è un rapporto spirituale profondo fra la persona trapiantata e il donatore. Una intimità tanto forte che è bene che il trapiantato non sappia chi è il donatore, non lo conosca.<ref name=donatra/>
*Innamorarsi non è soltanto essere attratti da una persona, vederla bella e desiderabile. È un mutamento interiore di tutto l'essere. (da ''L'albero della vita'', Garzanti)
*L'[[umiltà]], invece, non è un modo stabile di essere. L'umiltà nasce dalla drammatica e totale consapevolezza che niente ha realmente valore oggettivo. Per questo possono essere umili i grandi uomini della storia, i grandi filosofi, i grandi scienziati. [...] L'umiltà però non rende indifferenti. Anzi, lascia posto a tutto ciò che è virtuoso, purché non sia invadente, tronfio, arrogante. La persona umile può apprezzare l'abilità di un giocoliere, la gentilezza del barista che ti serve, il gioco di un bambino, il sorriso di una ragazza innamorata, la cura che l'insegnante mette nella sua lezione.<ref name=modestia>Da ''[http://www.corriere.it/editoriali/alberoni/11_maggio_09/alberoni_40d5399e-7a01-11e0-a5b9-91021abd11c5.shtml Per favore non confondete la modestia con l'umiltà]'', ''Corriere.it'', 9 maggio 2011.</ref>
*La capacità di [[giudizio]] personale matura nella solitudine con la riflessione, il dubbio e richiede di saper guardare il mondo con curiosità, con stupore, con ingenuità, con cuore puro. Tutte cose che, di solito, non sappiamo fare.<ref>Da ''I veri giudizi personali maturano nella solitudine'', ''Corriere della Sera'', 12 marzo 2007.</ref>
*La [[felicità]] è sempre e soltanto un istante. La felicità non è una cosa che dura. Non è un tempo, è un istante o una serie di istanti. Un punto di contatto con qualche cosa di straordinario.<ref>Citato in [[Gianni Bisiach]], ''Inchiesta sulla felicità'', Rizzoli, 1987.</ref>
*La [[modestia]] è un modo d'essere che ha la sua essenza nel non voler essere superiore agli altri e nel non dare loro disturbo. Il modesto non si pone mete troppo elevate, non entra in competizione, non pretende di avere grandi riconoscimenti. Non si mette in mostra, non opprime, non si vanta. Evita tutto ciò che ha a che fare con la superbia, la presunzione, la vanità. È misurato in ogni cosa, nel parlare, nel vestire, anche nelle emozioni. Non ha passioni violente.<ref name=modestia/>
*Metà dei danni di un Paese dipendono dall'accanimento con cui i cattivi capi frenano, ostacolano e paralizzano quelli intraprendenti ed attivi. E devo aggiungere che questi personaggi riescono quasi sempre a farla franca, perché sono abilissimi nel vendersi. Ma soprattutto perché i vertici delle istituzioni che dovrebbero controllare il loro operato sono superficiali. Non compiono indagini accurate, non si preoccupano di scoprire cosa hanno fatto di negativo. Prendono per buone le loro dichiarazioni, i loro resoconti, le loro vanterie.<ref>Da ''Cercando disperatamente dei leader che abbiano una fede'', ''Corriere della Sera'', 30 settembre 2002.</ref>
*Ogni essere vivente [...] porta in sé una volontà di sperimentare, vivere, espandersi, affermarsi, dominare sugli altri. Tutti gli animali delimitano un proprio territorio e lottano per espanderlo e impedire agli estranei di entrarvi. Tutti i maschi cercano di accoppiarsi con tutte le femmine più belle e le femmine con i maschi più forti o più vistosi. Tutti inoltre lottano per affermare e vedere riconosciuta la propria superiorità, il proprio rango. [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]], che per primo ha capito questa tendenza universale, l'ha chiamata "[[volontà di potenza]]". [...] Ciò che invece continua a contare, e sempre di più, è la volontà di potenza in se stessa, purché intesa nel suo senso più ampio, come energia vitale, volontà di creare, di realizzare, di superare gli altri. E questo in tutti i campi, nella scienza, nella musica, nel cinema, negli affari, nella politica. Dovunque il fattore decisivo resta questo slancio interiore che si presenta come irrequietezza, ambizione, curiosità, coraggio di sperimentare il nuovo, tenacia, voglia di riuscire. Lo si vede già nei bambini, negli adolescenti destinati al successo. Qualche volta si presenta come capacità specifica, come nei geni matematici o musicali precoci, ma spesso assume solo l'aspetto di una inquietudine evasiva, conturbante. Lo si vede negli uomini e nelle donne che riusciranno, che hanno tutti, indistintamente, una grande fede in se stessi, una caparbia volontà di realizzare la propria [[meta]] da cui nessuno riesce a distoglierli. Per cui cadono e si rialzano. E gli altri percepiscono la loro superiorità. Spesso li invidiano, li temono, cercano di fermarli, ma inutilmente.<ref>Da ''Leoni o volpi, in comune abbiamo la volontà di potenza'', ''Corriere della Sera'', 5 luglio 2004.</ref>
*Se vogliamo capire le vere intenzioni degli altri e conoscere il loro animo, non dobbiamo ascoltare ciò che dicono, ma osservare cosa fanno.
*Sono nel mirino dell'estrema sinistra... sono nelle liste di proscrizione dell'estrema destra... il partito neonazista POE mi condanna a morte... questo vuol dire che quello che dico non va proprio a genio a nessuno. (da ''Le sorgenti dei sogni'', Rizzoli)
*Innamorarsi non è soltanto essere attratti da una persona, vederla bella e desiderabile. È un mutamento interiore di tutto l'essere. (da ''L'albero della vita'', Garzanti)
*Metà dei danni di un Paese dipendono dall'accanimento con cui i cattivi capi frenano, ostacolano e paralizzano quelli intraprendenti ed attivi. E devo aggiungere che questi personaggi riescono quasi sempre a farla franca, perché sono abilissimi nel vendersi. Ma soprattutto perché i vertici delle istituzioni che dovrebbero controllare il loro operato sono superficiali. Non compiono indagini accurate, non si preoccupano di scoprire cosa hanno fatto di negativo. Prendono per buone le loro dichiarazioni, i loro resoconti, le loro vanterie.<ref>Da ''Cercando disperatamente dei leader che abbiano una fede'', ''Corriere della Sera'', 30 settembre 2002.</ref>
*È incredibilmente difficile sollevarsi da soli, da una famiglia povera, da un ambiente isolato. [...] È immenso il peso della famiglia, del suo sapere, delle sue relazioni sociali. È la famiglia che ti manda nella scuola giusta, dove farai le amicizie utili, che ti inserisce nella rete di relazioni sociali in cui si fa carriera. [...] In tutti i campi ci sono poi i «[[figlio d'arte|figli d'arte]]» che si avvantaggiano delle posizioni raggiunte dal padre o dalla madre: nello spettacolo, nella scienza, nella finanza. La nostra società è fatta di clan, consorterie, tribù. Se sei dentro la tua vita è in discesa, se sei fuori trovi strade sbarrate.<ref>Da ''Per avere successo bisogna capire dove passa la storia'', ''Corriere della Sera'', 4 ottobre 2004.</ref>
*Esiste poi il coraggio necessario per resistere alle difficoltà che ci logorano. Noi sappiamo che, qualsiasi mestiere facciamo, qualsiasi compito svolgiamo, ogni giorno incontreremo continuamente opposizioni, ostacoli da superare. E in certi casi le difficoltà sono così grandi da farti pensare che forse sia meglio lasciar perdere, ritirarsi. Ti assalgono allora un'immensa fatica e il senso dell'inutilità di ogni cosa. Hai solo voglia che tutto finisca. Lo scoramento è una terribile tentazione.<ref>Da ''Chi ha coraggio lo usi, anche per ammettere gli errori'', ''Corriere della Sera'', 12 luglio 2004.</ref>
*Il [[trapianto]] è il salvataggio di due organismi viventi. Della persona trapiantata che lotta per la sua sopravvivenza, e dell'organo che lotta per la sua. Ed entrambi, da soli, non hanno speranza, mentre uniti si salvano. Il corpo che accoglie l'organo trapiantato è perciò come un grembo materno, come un utero, che accoglie un figlio a cui dà la vita, mentre la riceve da lui. L'esperienza del trapiantato è incredibilmente simile a quella della gravidanza. Il principale desiderio, la principale preoccupazione della persona trapiantata è di saper accogliere l'organo che ha ricevuto, e di salvarlo, curarlo, risanarlo. E anche i medici hanno la stessa preoccupazione, la stessa cura. La persona trapiantata sa perfettamente e ricorderà sempre che quell'organo non è suo, che è parte di un'altra persona, e che lei ne è soltanto la custode, il grembo accogliente. Non dimenticherà mai chi, morendo, glielo ha lasciato. Anzi ne rivive in ogni istante l'agonia, la morte come fosse la propria. Perché da quella morte è scaturita la sua vita. C'è un rapporto spirituale profondo fra la persona trapiantata e il donatore. Una intimità tanto forte che è bene che il trapiantato non sappia chi è il donatore, non lo conosca.<ref name=donatra/>
*Ogni essere vivente [...] porta in sé una volontà di sperimentare, vivere, espandersi, affermarsi, dominare sugli altri. Tutti gli animali delimitano un proprio territorio e lottano per espanderlo e impedire agli estranei di entrarvi. Tutti i maschi cercano di accoppiarsi con tutte le femmine più belle e le femmine con i maschi più forti o più vistosi. Tutti inoltre lottano per affermare e vedere riconosciuta la propria superiorità, il proprio rango. [[Nietzsche]], che per primo ha capito questa tendenza universale, l'ha chiamata "[[volontà di potenza]]". [...] Ciò che invece continua a contare, e sempre di più, è la volontà di potenza in se stessa, purché intesa nel suo senso più ampio, come energia vitale, volontà di creare, di realizzare, di superare gli altri. E questo in tutti i campi, nella scienza, nella musica, nel cinema, negli affari, nella politica. Dovunque il fattore decisivo resta questo slancio interiore che si presenta come irrequietezza, ambizione, curiosità, coraggio di sperimentare il nuovo, tenacia, voglia di riuscire. Lo si vede già nei bambini, negli adolescenti destinati al successo. Qualche volta si presenta come capacità specifica, come nei geni matematici o musicali precoci, ma spesso assume solo l'aspetto di una inquietudine evasiva, conturbante. Lo si vede negli uomini e nelle donne che riusciranno, che hanno tutti, indistintamente, una grande fede in se stessi, una caparbia volontà di realizzare la propria [[meta]] da cui nessuno riesce a distoglierli. Per cui cadono e si rialzano. E gli altri percepiscono la loro superiorità. Spesso li invidiano, li temono, cercano di fermarli, ma inutilmente.<ref>Da ''Leoni o volpi, in comune abbiamo la volontà di potenza'', ''Corriere della Sera'', 5 luglio 2004.</ref>
*La capacità di [[giudizio]] personale matura nella solitudine con la riflessione, il dubbio e richiede di saper guardare il mondo con curiosità, con stupore, con ingenuità, con cuore puro. Tutte cose che, di solito, non sappiamo fare.<ref>Da ''I veri giudizi personali maturano nella solitudine'', ''Corriere della Sera'', 12 marzo 2007.</ref>
*Vi sarete inoltre accorti che i veri protagonisti della televisione sono ormai solo i divi televisivi: i conduttori degli spettacoli di intrattenimento, gli attori, le attrici, i comici. Sono sempre insieme, costituiscono un gruppo chiuso, una élite. Si invitano l'un l'altro nelle loro trasmissioni, si elogiano, parlano della loro vita, dei loro programmi. Ostentano amicizia e si tengono lontani dalla politica.<ref>Citato in ''Corriere della Sera'', 24 gennaio 2000.</ref>